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Detrazioni IRPEF 2025 su interventi di ristrutturazione
Gli interventi fiscali previsti sulla casa sono nel 2025 vari e significativi, in quanto studiati per rilanciare l’economia e dare una scossa al panorama immobiliare italiano. Vediamo allora cosa significa detrarre parte delle spese sostenute per “riqualificare” un immobile.

Sono numerose le detrazioni fiscali disponibili per chi interviene con lavori di ristrutturazione sulla casa, anche attraverso un mutuo ristrutturazione. Le ultime introdotte sono quelle che mirano all’efficientamento energetico. Di solito si recuperano in 5 o 10 anni.
Detrazioni IRPEF e ristrutturazioni edilizie 2025
Gli interventi fiscali previsti a favore della casa sono nel 2025 vari e significativi, in quanto studiati per rilanciare l’economia e dare una scossa al panorama immobiliare italiano. Prima di elencarne le caratteristiche, è utile fare un breve accenno al concetto di detrazione fiscale e capire cosa significa detrarre parte delle spese sostenute per “riqualificare” un immobile.
La detrazione fiscale consiste in una riduzione delle imposte dovute in sede di dichiarazione dei redditi, a fronte di uno “sconto” riconosciuto dallo Stato al contribuente. L’importo della detrazione è quindi in funzione della spesa sostenuta e della tipologia di spesa, quest'ultima infatti deve rientrare tra le voci di spesa considerate meritorie di agevolazione (ad esempio i lavori di isolamento termico o il rifacimento delle facciate). Su queste voci di spesa il contribuente gode di agevolazioni, grazie alle quali potrà usufruire di uno sconto d’imposta da calcolare in base alla percentuale prevista.
Facciamo un esempio pratico: se spendo 10.000 euro per interventi “agevolati” relativi al mio immobile e la detrazione prevista è del 50%, significa che posso recuperare in dichiarazione dei redditi 5.000 euro.
Le detrazioni per gli interventi sugli immobili si recuperano solitamente in 5 o 10 anni, per cui ogni anno avrò uno sconto sulle imposte pari a 1.000 euro (detrazione in 5 anni) o 500 euro (detrazione in 10 anni).
L’ottenimento appieno dell’importo in detrazione è tuttavia subordinato alla capienza fiscale del contribuente, cioè l’ammontare di trattenute IRPEF che ogni anno lo stesso subisce in busta paga, o comunque affronta in funzione dell’attività lavorativa svolta: se, ad esempio, le trattenute subite sono pari a 3.500 euro, potrò in quell’anno detrarre al massimo 3.500 euro, portando di conseguenza a zero le imposte dell’anno. Nei casi in cui l’importo in detrazione supera la capienza fiscale, il contribuente perde la possibilità di detrarre il maggior importo dovuto a detrazioni superiori all’IRPEF relativa all’anno.
I bonus ristrutturazione per la casa
Chi realizza lavori di ristrutturazione sulla casa può usufruire di un'agevolazione fiscale prevista originariamente dall’articolo 16-bis del DPR 917/86: recuperare il 36% delle spese sostenute sotto forma di detrazione IRPEF.
La somma spettante viene suddivisa in dieci rate annuali di uguale ammontare e l'importo massimo su cui si può calcolare la detrazione è fissato a 48.000 euro per ogni unità abitativa. Questo meccanismo consente di alleggerire gradualmente il carico fiscale legato a interventi edilizi come manutenzioni straordinarie, ristrutturazioni interne, rifacimento di impianti o recupero di immobili esistenti.
A partire dal 26 giugno 2012 e fino al 31 dicembre 2024, gli interventi di recupero edilizio hanno potuto beneficiare di una detrazione IRPEF potenziata pari al 50% delle spese sostenute, con un massimo di 96.000 euro per singola unità immobiliare.
L’aggiornamento della norma nel 2025 prevede un regime transitorio che differenzia le condizioni in base alla destinazione d'uso dell'immobile:
Per chi utilizza l'immobile come prima casa:
- nel 2025 sarà ancora possibile usufruire della detrazione del 50% su una spesa massima di 96.000 euro;
- nel 2026 e nel 2027 la percentuale di detrazione scenderà al 36%, mantenendo invariato il tetto massimo.
Per immobili diversi dalla prima casa, come seconde case o immobili a reddito o altre destinazioni:
- nel 2025 la detrazione si riduce al 36%;
- nel 2026 e 2027, l'aliquota scenderà ulteriormente, fermandosi al 30% ma sempre con il limite massimo di 96.000 euro per unità.
Queste modifiche fanno parte di una strategia volta a ridurre gradualmente l'impatto fiscale degli incentivi edilizi, mantenendo comunque un certo livello di sostegno per chi effettua lavori di ristrutturazione, almeno nel breve termine.
Fine del Superbonus, ma restano gli adempimenti
Dopo quattro anni di continui aggiornamenti, proroghe e rimodulazioni, il Superbonus entra nel 2025 in una fase più selettiva e meno generosa. La detrazione, che aveva raggiunto il 110% nel periodo di massimo slancio, sarà riconosciuta nella misura del 65% e solo a determinate condizioni, cioè per chi ha già pianificato e avviato i lavori nei tempi previsti.
Da gennaio 2025 il Superbonus non è più una misura aperta a tutti, ma possono beneficiarne esclusivamente:
- i condomìni;
- le persone fisiche proprietarie di edifici composti da due a quattro unità immobiliari, anche se intestati a un solo soggetto;
- gli enti del Terzo Settore come Onlus, APS e ADV.
Un elemento essenziale riguarda i tempi: per poter accedere all'agevolazione, è necessario aver presentato la documentazione abilitativa (ad esempio la CILA o la richiesta del titolo edilizio) entro il 15 ottobre 2024. Per i condomìni, oltre all’obbligo di Cila entro il 15 ottobre, è necessaria anche la delibera condominiale che ha autorizzato i lavori. Chi non ha rispettato queste scadenze e adempimenti, salvo ulteriori proroghe, resterà escluso dal beneficio.
La misura della detrazione nel 2025 è pari al 65% delle spese ammesse, da suddividere in dieci quote annuali di pari importo. Rispetto al passato, si tratta di un incentivo meno generoso, ma comunque interessante, soprattutto per chi ha già avviato l'iter e si trova nella fase esecutiva dei lavori.
L'accesso alla misura resta subordinato alla realizzazione di interventi specifici, definiti “trainanti” e solo se abbinati agli interventi “trainati”.
Sono “trainanti” gli interventi la cui natura è di mettere in movimento l’economia del Paese:
- isolamento termico dell’edificio mediante lavori sulle superfici che ne costituiscono l’involucro. L’intervento deve riguardare una superficie superiore al 25% di quella disperdente lorda;
- climatizzazione degli ambienti con la sostituzione degli impianti esistenti. Gli interventi devono riguardare la realizzazione di impianti di riscaldamento, raffrescamento o la fornitura di acqua calda all’immobile;
- interventi antisismici la cui natura è prevista dal Decreto legge 63/2013 e che mirano alla riduzione del rischio sismico nelle aree più soggette a tali calamità: zona 1, zona 2 e a seguito del Decreto Rilancio anche zona 3.
Sono “trainati” gli interventi che godono della detrazione se realizzati congiuntamente a un intervento trainante:
- lavori di efficientamento energetico rientranti nell’Ecobonus;
- installazione di impianti solari connessi alla rete elettrica;
- installazione di sistemi di accumulo energetico integrati con gli impianti solari fotovoltaici.
C’è un’unica eccezione in cui il superbonus resta al 110%: nelle zone colpite da sisma.
Fino al 31 dicembre 2025, gli interventi di recupero realizzati su edifici danneggiati da eventi sismici verificatisi a partire dal 1° aprile 2009, e per i quali sia stato dichiarato lo stato di emergenza, possono beneficiare di una versione potenziata dell'agevolazione. In questi casi, oltre al “contributo sisma”, è possibile accedere al Superbonus con aliquota al 110%, mantenendo anche le opzioni di sconto in fattura e cessione del credito.
Ecobonus 2025: cosa cambia con la nuova Legge di Bilancio
L'Ecobonus nasce come misura di incentivazione fiscale prevista dalla Legge 296/2006 (Legge Finanziaria 2007) e viene regolata attualmente dall'articolo 14 del Decreto-Legge 63/2013, convertito con modifiche dalla Legge 90/2013. Il suo scopo è favorire gli interventi di riqualificazione energetica sugli edifici esistenti.
Con l'entrata in vigore della Legge di Bilancio 2025, il quadro normativo è cambiato sensibilmente: le percentuali di detrazione sono state ridotte e alcune spese, come quelle per caldaie a gas tradizionali, sono state escluse.
Le nuove aliquote per l'anno 2025 sono le seguenti:
- 50% per gli interventi sulla prima casa;
- 36% per tutte le altre categorie di immobili.
Nel biennio successivo, 2026 e 2027, l'agevolazione subirà un'ulteriore riduzione:
- 36% per la prima casa;
- 30% per le altre unità immobiliari.
In ogni caso, la detrazione sarà distribuita in 10 rate annuali di pari importo.
Un'altra novità è l'introduzione di un nuovo fondo per famiglie a basso reddito e per l'edilizia residenziale pubblica (ERP), finanziato con risorse del PNRR. Questo meccanismo prevede contributi a fondo perduto fino al 65% per lavori di efficienza energetica, con il restante 35% coperto da investimenti privati.
Ecobonus: gli Interventi ammessi
L'Ecobonus copre una vasta gamma di lavori: isolamento termico, sostituzione infissi, impianti a pompa di calore, schermature solari, sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore. Sono escluse invece le caldaie a gas tradizionali e gli interventi che non comportano un reale miglioramento energetico.
L'agevolazione è rivolta sia ai proprietari di singole unità sia ai condomìni, ma le condizioni cambiano in base all'immobile e al tipo di intervento.
Per ottenere la detrazione è indispensabile rispettare i requisiti tecnici di stabilità definiti dall'ENEA e presentare la documentazione richiesta.
Una delle principali novità della Legge di Bilancio 2025 è proprio l'esclusione esplicita dalle detrazioni fiscali degli interventi che prevedono la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con caldaie uniche alimentate a combustibili fossili, anche se ad alta efficienza.
Una norma segna così un passaggio netto verso una politica energetica più orientata alla decarbonizzazione, penalizzando le soluzioni basate sui combustibili fossili, anche nei casi di sostituzione di vecchi impianti.
La detrazione resta quindi valida solo per:
- pompe di calore ad alta efficienza;
- sistemi ibridi o geotermici;
- impianti a biomassa, se rispondenti ai requisiti ambientali richiesti.
Il bonus mobili ed elettrodomestici
La legge di bilancio 2025 ha prorogato il bonus IRPEF al 50% anche per le spese su elettrodomestici e mobili destinati all’immobile oggetto di ristrutturazione. Tali spese devono essere effettuate entro il 31 dicembre 2025 e devono essere associate a interventi di ristrutturazione iniziati a partire dal 1° gennaio 2019.
Gli interventi di ristrutturazione edilizia idonei a far scattare il diritto al bonus mobili ed elettrodomestici devono appartenere a una delle seguenti categorie:
- manutenzione straordinaria;
- ristrutturazione edilizia;
- restauro e risanamento conservativo.
Per questa tipologia di spesa il tetto massimo è di 5.000 euro. Affinché sia possibile usufruire dell’agevolazione, è necessario che gli elettrodomestici siano di classe non inferiore alla A+ (A per i forni), alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie e alla F per i frigoriferi e i congelatori. La detrazione è fruibile in quote uguali in 10 anni.
Al fine di beneficiare dell’agevolazione, il richiedente deve presentare nella documentazione copia della fattura rilasciata dal negoziante e, in caso di pagamento attraverso bonifico bancario o postale, copia dell’estratto conto che certifica il relativo addebito.
Affinché la richiesta del bonus mobili vada a buon fine è necessario conservare anche la documentazione ufficiale e la descrizione dei lavori edilizi effettuati, e una copia dei documenti relativi alla comunicazione di inizio dei lavori rilasciata al Comune di ubicazione dell’immobile. In tutti i casi, gli elettrodomestici devono essere acquistati successivamente alla data di inizio dei lavori di ristrutturazione.
L’Agenzia delle Entrate indica come documenti da conservare:
- ricevuta del bonifico;
- ricevuta di avvenuta transazione (per i pagamenti con carta di credito o di debito);
- documentazione di addebito sul conto corrente;
- fatture di acquisto dei beni, riportanti la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti.
Il bonus infissi o bonus finestre
Il bonus infissi, conosciuto anche come bonus finestre, abbraccia la possibilità di agevolazioni fiscali connesse al miglioramento termico di un edificio per il tramite del rifacimento di porte, finestre, persiane, avvolgibili, tende da sole e vetri.
Possono beneficiare del bonus infissi i seguenti destinatari:
- proprietari e nudi proprietari;
- locatari degli immobili;
- titolari di diritto di abitazione in comodato;
- familiari conviventi;
- titolari di diritto di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie).
L’agevolazione continuerà a essere valida per tutto il 2025, ma la nuova normativa ne modifica in parte condizioni e accessibilità. Le detrazioni fiscali restano, ma con aliquote più basse nei prossimi anni, a conferma della tendenza generale di progressivo ridimensionamento degli incentivi edilizi.
Nel dettaglio, le detrazioni saranno così ripartite:
- per tutto il 2025, la sostituzione di infissi e serramenti (finestre, portefinestre, porte d'ingresso, persiane, avvolgibili, tapparelle) darà diritto a una detrazione del 50% per la prima casa e del 36% per le seconde case, con un tetto massimo di 60.000 euro nel caso dell'Ecobonus, oppure 96.000 euro se rientrano nei lavori ammessi al bonus ristrutturazione;
- a partire dal 2026, queste percentuali scenderanno ulteriormente: al 36% per la prima casa e al 30% per le altre unità immobiliari. La detrazione continuerà ad essere suddivisa in 10 rate annuali.
Il beneficio è valido solo se l'intervento comporta un miglioramento delle prestazioni energetiche dell’immobile. La sostituzione deve riguardare infissi che delimitano volumi riscaldati e i nuovi elementi installati devono rispettare precisi valori di trasmissione termica (diversi in base alla zona climatica).
Inoltre, sono escluse dal beneficio le nuove installazioni (sono ammessi solo interventi di sostituzione) e le caldaie uniche a gas, coerenti con la stretta prevista dalla Legge di Bilancio 2025 contro l'uso di combustibili fossili.
Ultimo aggiornamento maggio 2025