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La BCE taglia i tassi di 25 punti base. Mutui a tasso variabile ancora in discesa
La Banca Centrale Europea ha tagliato il costo del denaro di 25 punti base, portando i tassi sui depositi al 2,00%. Si tratta di un valore considerato neutrale, vale a dire che d'ora in avanti c'è da attendersi una pausa, in attesa di valutazioni. Ecco i benefici sul costo dei mutui.

Un risparmio medio di 29 euro al mese sulle rate del mutuo a tasso variabile. Sono i benefici attesi per i mutuatari dopo il settimo taglio consecutivo al costo del denaro da parte della Banca Centrale Europea.
Il costo sui depositi scende al 2,00%, ma ora stop in vista
A seguito del taglio, il tasso sui depositi scende dunque a quota 2,00%, con quello sui finanziamenti principali che dal 2,40% cala al 2,15% e quello sui prestiti marginali che passa dal 2,65% al 2,40%.
Dunque, è stato raggiunto il livello neutrale del 2,00%, quello che – secondo la maggior parte degli analisti – è ideale a fronte di un’inflazione sostenibile. E, del resto, l’indice dei prezzi al consumo a maggio si è attestato all’1,9% nel confronto a dodici mesi.
“La BCE giunge alla fine del ciclo di politica monetaria”, ha sottolineato il governatore dell’Eurotower, Cristine Lagarde, a indicare che questa decisione verosimilmente porrà fine ai tagli.
Anche perché, sebbene abbia ribadito il mantra secondo cui la BCE “deciderà di volta in volta in base ai dati che arriveranno”, è pur vero che sette tagli consecutivi costituiscono un’eccezione. Ora l’autorità di politica monetaria dovrebbe attendere qualche mese per analizzare l’impatto delle sue decisioni sull’economia reale, prima di intervenire eventualmente di nuovo.
Senza dimenticare che il 2 luglio scade la moratoria dell’Amministrazione Trump sui dazi reciproci. Senza un accordo con l’Europa, scatteranno le tariffe e l’UE attuerà contro-tariffe sui beni americani importati, con la conseguenza di generare un’accelerazione dell’inflazione.
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Preoccupa l’incertezza diffusa sull'andamento dell'economia
Più dell’inflazione, la BCE guarda con preoccupazione al ritmo della crescita economica. Per l’anno in corso, il PIL dell’Eurozona è atteso in aumento di un modesto 0,9%, mentre per il prossimo anno non si andrà oltre l’1,1%, con il progresso di altri due decimali nel 2027.
"La manifattura si è in parte ripresa", ha segnalato Lagarde, "ma i servizi più orientati al mercato domestico stanno rallentando, e i dazi e l'euro più forte rendono più difficile per le aziende esportare".
La Presidente ha spiegato però che "ci sono molti fattori" che rendono l'economia dell'Eurozona resiliente: un mercato del lavoro robusto, con stipendi che si stanno rafforzando e spingono i consumatori a spendere, e l'aumento della spesa per la difesa che rafforza la crescita.
Risparmi in vista sulle rate del mutuo
A seguito del taglio dei tassi di 25 punti base, il TAN medio dei mutui a tasso variabile a 20 e 30 anni è destinato a calare nelle prossime settimane, passando dal 2,83% rilevato a maggio al 2,58%. Il calo è addirittura di 90 punti base rispetto a gennaio e di oltre 200 rispetto a maggio 2024, prima cioè che iniziasse il ciclo ribassista.
Considerando un mutuo da 140 mila della durata di 20 anni, MutuiOnline.it rileva che, grazie all’ultimo allentamento monetario, la rata è destinata a scendere fino a 18 euro al mese, con il pagamento mensile che da 765 euro è destinato a raggiungere i 747 euro, per un risparmio sull’intera durata del mutuo di oltre 4.100 euro.
Per quanto riguarda i mutui a tasso fisso, secondo i dati dell’Osservatorio di MutuiOnline.it a maggio il TAN medio si attesta al 2,99%, confermando la stabilità dimostrata negli ultimi mesi, con il valore che da settembre 2024 oscilla tra il 2,75% e il 3,00%. La rata del mutuo considerato in precedenza risulta dunque pari a 776 €, ovvero 29 € al mese in più rispetto a quella del tasso variabile a seguito del taglio, e la spesa totale sulla durata del finanziamento è di circa 6.800 € maggiore.
Aumenta la convenienza del tasso variabile
Dopo il sorpasso in convenienza del tasso variabile sul fisso, avvenuto nelle prime settimane di maggio, la forbice tra le due tipologie di finanziamento potrebbe aumentare ulteriormente nei prossimi mesi.
Infatti, oggi l’Euribor – indice di riferimento per i mutui a tasso variabile – si attesta sotto quota 2% per la prima volta da gennaio 2023, facendo registrare un valore dell’1,96% per quanto riguarda la scadenza a 3 mesi e dell’1,95% per quella a 1 mese (rilevazioni del 4 giugno).
Secondo le previsioni, la tendenza al ribasso dovrebbe proseguire fino a marzo del prossimo anno, con il TAN medio dei mutui a tasso variabile che è potrebbe dunque calare ancora nei prossimi mesi.
L’IRS invece, riferimento per i mutui a tasso fisso, si attesta al momento al 2,73% per la scadenza a 20 anni e al 2,65% per quella a 30 anni, valori che si confermano pressoché stabili da quando all’inizio di marzo si è registrato un rialzo che ha portato a un aumento degli indici di circa 40bps nel giro di pochi giorni. MutuiOnline.it stima che, salvo stravolgimenti i tassi di interesse del fisso dovrebbero rimanere stabili.
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Banca | Tasso | Rata | Taeg |
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