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Superbonus: i risvolti positivi e le ultime novità
Spesso si fanno valutazioni sul Superbonus relativamente all’impatto negativo che questa misura sta avendo sui conti pubblici. Poco si è detto, invece, a proposito dei benefici che il bonus fiscale ha apportato, che pure sono importanti sia a livello economico, sia sociale.

Negli ultimi mesi si è parlato del Superbonus soprattutto per l’impatto negativo che questa misura sta avendo sui conti pubblici, nonché per una serie di truffe rilevate. Poco si è detto, invece, a proposito dei benefici che il bonus fiscale ha apportato, che pure sono importanti, anche se non sufficienti a far cambiare idea al legislatore sul futuro di questa misura.
L’impatto positivo sull’efficienza energetica
L’ultimo Rapporto annuale sulla certificazione energetica degli edifici, realizzato da Enea e Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente, segnala che nell’ultimo anno la quota di immobili collocabili nelle classi energetiche peggiori, cioè F e G, è scesa del 3,7% e vi è stato un incremento della medesima entità per le due classi migliori. Così gli edifici energivori, pur restando in maggioranza assoluta (55%), si vanno assottigliando sia per l’impatto delle nuove costruzioni (che, comunque, procedono a rilento nel nostro Paese), sia per l’impatto degli interventi di riqualificazione guidati dagli incentivi statali.
Rispetto al 2021, sono cresciute di un punto e mezzo le riqualificazioni energetiche e le ristrutturazioni profonde, che hanno rappresentato rispettivamente il 5,7% e il 4,1% degli attestati di prestazione energetica rilasciati nel 2022.
Presentando i dati, il presidente dell’Enea, Gilberto Dialuce, si è soffermato sull’importanza della riqualificazione energetica in campo edilizio non solo per una questione ambientale, ma anche per fronteggiare le tensioni sui prezzi energetici, che tornano a riaffacciarsi periodicamente. Come del resto si è visto proprio di recente, con un rimbalzo delle utenze dopo un periodo di ribassi generalizzati.
Il tutto senza dimenticare la Direttiva Case Green, che potrebbe essere approvata a breve e che in bozza prevede l’obbligo di portare progressivamente tutti gli immobili non al di sotto della classe energetica D.
I costi per lo Stato
Quanto all’impatto sulle finanze dello Stato, solo nell’anno in corso il Superbonus peserà per 36,9 miliardi di euro, cioè 22,6 in più di quanto previsto nel Documento di Economia e Finanza messo a punto dal Governo la scorsa primavera. Una spesa extra che va ad appesantire ulteriormente il debito pubblico.
Gli sviluppi della misura incentivante
La tagliola era stata annunciata da tempo, ma la sensazione prevalente era che si sarebbe deciso per un ammorbidimento graduale della misura. Invece l’esecutivo ha deciso di velocizzare i tempi, bocciando tutti gli emendamenti che auspicavano un posticipo dello stop al Superbonus nel 2024 relativamente ai condomini. “Se il debito non diminuisce è per colpa degli 80 miliardi del Superbonus”, ha dichiarato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, con riferimento all’impatto atteso nel 2024 alla luce delle opere già approvate, ma caratterizzate da cantieri che continueranno a restare aperti anche il prossimo anno. Alla luce di queste decisioni, tutti i condomini passeranno da una percentuale del 90% a una del 70%, un passaggio che appunto sorprende per le tempistiche. A nulla sono serviti gli appelli forti non solo di cittadini e lavoratori preoccupati, ma nemmeno dell’ANCE, l’associazione dei costruttori.
Domande al via
Intanto dal 2 al 31 ottobre è possibile presentare la domanda all’Agenzia delle per ottenere i contributi a fondo perduto per compensare parte della riduzione del Superbonus dal 110% al 90%. La misura, nota come “Fondo indigenti”, fa riferimento alle spese sostenute dal 1° gennaio 2023 al 31 ottobre 2023 per interventi di efficienza energetica, sisma bonus, fotovoltaico e colonnine di ricarica per veicoli elettrici, nell’ambito del Superbonus.
L’importo del contributo richiesto non può superare il 10% delle spese complessive ammesse all’agevolazione. È possibile accedervi a tre condizioni:
- un reddito annuo non superiore a 15 mila euro;
- il diritto di proprietà o diritto reale di godimento sull’unità immobiliare;
- il fatto che si tratti di abitazione principale del richiedente.
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