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Mutuo tasso variabile
Il mutuo a tasso variabile è un credito ipotecario il cui calcolo della rata è basato sugli indici EURIBOR o tasso BCE; la loro quotazione oscilla nel tempo determinando una rata che di conseguenza varia.

Il mutuo tasso variabile è un prodotto finanziario utilizzato in prevalenza per l’acquisto di immobili per uso abitativo; è caratterizzato dall’avere un importo della rata che varia nel tempo, per via delle oscillazioni legate alle quotazioni degli indici di riferimento.
La base di calcolo della rata può essere rappresentata fondamentalmente da due indici:
- Euribor, che rappresenta gli scambi di valute in euro tra le principali banche europee sulle durate a breve termine;
- Tasso BCE, che è il tasso di rifinanziamento praticato dalla Banca Centrale Europea ai prestiti che concede alle banche dell’area euro.
A questi indici viene praticata da parte della banca una maggiorazione, lo spread, che definisce il tasso di interesse inserito nell'atto di mutuo da applicare al capitale finanziato.
La differenza con il mutuo a tasso fisso consiste nel fatto che il calcolo della rata viene ripetuto a ogni scadenza, inserendo nella formula il tasso aggiornato dell’indice prescelto - ad esempio l’Euribor a tre mesi - per ottenere la rata da sottoporre all’incasso, che per le oscillazioni delle quotazioni sarà diversa dalla precedente.
I pro del mutuo a tasso variabile sono rappresentati dall’avere un costo del denaro più basso rispetto al tasso fisso, sicuramente nella prima parte del mutuo e comunque considerando l’intera durata del piano di ammortamento, ma, per contro, il mutuo a tasso variabile non assicura al mutuatario un riparo dai rialzi delle rate, che potrebbero intaccare significativamente la gestione finanziaria della famiglia, considerata la volatilità dei mercati e la tendenza delle retribuzioni ad aumenti molto contenuti nel tempo.
I costi legati al tasso variabile sono tendenzialmente più bassi rispetto al mutuo a tasso fisso, perché la banca erogante è meno esposta alla oscillazione dei capitali impiegati presso la clientela, a cui corrisponde un prezzo inferiore per l’uso del denaro che pratica ai mutuatari.
Ultimo aggiornamento novembre 2023
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