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IMU - Imposta Municipale Unica
L’Imposta municipale unica (IMU) è l’imposta che va pagata sugli immobili di cui si è proprietari o su cui si ha un diritto reale (uso, usufrutto, superficie o enfiteusi). Rientra tra le imposte di tipo patrimoniale in quanto viene applicata sulla componente immobiliare del patrimonio . Si paga sulle abitazioni principali di lusso (categorie catastali A/1, A/8 e A/9), sulle seconde case e su tutti gli altri immobili (negozi, laboratori, eccetera).
Sono escluse dall’IMU le unità immobiliari adibite ad abitazione principale e assimilate (immobili classificati nelle categorie catastali A/2-A/3-A/4-A/5-A/6-A/7), e relative pertinenze (immobili classificati nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7) nella misura massima di un’unità immobiliare per ciascuna delle categorie catastali indicate, anche se iscritte in catasto unitamente all’unità ad uso abitativo.
L’Imposta Municipale Unica (IMU) è stata inizialmente introdotta dal Governo Berlusconi (D.Lgs. n. 23 del 14 marzo 2011) per gli immobili diversi dall’abitazione principale ma il Governo Monti, a causa di urgenti motivi per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici (manovra “Salva Italia”), ha esteso l’imposta anche alle abitazioni principali rendendola effettiva, in via sperimentale, a partire dal 2012 per poi portarla a regime dal 2015 (Decreto Legge n. 201 del 6 dicembre 2011 e modifiche Legge n. 214 del 22 dicembre 2011). Come dichiarato dal Dipartimento delle Finanze , l’IMU sostituisce l’ICI e, per la componente immobiliare, l’IRPEF e le relative addizionali regionali e comunali sui redditi fondiari degli immobili non locati o non affittati.
Attraverso la Legge n.124 del 28 ottobre 2013 e del D. l. n.133 del 30 novembre 2013 viene soppresso per l’anno 2013 il pagamento della prima rata e della seconda rata dell’IMU sull’abitazione principale e le relative pertinenze (ad esclusione degli immobili classificati nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9). Esclusivamente per il 2013 il Governo Letta ha introdotto il pagamento della cosiddetta “Mini IMU” per assicurare una copertura finanziaria che sostituisse in minima parte il gettito garantito dall’imposta sulla prima casa ormai abolita.
Nella Legge di Stabilità 2014 viene anche definito che a partire dal 1 gennaio 2014 l’IMU diventa parte della nuova Imposta Unica Comunale (IUC) e graverà solamente sulle abitazioni principali classificate come abitazioni signorili (categoria catastale A/1), abitazioni in ville (categoria catastale A/8), castelli e palazzi di eminenti pregi artistici o storici (categoria catastale A/9), e sulle altre tipologie di immobili che non sono utilizzate come prima casa.
Con la Legge di Bilancio 2020 sono state unificate Imu e Tasi. A partire dal 2020 ci sarà, infatti, la Nuova Imu che avrà un’aliquota dell’8,6 per mille (alzata di un punto rispetto all’attuale: 7,6). I sindaci potranno aumentare fino ad un massimo di due punti per mille o anche azzerarla completamente. Solo per il 2020 la nuova Imu potrà arrivare ad un massimo di 11,4 per mille; tale aliquota sarà legittima soltanto nei comuni in cui Imu e Tasi erano già arrivate al limite. I primi cittadini, a cui sono stati dati maggiori poteri, possono applicare diverse aliquote da comune a comune.
Come si calcola?
Per il calcolo dell’imposta occorre conoscere la rendita catastale dell’immobile sottoposto a tassazione Imu. Il valore della rendita catastale riferita al proprio immobile è riportato sul contratto di acquisto dell’immobile stesso (rogito notarile). In alternativa, è possibile ottenere tale valore tramite una visura catastale, che può essere effettuata gratuitamente attraverso il servizio online offerto dall’Agenzia delle Entrate nella sezione dedicata alle visure catastali.
Una volta recuperata la rendita, bisogna rivalutarla del 5%. Il risultato ottenuto va moltiplicato per il relativo coefficiente che cambia in base al tipo di immobile. Per abitazioni e pertinenze il coefficiente è pari a 160, per i negozi è 55 mentre per gli uffici è 80.
Il risultato va poi moltiplicato per l’aliquota IMU 2019 stabilita dal Comune per quel tipo di immobile. Nel caso in cui l’immobile sia prima casa e di lusso (categorie A1, A8 e A9), si deve calcolare pure la detrazione base di 200 euro.
A chi spetta pagare l’Imu
Sono tenuti al pagamento dell’Imu:
- I proprietari di fabbricati. Se si tratta di abitazione principale, si deve pagare l’IMU soltanto se classificata nelle categorie A/1, A/8 e A/9;
- aree fabbricabili;
- terreni destinati a qualsiasi uso;
- chi ha sull’immobile il diritto reale di: usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi o superficie;
- chi ha in concessione un’area demaniale;
- i locatari di immobili concessi in leasing, anche se si tratta di immobili da costruire o in corso di costruzione. I locatari devono pagare l’IMU dalla data della stipula del contratto e per tutta la sua durata.
Ogni proprietario deve pagare la propria quota di IMU. Se l’immobile ha più proprietari, la quota va rapportata alla percentuale di possesso. Sono tenuti, inoltre, al pagamento dell’imposta:
- il coniuge vedovo (superstite) che continua ad abitare nell’abitazione principale di lusso (A/1, A/8, A/9). Gli eredi non sono tenuti a pagare l’IMU;
- il coniuge a cui è stata assegnata dal Tribunale la casa coniugale (di lusso - A/1, A/8, A/9) in seguito a separazione legale, annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio.
Coloro che sono in affitto non sono tenuti a pagare l’IMU.
Ultimo aggiornamento settembre 2020