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Cos’è l’inflazione e come influisce sul mutuo?
L’aumento dei tassi è favorevole per chi investe i risparmi e molto meno per chi acquista casa con un mutuo. In una condizione di rialzo dei tassi, la meglio la hanno gli strumenti di risparmio che troveranno una maggiore remunerazione. Rischioso invece per chi ha un mutuo a tasso variabile.

Chi acquista un mutuo oggi lo fa a condizioni decisamente meno favorevoli rispetto a chi si fosse aggiudicato un finanziamento per la casa nel periodo d’oro dei mutui, con le banche disponibili al credito e i tassi fissi sotto l’1%.
Nonostante i tassi ancora favorevoli e le agevolazioni per i giovani, chi apre un mutuo adesso rischia infatti in futuro di dover pagare lo scotto di cambiamenti sui mercati che potrebbero mutare radicalmente questo stato di grazia dei mutui.
Vediamo allora cosa bisogna sapere prima di prendere ogni decisione riguardante il finanziamento per la casa.
Inflazione: cosa succede ai mutui?
Cos’è l’inflazione?
Le economie dei Paesi sono caratterizzate da andamenti variabili dei prezzi di beni e servizi, in aumento ma anche in ribasso. Quando i prezzi subiscono aumenti e le famiglie possono acquistare meno quantità di quel bene o di quel servizio con la stessa somma di denaro, ci si trova in un regime di inflazione.
L’inflazione è dunque il fenomeno per cui i prezzi di mercato aumentano, riducendo il potere di acquisto della popolazione.
Il calcolo degli aumenti viene fatto sulla base di un “paniere” di beni principali: ogni anno si decide di inserire alcuni prodotti la cui importanza è tale da condizionare la spesa di una famiglia.
All’interno dei beni più importanti che determinano maggiormente la variazione dei prezzi c’è anche l’energia elettrica e il gas, mentre negli ultimi anni hanno perso di importanza prodotti che sono usciti fuori dall’uso comune, come lo zucchero o i francobolli.
Come si misura?
Quando l’euro ancora non esisteva, ogni Paese calcolava l’inflazione in autonomia secondo metodologie e procedure nazionali. Con la creazione dell’euro, l’esigenza è stata quella di introdurre uno strumento unico di valutazione, portando alla scelta dello IAPC (Indice armonizzato dei prezzi al consumo).
Questo si ottiene calcolando la media dei prezzi di un insieme di beni e servizi ponderati naturalmente per l’incidenza di ciascuno sul complesso.
Cosa causa l’inflazione?
La crescita dell’inflazione è quindi una conseguenza dell’aumento dei prezzi dei beni di consumo, ma anche del caro energia: entrambi influenzano il potere di acquisto delle famiglie e delle imprese, condizionando l’andamento dell’economia e la crescita economica di un Paese.
Ad aprile 2022 l’inflazione ha raggiunto i livelli più alti dalla costituzione dell’Unione Europea, complice anche il conflitto bellico tra Russia e Ucraina.
Normalmente i prezzi aumentano quando aumenta la domanda, fino a quando non arrivi a superare l’offerta, ma questa è anche la situazione che si registra in caso di andamento crescente dell’economia. L’inflazione funziona proprio da freno a questo fenomeno, perché agisce sulla domanda e ne ridimensiona la forza.
In corrispondenza, l’atteggiamento delle Banche centrali in presenza di inflazione è aumentare i tassi di interesse, al fine di indurre le famiglie a investire di meno e risparmiare di più.
Perché se aumenta l’inflazione aumentano anche i mutui?
L’inflazione non determina solo l’aumento dei prezzi della spesa e dei servizi, ma fa crescere anche i tassi. L’aumento dei tassi è favorevole per chi investe i risparmi e molto meno per chi acquista casa. In una condizione di rialzo dei tassi, la meglio la hanno infatti i titoli di Stato e i depositi bancari, e comunque tutti gli strumenti di risparmio che troveranno una maggiore remunerazione.
Tra i tassi che l’inflazione alimenta ci sono anche i tassi dei mutui. Di fatto, quando si verifica un fenomeno inflazionistico, l’aspettativa dell’inflazione fa crescere l’indice Eurirs su cui si basano i tassi fissi dei mutui. Ma lo stesso fenomeno è potenzialmente anche un segnale dell’aumento dei tassi variabili, in quanto in presenza di inflazione la Bce aumenta i tassi e di conseguenza determina anche una crescita dell’Euribor.
La questione riguarda quindi principalmente due categorie di mutuatari: i potenziali, ovvero coloro che stanno per accendere un mutuo o che avessero intenzione di farlo in futuro, e chi ha un tasso variabile, visto che questa tipologia di finanziamento per la casa si avvale di un tasso il cui valore varia a seconda dell’andamento dei tassi sul mercato.
Cosa ci si deve aspettare per il futuro dei mutui?
Quando l’inflazione sale, mette a rischio i tassi perché la Bce potrebbe decidere di terminare la sua politica monetaria espansiva con le ormai popolari “iniezioni di liquidità” e aumentare i tassi rispetto al fermo deciso ormai dal 2016.
La rata dei mutui si alzerebbe di conseguenza, così come sta accadendo da fine 2021, condizione che al momento determina per l’Italia che circa 9 mutui su 10 abbiano un tasso fisso, proprio per fermare il costo del finanziamento rispetto alle aspettative dell’inflazione.
C’è tuttavia da dire che i tassi seguono un corso che è graduale, dunque escludono ogni aumento repentino, ma invece possono salire (o ridursi) nel tempo molto lentamente.
E se negli ultimi anni Eurirs ed Euribor hanno mantenuto livelli molto bassi, inducendo le banche a incentivare gli investimenti, adesso pur avendo invertito l’andamento rimangono ancora lontani dal segnare i valori del 2007/2008, quando un tasso fisso su un mutuo arrivava a misurare oltre il 6%.
Le conseguenze di un aumento dell’inflazione possono riguardare poi anche lo spread della banca, che in conseguenza dell’aumento del costo del denaro si riservano margini più alti sulle operazioni di mutuo.
Come fare per non subire gli effetti dell’inflazione?
Allo stato attuale (11 aprile 2022), l’aumento dei tassi di interesse non desta particolare preoccupazione e dal momento che i tassi sono tenuti ancora a zero dalla Bce, Eurirs ed Euribor sono aumentati di pochi punti base.
Tuttavia, poiché l’impennata dell’inflazione nell’ultimo periodo (+6,7% a marzo 2022 sull’anno) sembra sia destinata a diventare strutturale, la previsione per il 2022 è che la Bce ritocchi i tassi al rialzo e di conseguenza questo significherà tassi dei mutui più alti.
Al momento le banche garantiscono mutui a tasso fisso largamente sotto il 2% e se ci si fa aiutare da un comparatore si arriva tranquillamente a trovare occasioni di migliori mutui a tasso fisso intorno all’1,5%. Il variabile continua a essere molto conveniente e concedere tassi che non arrivano per le migliori offerte neanche allo 0,50%.
Qualora si scegliesse un variabile e in futuro si dovessero verificare aumenti improvvisi, oppure i tassi del fisso dovessero subire una qualche riduzione, ci sono due strade percorribili: la rinegoziazione del mutuo con la propria banca, quindi ricontrattare le condizioni dello stesso mutuo e con la stessa banca, oppure la surroga, il trasloco del mutuo presso una nuova banca.
In entrambi i casi si ridefiniranno i criteri (in primis il tasso), così da rendere la rata più leggera, sempre con un procedimento a costo zero e senza spese extra secondo quanto previsto dalla legge.
Ultimo aggiornamento maggio 2022
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