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Bonus casa: si avvicina il taglio delle detrazioni, corsa alle ristrutturazioni

Stretta sulle ristrutturazioni edilizie. Dopo anni di bonus generosi, dal 1° gennaio 2026 le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni sulla prima casa scenderanno dall’attuale percentuale del 50% al 36%, con il tetto di spesa che resterà a 96 mila euro.

28/08/2025
modellino di casa con tetto in costruzione, vicino a monete sparse
Bonus casa 2025: taglio delle detrazioni fiscali

La stagione dei maxi-incentivi edilizi sta volgendo al termine. Dopo anni di bonus generosi, dal 1° gennaio 2026 le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni sulla prima casa scenderanno dall’attuale 50% al 36%, con il tetto di spesa che resterà a 96 mila euro.

Così sarà anche nel 2027, mentre dal 2028 non ci sarà più la distinzione tra prima e seconda casa e il bonus ristrutturazione avrà aliquota al 30%, con un tetto massimo di spesa a 48mila euro per unità immobiliare.

Si tratta di un percorso fissato dal legislatore. Per questo motivo, nelle prossime settimane è attesa una vera e propria corsa ad aprire i cantieri, con la necessità di rispettare scadenze precise legate alla data di fatturazione e all’inizio dei lavori.

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Ristrutturazioni: la corsa contro il calendario

Chi intende ristrutturare casa dovrà avviare i lavori entro il 2025 e - soprattutto - assicurarsi che le fatture principali siano emesse entro il 31 dicembre. Questo per far sì che la spesa rientri nel regime agevolato al 50%. Il rischio, per chi temporeggia, è trovarsi con i lavori avviati, ma con parte delle spese finite nel 2026, quindi già sotto il regime meno conveniente.

Ecco perché gli operatori del settore edilizio, dai geometri alle imprese, segnalano un aumento di richieste di preventivi. A crescere, in parallelo, sono anche le domande di finanziamento: mutuo ristrutturazione e prestito ristrutturazione si confermano gli strumenti più utilizzati dalle famiglie per reperire la liquidità necessaria.

Dai Superbonus ai tagli: un decennio di incentivi in evoluzione

Negli ultimi dieci anni, la normativa sulle agevolazioni edilizie ha vissuto un’evoluzione. Dal 36% ordinario, si era passati al 50% come misura “temporanea”, poi prorogata più volte. Con il Superbonus 110% lanciato nel 2020, la politica fiscale aveva ribaltato lo schema, consentendo non solo di detrarre ma di guadagnare sui lavori. Quella stagione si è però chiusa. Prima il ridimensionamento al 90%, poi l’uscita progressiva dei crediti d’imposta cedibili e, ora, il ritorno graduale a regimi ordinari.

Dal 2026, tornerà dunque il quadro più restrittivo: il 36% di detrazione, massimale dimezzato e assenza di super-incentivi straordinari.

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Lavori edilizi: mutuo o prestito ristrutturazione?

Di fronte a una ristrutturazione importante, la scelta della forma di finanziamento è cruciale.

Mutuo ristrutturazione: conviene quando l’intervento è di medio-grande entità, superiore a 30-40 mila euro e quando si intende spalmare il costo su molti anni. Gli interessi sono generalmente più bassi rispetto a un prestito personale e le durate arrivano anche a 20-30 anni. Inoltre, gli interessi passivi sul mutuo possono essere a loro volta portati in detrazione fiscale entro certi limiti.

Prestito ristrutturazione: è più rapido da ottenere, con procedure semplificate e senza bisogno di ipoteca. Si adatta a lavori di importo ridotto o medio, fino a 30 mila euro e a chi preferisce una durata breve, solitamente cinque-dieci anni. Il tasso di interesse può essere più alto, ma la flessibilità e la velocità d’erogazione lo rendono lo strumento preferito quando i tempi sono stretti

A questo proposito, una visita a un comparatore online come MutuiOnline.it o PrestitiOnline.it può risultare utile per prendere una decisione consapevole.

Lavori di ristrutturazione: una questione di tempistiche e pianificazione

La vera variabile principale non è solo il costo del finanziamento, ma anche la capacità di avviare i lavori e chiuderli con fatture emesse entro i tempi utili. Da questo punto di vista, chi sceglie un mutuo deve considerare che l’istruttoria può richiedere settimane e la banca spesso eroga le somme in tranche legate allo stato di avanzamento dei lavori.

Il prestito, invece, garantisce liquidità immediata: una scelta che può fare la differenza in un contesto di cantieri congestionati e imprese oberate dalle richieste.

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Come avviare i lavori di ristrutturazione e beneficiare delle detrazioni

Per non farsi trovare impreparati, i passaggi chiave sono tre:

  • richiedere i preventivi alle imprese il prima possibile, bloccando il prezzo e definendo il cronoprogramma;
  • verificare le opzioni di finanziamento, confrontando mutuo e prestito ristrutturazione in base all’importo e ai tempi;
  • gestire le fatture in modo accurato, assicurandosi che siano datate entro il 2025 per beneficiare ancora del 50% di detrazione.
A cura di: Alessio Santarelli

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