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Cosa vuol dire Cap o Capped Rate?

Il mutuo a tasso variabile con cap o mutuo capped rate prevede un tasso di interesse variabile e un tetto massimo oltre il quale tale tasso di interesse non potrà mai salire. Scopriamo nel dettaglio questa particolare tipologia di mutuo che coniuga il tasso variabile e quello fisso.

casetta denaro e sciarpa
Cos'è il mutuo variabile con cap

La scelta del tasso di interesse e la durata sono due variabili importanti da prendere in considerazione durante la valutazione di un mutuo. Come ben saprai, il tasso di interesse può essere fisso o variabile, ma esistono tipologie di mutui in cui l'uno e l'altro tasso si fondono per creare soluzioni ibride e venire incontro alle esigenze più disparate.

Il mutuo a tasso variabile con cap o mutuo capped rate rientra in questa categoria di mutui e prevede un tasso di interesse variabile e un tetto massimo oltre il quale il tasso di interesse non potrà mai salire. Scopriamolo nel dettaglio.

Cosa significa mutuo variabile con cap?

La parola cap è un inglesismo e significa letteralmente, a seconda del contesto, tappo o berretto. Un tasso capped rate indica un tasso di interessi che è libero di variare nel tempo, ma non può superare un tetto massimo stabilito.

Dunque, il mutuo variabile con cap è un mutuo a tasso variabile con un limite massimo, stabilito in fase di sottoscrizione del contratto, oltre il quale il tasso di interesse non potrà mai salire, anche se i tassi di mercato dovessero superarlo.

La scelta del tasso capped rate allontana il pericolo di un aumento spropositato dell'importo delle rate, unendo la flessibilità del tasso variabile alla garanzia del tetto massimo concordato tra le parti. Infatti, nel caso in cui il tasso di interesse crescesse al di sopra del tetto massimo, gli interessi verrebbero calcolati in base al tasso capped rate; al contrario, qualora il tasso di interesse variabile rimanesse al di sotto della soglia massima, gli interessi continuerebbero ad essere calcolati in base al tasso variabile corrente.

Anche in questo caso, il tasso di interesse variabile è determinato in base al parametro Euribor o al tasso BCE, a cui si somma lo spread, cioè il ricarico aggiunto dalla banca per trarne il proprio ricavo economico.

Veniamo alle note dolenti: la garanzia del tasso capped rate viene spesso controbilanciata da uno spread bancario più elevato rispetto a un semplice mutuo a tasso variabile, questo perché è la banca ad assumersi il rischio di un potenziale aumento del tasso di interesse oltre il tetto massimo, prefissato in fase di stipula.

Quando scegliere un mutuo capped rate?

Scegliere il miglior mutuo è un fattore cruciale per affrontare con serenità un passo così importante. Nel processo di selezione del mutuo, il mutuatario ha piena autonomia nella scelta del tasso di interesse: solitamente, chi è meno propenso al rischio, tende a prediligere un tasso di interessi fisso.

Viceversa, c'è chi preferisce rischiare in cambio di un tasso di interesse variabile, solitamente più basso rispetto al fisso. Ma la scelta va commisurata in base all'andamento dei tassi di riferimento: ciò significa che se, ad esempio, si prevede una ulteriore diminuzione del costo del denaro, è preferibile scegliere un tasso di interesse variabile per approfittare di un potenziale abbassamento dell'importo della rata del mutuo; viceversa se l'andamento dei tassi è in aumento, rintanarsi in un tasso fisso potrebbe essere la soluzione per proteggersi da un aumento dei tassi di mercato.

Cosa fare, invece, relativamente al mutuo a tasso variabile con cap? Questa tipologia di mutuo va presa in considerazione quando:

  • La durata del rimborso è molto lunga, ad esempio 25/30 anni;
  • All'ora della stipula i tassi di riferimento sono in forte rialzo o la differenza tra il tasso fisso e quello variabile è molto elevata.

Quindi il tasso capped rate è da evitare in caso di mutui di breve durata o ancora, quando si sta valutando di surrogare il mutuo, ovvero di trasferire il finanziamento in un'altra banca.

Quali altre tipologie di mutuo esistono?

Come dicevamo il mutuo a tasso variabile con cap non è il solo a fondere il criterio del tasso fisso al tasso variabile. Esistono infatti, anche altre tipologie di mutuo alternative alla divisione principale tra fisso e variabile. Se cerchi un mutuo ibrido, ovvero desideri approfittare del tasso variabile senza rinunciare alla stabilità del tasso fisso, ecco le altre tipologie di mutuo che, insieme al tasso capped rate, formano le alternative ai tassi tradizionali:

  • Mutuo a tasso misto: puoi passare dal tasso fisso a quello variabile, o viceversa, secondo le scadenze e i tempi previsti dal contratto. Selezionare l'uno o l'altro tasso, dipenderà dall'andamento dei tassi sul mercato;
  • Mutuo a tasso doppio: il piano d'ammortamento si suddivide in due parti. Una parte del rimborso calcola gli interessi sul tasso variabile e la restante parte sul tasso fisso.
  • Mutuo a tasso variabile a rata costante: in questo caso, viene fissato un tetto massimo all'importo della rata del mutuo. Le variazioni al rialzo o al ribasso del tasso di interesse andranno in questo caso ad incidere sulla durata del mutuo e non sull'importo della rata.

Avere più di due alternative tra cui scegliere è utile per identificare il piano di ammortamento più adeguato alle proprie esigenze. Prima di sottoscrivere un mutuo, valuta attentamente la tua disponibilità mensile: è consigliabile che la rata scelta non sfori un terzo del reddito disponibile per poter far fronte anche alle altre spese oltre che al pagamento della rata. Tale valutazione, ti aiuterà a scegliere il tasso di interessi adeguato, insieme ad una considerazione circa i possibili sviluppi dei tassi nel tempo.

Per conoscere le offerte di mutuo più convenienti al momento, puoi fare un preventivo mutuo su MutuiOnline.it: potrai visionare le proposte delle principali banche. Basterà selezionare il tipo di tasso che preferisci, la durata e la tipologia di finanziamento.

Ultimo aggiornamento ottobre 2023

A cura di: Redazione

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