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Come cambiano le detrazioni al 19% sulle imposte IRPEF

Taglio alle detrazioni del 19% sulle imposte IRPEF. Da quest’anno scattano le riduzioni forfettarie e i tetti di spesa per i contribuenti che superano i 50 mila euro di reddito lordo annuo. Una misura che tiene fuori la prima casa, che potrebbe anche essere avvantaggiata nel mix di investimenti.

06/06/2025
scritta tax su una scrivania, vicino a moduli per la dichiarazione dei redditi
Detrazioni al 19%: le novità sui tetti di spesa

Il “recupero” del 19% sugli interessi passivi pagati per mutui ipotecari per l’acquisto dell’abitazione principale resta salvo, ma per le altre detrazioni da quest’anno è partita la tagliola.

Ed è bene informarsi in merito, dato che ci troviamo nel vivo della stagione della dichiarazione dei redditi e questa novità normativa rischia di incidere pesantemente sulle tasche dei contribuenti italiani.

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Cosa cambia nel 2025 per le detrazioni al 19%

In particolare, i contribuenti con reddito complessivo superiore a 50 mila euro lordi al mese (dunque, non necessariamente benestanti, dato che la soglia minima risulta di poco superiore ai 2.300 euro netti mensili) subiranno una riduzione forfettaria di 260 euro sull’ammontare complessivo delle detrazioni spettanti per gli oneri detraibili al 19%.

Inoltre, per i contribuenti con reddito tra 75 mila e 100 mila euro, viene stabilito un tetto massimo di spese detraibili pari a 14 mila euro. Oltre i 100 mila euro di reddito, il limite scende a 8 mila.

Questi limiti sono modulati da coefficienti legati alla composizione del nucleo familiare: la presenza di figli a carico, specialmente se più di due o con disabilità, consente di raggiungere il tetto massimo, mentre chi non ha figli a carico vede dimezzata la possibilità di detrazione. Per redditi superiori a 120 mila euro, i limiti si riducono ulteriormente secondo regole già vigenti negli anni precedenti.

Le spese ancora detraibili al 19%

Nonostante i limiti, il sistema consente di scegliere quali spese includere nel calcolo delle detrazioni, privilegiando quelle più vantaggiose per il contribuente. Ciò offre margini di manovra per ottimizzare la posizione fiscale, anche in presenza di tetti restrittivi.

Tra le spese ancora detraibili al 19%, in quanto escluse dai tagli 2025, figurano:

  • le pese sanitarie, incluse quelle per assistenza infermieristica e riabilitativa, senza necessità di prescrizione medica per alcune prestazioni specifiche;
  • le spese veterinarie;
  • le spese per istruzione (scuola e università), attività sportive per i figli, abbonamenti ai trasporti pubblici e contributi previdenziali;
  • le spese assicurative per polizze vita, infortuni e non autosufficienza, entro certi limiti di spesa.

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Casa: le detrazioni sugli interessi dei mutui

Come detto, anche se le nuove norme introducono limiti generali alle detrazioni, la detrazione sugli interessi dei mutui per la prima casa viene esclusa da tagli forfettari e tetti restrittivi.

Inoltre, viene confermato per l’anno in corso il coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti (CDP), con un budget fino a 2 miliardi di euro per l’erogazione di nuovi mutui prima casa. Questo intervento mira a rilanciare il mercato immobiliare e facilitare l’acquisto della casa da parte delle famiglie, in un contesto di calo dei volumi di mutui ipotecari registrato negli ultimi anni.

A conti fatti, le limitazioni alle detrazioni per redditi elevati potrebbero indurre i contribuenti con redditi sopra i 50 mila euro a rivedere la composizione delle spese detraibili, privilegiando quelle legate ai mutui e alle spese sanitarie, che sono escluse dal taglio forfettario. Il che rende la pianificazione fiscale più complessa ma anche più strategica, soprattutto per chi ha mutui in corso e vuole massimizzare il beneficio fiscale.

Esenzione IMU per la prima casa

Il favore del legislatore per l’immobile adibito a residenza familiare trova conferma nella disciplina relativa all’IMU (Imposta Municipale Unica). Tra le scadenze fiscali di giugno 2025, rientra l’acconto IMU relativo all'anno in corso, da versare entro il 16 giugno.

Si tratta di un'imposta che grava sul possesso di immobili, con il calcolo dell’ammontare basato sul valore catastale degli stessi e sull'aliquota stabilita dal Comune in cui l'immobile è situato.

L’imposta non si applica sulle abitazioni (l’esenzione non vale per quelle di lusso), ma a tutti gli altri immobili sì. È il caso delle case vacanza, degli uffici e dei negozi, così come dei terreni agricoli e dei fabbricati rurali. È importante infine ricordare che l'IMU è un'imposta comunale e quindi le aliquote e le modalità di versamento possono variare da un comune all’altro.

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A cura di: Luigi Dell'Olio

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