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Cosa sono gli interessi? Come si calcolano? Cosa è lo Spread?
L'interesse è il compenso che chi riceve in prestito una somma deve corrispondere al creditore. Esso è proporzionale al capitale e alla durata e viene calcolato di solito con riferimento generalmente all'anno. Però, esistono diversi tipi di interesse. Vediamo quali.

Nella definizione più semplice, l’interesse è la somma che dev’essere pagata dal debitore per l’utilizzo del credito concessogli. In parole povere, corrisponde al compenso del creditore in seguito all'erogazione del prestito. Vediamo come sono determinati gli interessi applicati ai mutui e le diverse tipologie di tassi d’interesse.
Interessi passivi, attivi e di mora
Esistono diversi tipi di interesse. Analizziamoli in dettaglio e vediamo le caratteristiche di ognuno.
Una prima classificazione suddivide gli interessi bancari in interessi attivi e passivi. In entrambi i casi ci si riferisce ad un importo dovuto come compenso per l’ottenimento di una somma di denaro per un dato periodo di tempo:
- L’interesse attivo è il prezzo riscosso per un capitale prestato. Un esempio classico di interesse attivo è quello riscosso dal correntista e versato dalla banca, in seguito all’apertura di un conto corrente o di un conto di deposito;
- L’interesse passivo è il prezzo pagato per una somma ricevuta in prestito. Si tratta in questo caso di un interesse dovuto dal debitore in seguito alla contrazione di un prestito, di un mutuo o di un finanziamento.
Gli interessi bancari si indicano con una percentuale che prende il nome di tasso d’interesse. Il tasso d’interesse è un parametro fondamentale quando si sceglie un mutuo, in quanto influisce in maniera diretta non solo sull’importo delle rate ma anche sull’intero costo del mutuo.
Un’altra tipologia di interesse da prendere in considerazione, quando si contrae un mutuo, è quello di mora: gli interessi moratori devono essere corrisposti dal creditore quando si procede in ritardo al pagamento di una o più rate. Solitamente gli interessi di mora si calcolano sulla quota capitale, ma qualora lo preveda una clausola del contratto, possono essere applicati anche agli interessi dovuti sul capitale. Il loro ammontare non è deciso dalla banca, ma determinato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze in base al parametro di riferimento della BCE.
Come si calcolano gli interessi?
La formula per il calcolo degli interessi è data da tre fattori: l’ammontare del prestito, la durata del finanziamento ed il tasso d’interesse applicato. Se ad esempio il capitale prestato è di 30.000 € da rimborsare in 1 anno con un tasso d’interessi del 10%, il totale di interessi da restituire al creditore sarà di 3000€. Se il rimborso avvenisse in 2 anni, il totale degli interessi equivarrebbe a 6000€; e ancora se avvenisse in 3 anni, gli interessi ammonterebbero a 9000€ e così via. Ciò vuol dire che gli interessi sul capitale aumentano all’aumentare degli anni necessari per la restituzione del prestito.
Gli interessi passivi: il TAN, il TAEG, cosa sono?
Gli interessi passivi, ovvero quelli applicati ad un prestito, sono il TAN e il TAEG. La loro importanza è cruciale per mettere a confronto più mutui e poter scegliere il più conveniente. Questo perché indicano rispettivamente il Tasso Annuale Nominale e il Tasso Annuo Effettivo Globale, ovvero il primo si riferisce all’ammontare degli interessi che dovrai restituire al creditore ed il secondo al costo totale del finanziamento.
Un mutuo, infatti, si compone di spese aggiuntive, quali il costo dell’eventuale perizia da parte della banca, le polizze assicurative, le imposte, ecc. Il TAEG, anche conosciuto come Indicatore Sintetico di Costo (Isc) ingloba in sé tutte queste voci: motivo per cui, rappresenta il metro di paragone più importante per identificare il finanziamento più vantaggioso. Il TAEG include:
- Il tasso d’interesse che applica la banca (TAN);
- Le polizze assicurative in caso di mutuo superiore all’80% del costo dell’immobile;
- I costi relativi alle operazioni di pagamento, come il conto corrente d’appoggio;
- Il costo di gestione della pratica, imposte di bollo, spese per la perizia, spese notarili, ecc.
Per calcolare questo indicatore, puoi utilizzare il nostro strumento dedicato al calcolo TAEG.
Parametri di riferimento: Euribor, tasso BCE e Eurirs
I parametri di riferimento principali per la definizione del tasso di interesse sono molteplici.
Tra questi il più importante è il tasso della BCE, detto anche tasso di riferimento: la Banca Centrale Europea, infatti, abbassa o aumenta il tasso d’interesse in funzione agli obiettivi macroeconomici, quali crescita, inflazione e stabilità finanziaria. L’ammontare del tasso d’interesse è direttamente proporzionale alla quantità di denaro in circolazione, ad esempio quando l’offerta di denaro è maggiore della domanda, il tasso di riferimento diminuisce per stimolare gli investimenti e i consumi. Viceversa, quando la domanda di denaro è eccessiva, i tassi vengono ritoccati al rialzo per frenare l’inflazione.
In parole povere, il tasso di interessi indica il costo del denaro che si ripercuote sui mutui concessi a famiglie ed imprese attraverso le banche.
Insieme al tasso BCE, figurano l’Euribor e l’Eurirs (o anche detto IRS) in qualità di parametri di riferimento, rispettivamente adoperati in caso di mutuo a tasso variabile e fisso:
- L'Euribor è il tasso di riferimento che indica il tasso medio delle transazioni finanziarie ultimate tra le principali banche europee. L’acronimo sta per Euro Interest Bank Offered Rate e viene diffuso quotidianamente dalla Federazione Bancaria Europea;
- L’Eurirs sta per Euro Interest Rate Swap e viene calcolato quotidianamente ed anche in questo caso è comunicato dalla Federazione Bancaria Europa. Il suo valore dipende dall’andamento dei cosiddetti swap: una tipologia di derivati sui tassi utilizzati dalle banche per proteggersi da potenziali perdite.
Su MutuiOnline.it puoi vedere l'andamento storico dei principali tassi di riferimento, suddivisi in base alla durata prescelta del tuo mutuo.
Cos’è lo spread del mutuo?
È bene fare una distinzione: lo spread che tutti conosciamo indica la differenza di rendimento tra due diversi titoli e significa letteralmente differenziale. Questa però è la definizione in ambito finanziario mentre, passando al settore bancario, lo spread identifica il ricarico che la banca aggiunge al tasso d’interesse per trarre profitto dal finanziamento e compensare le spese sostenute per vendere i propri servizi finanziari. Ritornando all’esempio precedente, in caso di stipula di un mutuo a tasso variabile il parametro di riferimento sarà Euribor + spread; viceversa stipulando un mutuo a tasso fisso il parametro di riferimento sarà l’IRS + spread.
Nel caso di mutui a tasso variabile, l’Euribor si differenzia a seconda della durata del prestito: esiste ad esempio, EUR 12M, un tasso a 12 mesi, EUR 6M, a sei mesi, EUR 3M, a 3 mesi, e cosí via. Lo spread addizionato al tasso di riferimento tende ad essere più alto all'aumentare della durata del mutuo. Nel caso di mutuo a tasso fisso, l’IRS riflette la durata del finanziamento. Ad esempio a un mutuo decennale verrà applicato l'IRS 10 anni più un determinato spread, rilevato il giorno della stipula.
Ultimo aggiornamento gennaio 2022
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