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Dispersioni e bollette elevate: per le case più datate l’opportunità dei mutui green
In due regioni italiane su tre, gli immobili in classe G, la peggiore dal punto di vista dell'efficienza energetica, sono oltre la metà del totale. È ;quanto emerge da una ricerca di Immobiliare.it Insights, a evidenziare il bisogno di rinnovare il parco immobiliare.

C’è una questione economica, legata al peso della bolletta energetica, sempre più difficile da sostenere per molte famiglie. E poi c’è una questione ambientale, connessa alle emissioni inquinanti nell’ambiente. Senza dimenticare la spinta del legislatore comunitario, con la Direttiva Case Green che presto entrerà nel vivo. Il patrimonio immobiliare italiano è in buona parte vecchio e, tra abbattimenti e ristrutturazioni, per il prossimo futuro si prospettano interventi massicci. Grazie anche alla possibilità di accedere ai mutui green, per case nuove o ristrutturati, proposti dalle banche a tassi agevolati rispetto a quelli tradizionali.
La ricerca sul patrimonio immobiliare
Secondo una ricerca di Immobiliare.it Insights, attualmente solo in cinque regioni italiane gli immobili in vendita sono almeno per il 10% in classe A, quella cioè che attesta i minori consumi. Mentre, in ben tredici regioni la metà dello stock disponibile è in classe G, la meno performante dal punto di vista energetico.
In testa alla classifica delle regioni con più case in classe A in vendita si trova il Veneto, con ben il 26% degli immobili che rientrano nella fascia più virtuosa. A trainare la regione nordestina è Treviso, che registra addirittura un 41% di immobili al massimo dell’efficienza.
Il secondo posto della graduatoria regionale è occupato dall’Emilia-Romagna, con il 17% dell’offerta totale nelle classi a più elevata efficienza energetica. Seguono Lombardia e Trentino Alto Adige, rispettivamente con il 14 e con il 13%. A completare la top five è il Friuli-Venezia Giulia con il 10%, mentre tutte le altre regioni si collocano sotto questa soglia.
Bologna spicca nella classifica dei capoluoghi di regione con il 23% di immobili in vendita che rientrano nella classe A, davanti a Bari (17%) e Cagliari (15%). Tra le altre aree del territorio emiliano-romagnolo, appena alle spalle di Bologna si incontrano Cesena (22%) e Rimini (20%).
Il Sud arranca
Sicilia e Basilicata sono le regioni che fanno peggio, con quasi i tre quarti del totale (74%) in classe G, ma anche la Puglia e il Lazio arrivano al 70%, con Roma perfettamente allineata con il dato regionale. Tra il 60% e il 70% troviamo poi altre 6 regioni: Calabria e Campania (entrambe al 68%), Toscana e Umbria (al 67%), Liguria e Molise (appaiate al 64%).
Anche in Sardegna e in Abruzzo oltre il 50% delle case disponibili fa parte della classe G, rispettivamente il 57% e il 58%, mentre sono poco al di sopra di tale soglia anche le Marche, che si attestano sul 52%.
Il confronto con il 2019
Se si effettua un paragone tra i dati odierni e quelli risalenti al 2019, quasi tutte le regioni hanno visto aumentare la quota di immobili in classe A o superiori in vendita, con i 16,5 punti percentuali in più del Veneto a rappresentare l’incremento più alto. L’unica eccezione è rappresentata dalla Basilicata, scesa di un decimale, al 6%.
L’opportunità dei mutui green
Un finanziamento per immobili nuovi in classe A o B o per ristrutturare quello esistente affinché guadagni almeno un paio di classi energetiche. È la caratteristica del mutuo green, proposto dalle banche a condizioni più convenienti rispetto alla media di mercato.
Se si guarda all’ultimo Osservatorio mensile di MutuiOnline.it, emerge che ad agosto i tassi medi per i mutui a 20-30 anni si sono attestati nel caso del fisso al 2,85% nell’opzione green e al 3,20% in quella tradizionale. Mentre, nel caso del variabile, il mutuo green si è fermato al 4,39% contro il 4,64% di quello tradizionale. Un bel differenziale, dunque, che merita di essere preso in seria considerazione al momento di effettuare un investimento importante come quello in campo immobiliare.
Secondo l’ultimo “Esg outlook” di Crif, i mutui green potrebbero arrivare a rappresentare dal 24% al 30% del mercato nel 2030 e oltre il 50% nel 2050, complice la spinta della direttiva europea Case Green, che impone il miglioramento della prestazione energetica da parte degli immobili più vetusti già nei prossimi anni.
Confronta le offerte di mutuo green a tasso fisso:
MUTUO CREDIT AGRICOLE GREENBACK | |
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TAN: | 2,19% |
Spese iniziali: | Istruttoria: € 0,00 Perizia: € 0,00 |
TAEG: | 2,35% (Indice Sintetico di Costo) |
Rata: | € 693,06 (mensile) |
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MUTUO GIOVANI GREEN | |
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TAN: | 2,59% |
Spese iniziali: | Istruttoria: € 0,00 Perizia: € 320,00 |
TAEG: | 2,69% (Indice Sintetico di Costo) |
Rata: | € 725,06 (mensile) |
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MUTUO D-EVOLUTION GREEN | |
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TAN: | 2,70% |
Spese iniziali: | Istruttoria: € 320,00 Perizia: € 219,60 |
TAEG: | 2,83% (Indice Sintetico di Costo) |
Rata: | € 734,01 (mensile) |
MUTUO GREEN | |
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TAN: | 2,70% |
Spese iniziali: | Istruttoria: € 720,00 Perizia: € 350,00 |
TAEG: | 2,85% (Indice Sintetico di Costo) |
Rata: | € 734,01 (mensile) |
MUTUO FISSO IRS GREEN - ACQUISTO | |
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TAN: | 2,80% |
Spese iniziali: | Istruttoria: € 500,00 Perizia: € 0,00 |
TAEG: | 2,88% (Indice Sintetico di Costo) |
Rata: | € 742,20 (mensile) |
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