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I prodotti di mutuo e i tassi di interesse

Esistono diverse tipologie di mutuo e conoscerle è fondamentale per capire qual è il più adeguato alle nostre esigenze. In questa guida appronfondiamo i tipi di tasso, il calcolo degli interessi, il tasso di usura e gli interessi di mora.

In questa guida potrai conoscere le diverse tipologie di mutuo offerte dalle banche, capirne i meccanismi e le differenze. Potrai così valutare meglio quale sia la soluzione più adatta alle tue esigenze e trovare il tuo mutuo ideale in modo più facile.
Ti verrà spiegato come vengono calcolati gli interessi, quali indici si utilizzano e potrai facilmente fare tu stesso calcoli e confronti preziosi per la tua scelta finale. Prova ad esempio lo strumento per calcolare il TAEG del mutuo.
Scoprirai anche cosa sono gli interessi di mora e come la legge ti tutela da tassi di interesse troppo elevati.

I diversi prodotti

L'interesse è il compenso che si paga per il prestito di un capitale, in misura percentuale e con riferimento generalmente all'anno.
I tassi di interesse comunemente applicati sono: "fisso" o "variabile", ma da qualche anno si sono diffusi anche i mutui a tasso "misto".
La combinazione tra il tipo tasso e struttura della rata ha portato nel tempo all’affermarsi di soluzioni di mutuo caratterizzate da specifici vantaggi per il cliente, tra queste le più conosciute ed apprezzate prevedono:

Si parla di "tasso fisso" quando questo non varia durante la durata del prestito. Si parla di "tasso variabile" quando il tasso varia in dipendenza di determinati parametri, quali i tassi del mercato monetario o finanziario (ad esempio Libor, Euribor, ecc.). Ai parametri di base viene applicato uno "spread" che costituisce il rendimento della Banca.

Si parla di "tasso misto" quando durante il periodo di vita del mutuo è possibile modificare, alle scadenze e alle condizioni stabilite nel contratto, il tipo di tasso applicato inizialmente scegliendo di passare dall’iniziale tasso fisso al tasso variabile o al contrario dall’iniziale tasso variabile a quello fisso.

Il "tasso capped rate" (detto anche "variabile con CAP") è invece un tasso variabile al quale è imposto un limite massimo predeterminato oltre il quale il tasso d'interesse subisce un “taglio”. In tal modo il tasso applicato non supera mai il limite imposto contrattualmente anche se i tassi di mercato dovessero nel tempo superarlo.

A tale garanzia corrisponde in genere uno spread applicato più elevato che per il tasso variabile normale.

Il "tasso bilanciato" (o mix) è così chiamato perché composto da una parte a tasso fisso e una a tasso variabile. Il “peso” delle due componenti è scelto tra diversi mix al momento della sottoscrizione del contratto di mutuo. Raramente gli istituti bancari propongono tale tipologia di tasso preferendo offrire al cliente la possibilità di optare per il tasso fisso piuttosto che per quello variabile e viceversa, tramite la formula del “tasso misto” particolarmente adatta ad andare incontro alle esigenze dei clienti incerti sulla tipologia di tasso.

I CONSIGLI DI MUTUIONLINE.IT
Tassi apparentemente più convenienti o “sicuri” possono riservare delle sorprese. Verifica sempre i dettagli delle condizioni previste per il calcolo degli interessi: i parametri di riferimento, l’indicizzazione, gli spread a volte possono non essere costanti per tutta la durata del mutuo e contribuire a rendere più onerosa e imprevedibile la tua rata.

Come orientarsi nella scelta del tasso

La scelta tra i diversi tipi di tasso dipende dalla posizione del richiedente il mutuo e dalle sue personali conoscenze finanziarie. Esistono comunque dei criteri di massima che possono indirizzare la scelta.

Il tasso fisso è consigliabile a chi:

Il tasso variabile è consigliabile a chi:

Il tasso misto è indicato invece per chi:

Il tasso capped rate può essere la scelta più consona per chi:

Il tasso bilanciato è consigliabile a chi:

Infine, alcune banche, indipendentemente dalla scelta del tipo di tasso, offrono degli interessi "promozionali" molto bassi per un periodo iniziale, con lo scopo di attrarre più clienti.
Il tasso applicato in questo periodo iniziale (generalmente tre-sei mesi) è detto "tasso d'ingresso". Terminato tale periodo viene applicato il tasso normale (detto "tasso a regime"), che è più elevato, fisso o variabile che sia.

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Quando valuti le diverse offerte di mutuo considera attentamente non solo le tue esigenze finanziarie iniziali ma anche le tue previsioni per il futuro: potrai individuare meglio le caratteristiche del mutuo più adatto a te.
Inoltre confronta sempre più alternative di mutuo per capire quali siano le effettive differenze di costo rispetto all’aspetto per te più importante: il risparmio, la sicurezza, la flessibilità, etc.

Calcolo degli interessi

Nei finanziamenti a medio e lungo termine, i tassi generalmente vengono ancorati a quelli del mercato monetario e finanziario, che divengono in tal modo i tassi di riferimento.

Per i mutui a tasso variabile il tasso di riferimento è l'Euribor (Euro Interbank Offered Rate) fissato ogni giorno dalla Federazione Bancaria Europea che, per la sua determinazione, effettua la media ponderata dei tessi ai quali le principali banche europee scambiano tra loro denaro per operazioni di breve periodo.

Per il tasso fisso il tasso di riferimento è l'Eurirs (Euro Interest Rate Swap) rilevato e diffuso anch’esso dalla Federazione Bancaria Europea, come media ponderata dei tassi ai quali le principali banche nell’area “Euro” stipulano Swap; una particolare tipologia di strumento finanziario derivato il cui fine è quello di tutelare i singoli istituti da significative variazioni di mercato.

Ai tassi di riferimento individuati rilevando il valore dell’Euribor o dell’Eurirs, le banche sommano una percentuale fissa detta "spread", il cui valore varia da banca a banca ed in funzione della cifra oggetto di mutuo.

Puoi verificare l’andamento dei principali tassi di riferimento consultando l’Osservatorio Tassi Mutui.

Interessi di mora

Gli interessi di mora (o moratori) consentono di risarcire il creditore per il danno derivante dal ritardato pagamento della rata da parte del debitore rispetto alla scadenza prefissata.

Gli interessi moratori sono di tipo “convenzionale”, ciò significa che sono definiti tra le parti ed indicati nel contratto di mutuo; essi non dipendono da parametri economici. I tassi di mora vengono determinati in misura superiore al tasso pattuito per il finanziamento. La misura aggiuntiva oscilla tra il 2% e il 4%.

Gli interessi moratori:

Tasso di usura

Una delle caratteristiche degli interessi è che devono essere determinati consensualmente e per iscritto.

Tra le forme contrattuali di maggiore importanza rientra il mutuo, perché rappresenta il tipico contratto produttivo di interessi, tanto da essere assistito da una presunzione di onerosità, mentre la gratuità deve essere espressamente convenuta.

La libertà negoziale di fissare la misura degli interessi è condizionata, però, da un limite oggettivo che è rappresentato dall’usura, termine in genere impiegato per designare un prestito di denaro ad interesse troppo alto.

Questo limite è posto con specifico riferimento al contratto di mutuo, ma esprime anche una nozione di carattere penalistico (art. 644 c. p.). In tal senso l’applicazione di interessi troppo alti per essere ragionevolmente affrontati dal debitore senza che questo vada incontro a importanti privazioni, costituisce un illecito che può sconfinare nel reato penale.

Al fine di porre un argine al dilagare di un fenomeno eticamente scorretto e socialmente pericoloso, il Parlamento nel 1996 ha varato una apposita legge contro l’usura (Legge 7 marzo 1996, n. 108) in cui oltre a riformare l’art. 644 del c.p. introduce soglie oggettive per la determinazione dei limiti oltre i quali un finanziamento è usurario.

È compito del Ministero del Tesoro rilevare trimestralmente il Tasso Effettivo Globale Medio (TEGM) utilizzando come base gli interessi praticati dalle banche e dagli intermediari finanziari nel corso del trimestre precedente, per operazioni della stessa natura. I valori medi derivanti da tale rilevazione sono pubblicati nella Gazzetta Ufficiale.

I tassi d’usura (differenti per tipologia di operazione) si ottengono sommando al TEGM un quarto del suo valore, al quale si sommano ulteriori quattro punti percentuali. Qualora il tasso d’usura così ottenuto dovesse superare di otto punti percentuali quello del TEGM da cui deriva, il tasso d’usura è pari al TEGM aumentato dell’otto percento.

In caso di mutuo, qualora siano convenuti interessi usurari il mutuatario ha diritto alla restituzione degli interessi fino ad allora pagati e all’azzeramento degli interessi futuri; il suo solo obbligo diviene pertanto la restituzione del capitale.

Per vedere i tassi di usura attualmente in vigore vai su Osservatorio Tassi.

Ultimo aggiornamento settembre 2020

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