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Superbonus: come funziona lo spalmacrediti su dieci anni
Ancora novità per il Superbonus, che cerca di recuperare l'appeal perduto alla luce delle strette normative decise nel corso degli ultimi mesi, con l'intento principale di contrastare gli abusi in materia. Arriva la possibilità di spalmare i crediti maturati nell'arco di dieci anni.

Il Superbonus è un cantiere sempre aperto dal punto di vista normativo e regolamentare. È importante seguire con costanza gli orientamenti del legislatore e degli enti preposti per poter cogliere le opportunità che si presentano, senza finire trappola delle pastoie e incertezze burocratiche.
Tutti i bonus edilizi che è possibile “scaricare” nell’arco di dieci anni
L’ultima novità in ordine di tempo è lo spalmacrediti con rateizzazione decennale, che non riguarda esclusivamente il Superbonus, bensì anche le detrazioni per i lavori riguardanti le barriere architettoniche e il sismabonus ordinario.
Per usufruire di questa possibilità occorre collegarsi al sito internet dell’Agenzia delle Entrate, accedere alla propria area riservata, quindi alla Piattaforma cessione crediti. A questo punto occorre cliccare sulla voce “Ulteriore rateizzazione” indicando la volontà di usufruire della detrazione decennale. Opzione possibile a patto che si tratti di un importo della rata annuale che non sia ancora stato utilizzato in compensazione in F24.
I limiti all’utilizzo della ripartizione decennale dei bonus
La ripartizione decennale non è ammissibile per le rate originariamente compensabili nel 2021 per il Superbonus e per quelle compensabili prima del 2023 per l’eliminazione delle barriere architettoniche, in quanto la prima rata originaria per questo bonus è compensabile solo a partire da quest’anno.
Una volta ripartita la quota residua di una rata annuale in dieci nuove rate annuali, ciascuna nuova rata risultante dalla ripartizione può essere utilizzata esclusivamente in compensazione in F24. Quindi senza bisogno di accettazione o altre formalità.
Le Entrate danno priorità ai crediti edilizi tracciabili
Quanto alle modalità di attuazione dello spalmacrediti, l’Agenzia delle Entrate ha deciso di allungare in via preliminare la vita dei crediti tracciabili e, poi, quella dei crediti non tracciabili, con minori opzioni di cedibilità. L’ente pubblico ha realizzato sul proprio sito un vademecum, nel quale viene spiegato che se nel plafond dei crediti compensabili di un certo soggetto sono presenti crediti tracciabili e non tracciabili della stessa tipologia e per lo stesso anno di riferimento, l’importo delle rate spalmate su dieci anni sarà sottratto prioritariamente dai primi. Questo perché i crediti tracciabili presentano meno opzioni di cedibilità: ad esempio non possono essere ceduti parzialmente (al di sotto della singola rata) e, dopo aver scelto di utilizzarli in compensazione, non possono più essere ceduti.
Quanto ai crediti non tracciabili di differenti categorie (ad esempio cedibili più volte a chiunque o solo una volta a soggetti qualificati), l’importo viene spalmato su dieci anni dando priorità a quelli con maggiori restrizioni in termini di cedibilità.
Il futuro del Superbonus all’insegna della sostenibilità
Nonostante il blocco alla cessione dei crediti, il Superbonus continua a pesare sui conti pubblici in merito alle opere già in approvazione al momento della riforma. Secondo l’ultimo aggiornamento dell’Enea, a marzo il costo è stato di 4,2 miliardi di euro, portando l’onere a carico dello Stato a oltre 80 miliardi.
Intanto, guardando al futuro dai commercialisti arriva una proposta. Partendo dalla considerazione che le ultime strette hanno reso particolarmente complicato l’utilizzo del Superbonus, lo strumento sia focalizzato sugli interventi di efficientamento energetico relativi agli edifici meno efficienti e realizzati su grandi condomini. In questo senso, data la carenza di nuove risorse in seno al bilancio dello Stato, la proposta è di far leva sui fondi del Pnrr, continuando a permettere il meccanismo della cessione del credito.
In parallelo viene suggerito di pensare ad agevolazioni per il miglioramento energetico anche per le imprese, dal momento che i consumi di energia di tali aziende supera nettamente quella destinata a usi domestici.
Misure che dovranno essere vagliate dal legislatore in vista della manovra di Bilancio relativa al 2024.
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