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Studenti e lavoratori fuori sede in affitto nei grandi centri

Bologna è la città italiana con il maggior numero di inquilini trasfertisti, studenti e lavoratori che occupano l’80% delle case in locazione. Secondo un'analisi il numero di inquilini provenienti da fuori è aumentato nel corso degli anni, nonostante il costo crescente degli affitti.

16/06/2023
Vista dal basso di alti palazzi bianchi e arancioni che svettano verso un cielo azzurro
Studenti e lavoratori fuori sede in affitto nelle grandi città

È Bologna la città con il maggior numero di inquilini trasfertisti, studenti e lavoratori che occupano l’80% delle case in affitto. Nel 2022 il 30% arrivava da altri capoluoghi, il 38% da altri comuni e solo il 27% era già residente in città, quando solo nel 2021 era il 45,8%.

A rilevarlo è l’ultima ricerca dell’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa sui contratti di affitto stipulati nei principali centri italiani dal 2019 al 2022.

Secondo l’analisi, il numero di inquilini provenienti da fuori è aumentato nel corso degli anni, inevitabilmente rispetto al periodo del covid (22%), ma anche paragonato al periodo precedente. Tra il 2021 e il 2022 era residente il 65% di chi affittava nei grandi centri; arrivava dalla periferia il 10%, da comuni limitrofi il 15% e da altri capoluoghi il 9%.

Nel 2019, prima del covid, la percentuale di inquilini in arrivo da fuori era il 28,3%, nel 2022 cresce fino al 34,7%.

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Il flusso di inquilini forestieri nelle principali città

Dopo Bologna, che fa rilevare numeri altissimi di afflusso di inquilini da fuori, è Verona la città con il maggior numero di inquilini non residenti, aumentati dal 43% del 2019 al 55% del 2022. Nel 2020 subisce una normale battuta di arresto a causa del covid, stipulando solo il 28% dei contratti ai non residenti.

A Torino il 46% degli inquilini arriva da fuori. Il 2022 è l’anno che segna il numero più alto di affitti a non residenti, quando nel 2020 erano il 40%.

Milano nel 2022 vede crescere la percentuale di forestieri occupanti case in affitto fino al 43,6%, più bassa rispetto al 51,1% del 2021. Nel 2019 e 2020 erano solo il 30-40%.

A Firenze, lavoratori e studenti fuorisede hanno raggiunto nel 2022 il 40%, con la la maggioranza proveniente da altre città.

A Roma rimane alta la percentuale di residenti che stipulano contratti di affitto, intorno al 70-80% e nel 2022 la quota di studenti e lavoratori provenienti da fuori città era il 30%, in calo rispetto al 40% del 2021.

Nonostante il caro affitti affligga in maniera crescente i maggiori centri italiani, sedi universitarie e luoghi con migliori opportunità di lavoro rispetto a tante altre aree della Penisola, l’offerta di immobili in affitto è sempre più bassa, con numeri rilevanti nelle città di Bologna e Milano.

Caro prezzi e aumento dei tassi: meglio affittare o comprare casa?

La valutazione va fatta in merito sicuramente alla capienza del reddito e alla possibilità di sostenere la spesa del mutuo, ma anche in considerazione degli aumenti degli affitti nelle grandi città verificatisi negli ultimi anni.

Una ricerca del Gruppo Tecnocasa sui contratti di locazione stipulati nelle grandi città italiane negli ultimi quattro anni rivela dati interessanti sulla provenienza degli inquilini. I dati sembrano riportare una situazione cambiata nell’ultimo anno in cui il costo dei mutui è aumentato vertiginosamente. Milano è sicuramente la città dove locazioni e mutui sono più alti: il costo di un affitto medio per un bilocale di 65 metri quadri è di 1.038 euro al mese, mentre acquistare un immobile partendo dal prezzo medio di 4.300 euro al metro quadro per una casa, comporterebbe una rata del mutuo pari a € 1.300 circa.

A Bologna per affittare un bilocale ci vogliono 703 euro al mese in media, contro 779 euro della rata del mutuo: con 80 euro di differenza al mese, si diventa proprietari. La differenza tra le due spese si assottiglia scendendo verso il sud dell’Italia: a Bari ci vogliono 515 euro al mese per affittare un bilocale, contro una rata del mutuo di 508 euro.

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A cura di: Paola Campanelli

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