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Mutui pubblici sotto controllo: nuove soglie per i tassi agevolati

Nuovi limiti ai tassi per i mutui accesi da amministrazioni pubbliche con oneri a carico del bilancio statale. Le soglie, in vigore dal 30 maggio 2025, tengono conto della durata del finanziamento e dei costi accessori, promuovendo trasparenza e sostenibilità fiscale.

06/06/2025
casette su grafico crescente
Limiti ai tassi per mutui pubblici: l’intervento del Tesoro

Dal 30 maggio 2025 sono ufficialmente in vigore i nuovi livelli di costo massimo per i mutui con oneri a carico dello Stato e degli enti locali.

A renderlo noto è stato il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), che attraverso il Dipartimento del Tesoro ha pubblicato le nuove soglie nella sezione dedicata ai tassi massimi per i finanziamenti pubblici.

Si tratta di una misura periodicamente aggiornata, che mira a regolamentare l’indebitamento degli enti pubblici e a garantire una sostenibilità finanziaria coerente con gli equilibri di bilancio dello Stato.

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Cosa sono i mutui con oneri a carico dello Stato?

I mutui con oneri a carico dello Stato sono finanziamenti contratti da enti pubblici — ad esempio Regioni, Comuni, Province o enti statali — per finalità di investimento, la cui rata viene sostenuta, in tutto o in parte, da risorse pubbliche centrali.

In altre parole, è lo Stato a farsi carico del pagamento degli interessi, del capitale o di entrambi, in base agli accordi definiti nel contratto di finanziamento e secondo quanto stabilito da norme o programmi specifici di sostegno.

Questa tipologia di mutuo è frequentemente utilizzata in ambiti strategici come la sanità, l’edilizia scolastica, le infrastrutture locali e l’innovazione tecnologica. In questi casi, il supporto dello Stato permette agli enti locali di attivare investimenti che, altrimenti, risulterebbero difficili da finanziare autonomamente per via delle ristrettezze dei bilanci.

Aggiornamento tassi: cosa cambia per i mutui a carico dello Stato

Con l’aggiornamento del 30 maggio 2025, il MEF ha fissato nuovi tetti per il costo massimo ammissibile sui mutui a carico della finanza pubblica. Le determinazioni sono state pubblicate sia nella sezione “Tassi massimi mutui della Pubblica Amministrazione”, sia nelle pagine dedicate alle “Altre passività della PA” e alle “Norme sugli Enti territoriali”, che regolano l’indebitamento locale.

Questi nuovi limiti rappresentano il valore massimo di tasso di interesse applicabile ai mutui che godono del sostegno statale. Il calcolo tiene conto delle condizioni di mercato, del costo medio del debito sovrano e dei vincoli di sostenibilità del debito pubblico. Stabilire un limite significa tutelare l’interesse dello Stato e, indirettamente, dei contribuenti, evitando che vengano accesi mutui con tassi troppo onerosi rispetto alle condizioni medie del mercato.

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Perché l’aggiornamento dei tassi è importante?

L’adeguamento periodico dei tassi massimi serve a mantenere l’equilibrio tra le esigenze degli enti territoriali — che spesso hanno necessità di ricorrere al credito per realizzare progetti di interesse pubblico — e la salvaguardia della stabilità dei conti pubblici. Se il tetto massimo è troppo basso, rischia di scoraggiare gli istituti di credito dal concedere mutui; se è troppo alto, si grava sulle casse pubbliche con oneri eccessivi.

Inoltre, un tasso massimo aggiornato consente di armonizzare la concessione di mutui con le dinamiche del mercato dei capitali e con gli orientamenti della politica monetaria europea, in particolare rispetto ai tassi della BCE e al rendimento dei titoli di Stato italiani.

Chi può accedere ai mutui con oneri pubblici?

I beneficiari sono principalmente enti pubblici territoriali, come Comuni e Regioni, ma anche enti statali o strutture legate a funzioni pubbliche. L’accesso al mutuo è subordinato al rispetto delle norme in materia di bilancio, indebitamento e patto di stabilità interno, e spesso richiede l’approvazione preventiva del Ministero dell’Interno o del Tesoro.

I mutui possono essere concessi da Cassa Depositi e Prestiti o da istituti bancari convenzionati, e possono prevedere un contributo totale o parziale da parte dello Stato a seconda della finalità del progetto.

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Aggiornamento dei tassi massimi: trasparenza come elemento centrale

Nel contesto di un aggiornamento dei tassi massimi, un aspetto fondamentale è la trasparenza: sia per l’ente contraente, che deve avere chiarezza sui costi massimi ammissibili, sia per i cittadini, che devono poter verificare l’uso efficiente delle risorse pubbliche.

È per questo che il MEF mette a disposizione non solo i dati aggiornati ma anche le determinazioni normative, affinché siano accessibili, consultabili e verificabili da parte di enti, operatori finanziari e opinione pubblica.

Differenza tra mutui con oneri a carico dello Stato e mutui ordinari

È importante distinguere tra i mutui con oneri a carico dello Stato e i mutui ordinari accesi dagli enti pubblici a proprio carico. Nei primi, il costo (in tutto o in parte) è coperto da fondi centrali; nei secondi, l’ente locale sostiene in autonomia l’onere dell’indebitamento.

Il tasso di interesse dei mutui ordinari non è soggetto ai tetti imposti dal Tesoro, ma può comunque essere regolato da vincoli regionali o nazionali in funzione della capacità finanziaria dell’ente.

Aggiornamento dei tassi massimi: impatto sulle infrastrutture locali

L’aggiornamento dei tassi massimi potrebbe influenzare in modo rilevante la pianificazione degli investimenti pubblici a livello locale. Se le nuove soglie rendono più conveniente l’accesso al credito agevolato, potremmo assistere a un’accelerazione nell’attivazione di mutui per progetti di riqualificazione urbana, edilizia scolastica, mobilità sostenibile e altri ambiti strategici.

Al contrario, tassi troppo restrittivi potrebbero rallentare la progettualità, soprattutto nei Comuni con margini di manovra finanziaria più ridotti.

A cura di: Paola Campanelli

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