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Mutui fissi e variabili: come cambia lo scenario dopo la decisione della BCE?

Francoforte ha deciso di fermarsi per valutare se la politica monetaria degli ultimi mesi stia davvero producendo gli effetti sperati. Con i tassi sostanzialmente stabili, la scelta tra mutuo a tasso fisso o variabile torna a dipendere dal profilo e dalle esigenze personali.

12/11/2025
simbolo dell'euro davanti alla sede della bce
La BCE si ferma: cosa significa per i mutuatari?

La decisione della Banca Centrale Europea di fine ottobre segna una fase di riflessione nella lunga corsa al ribasso dei tassi iniziata nel 2024. Così, il tasso sui depositi resta al 2%, quello principale al 2,15% e quello sui prestiti marginali al 2,40%, una scelta di prudenza che riflette l’obiettivo di consolidare la fase di stabilità monetaria, dopo il progressivo raffreddamento dell’inflazione registrato nel 2025.

Secondo gli analisti, la BCE ha scelto di congelare i tassi per osservare l’evoluzione dell’economia reale, dopo otto riduzioni tra il 2024 e il 2025. Il mercato dei mutui reagisce con calma: l’Euribor a tre mesi — parametro di riferimento per i tassi variabili — si mantiene attorno al 2%, mentre l’IRS a 20 anni — base dei tassi fissi — oscilla intorno al 2,9%. La conseguenza diretta è un mercato stabile, dove i mutui restano convenienti rispetto ai livelli del 2023 ma senza ulteriori ribassi nell’immediato.

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BCE: gli effetti sui mutui già in corso

Chi ha già sottoscritto un mutuo a tasso fisso non vedrà variazioni nella rata, che rimane uguale per tutta la durata del contratto. Per chi ha un tasso stipulato sopra il 4%, può invece essere il momento giusto per valutare una surroga. Le banche tornano a proporre soluzioni competitive con TAEG anche inferiori al 3% e un’operazione di trasferimento può ridurre la rata mensile fino a 100-150 euro.

Per i mutui a tasso variabile, invece, la pausa della BCE blocca temporaneamente i rialzi, offrendo un po’ di respiro a chi aveva temuto ulteriori aumenti dopo il ciclo di correzioni dell’ultimo anno.

Mutui: tassi medi e prospettive per il 2026

Attualmente, i tassi medi sui nuovi mutui casa si muovono tra il 2,7% e il 3,3%, con differenze legate alla durata e alla formula scelta. Dopo un calo complessivo di circa due punti percentuali rispetto al picco del 2023, il mercato sembra aver raggiunto un equilibrio. Tuttavia, gli esperti non escludono un nuovo taglio dei tassi entro dicembre, qualora l’inflazione continui a rallentare. L’atteggiamento di Francoforte resta di “attesa attiva”: nessuna fretta di muoversi, ma attenzione costante ai dati macroeconomici.

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Mutuo a tasso fisso o variabile: quale conviene oggi?

Con i tassi sostanzialmente stabili, la scelta tra fisso e variabile torna a dipendere dal profilo e dalle esigenze personali. Il tasso fisso garantisce sicurezza e prevedibilità, con la rata che rimane identica, a prova di futuri rialzi dei tassi. È la formula ideale per chi desidera pianificare spese a lungo termine o non vuole correre rischi legati all’andamento dei mercati.

Il tasso variabile, invece, è oggi leggermente più conveniente e può risultare vantaggioso per chi ha margini di reddito o prevede l’estinzione anticipata del mutuo. In pratica, il variabile consente di partire con una rata più bassa e di approfittare di eventuali futuri tagli dei tassi, se la BCE dovesse allentare ulteriormente la politica monetaria nel 2026.

Simulazione mutuo: tasso fisso verso variabile

Per chi deve accendere un mutuo oggi, la scelta più saggia è valutare la propria situazione personale: chi punta alla sicurezza può bloccare ora un fisso poco sopra il 3%, mentre chi è disposto ad accettare un po’ di rischio può optare per un variabile poco sopra il 2%, in attesa di nuovi tagli nei prossimi mesi.

In ogni caso, strumenti di comparazione come MutuiOnline.it permettono di individuare rapidamente le soluzioni più convenienti e adatte al proprio profilo, in un momento in cui la stabilità monetaria può ancora trasformarsi in un’occasione di risparmio concreto.

Una simulazione su MutuiOnline.it per un impiegato di 35 anni residente a Milano, con reddito mensile di 2.600 euro e mutuo da 100.000 euro per l’acquisto della prima casa (valore immobile 200.000 euro, durata 30 anni), mostra la differenza tra le due formule:

  • Mutuo a tasso fisso (WebankMutuo Fisso IRS Green): TAN 3,28%, TAEG 3,39%, rata mensile €436,85. Tra i vantaggi: tasso bloccato per tutta la durata, perizia e assicurazione casa gratuite;
  • Mutuo a tasso variabile (Monte dei Paschi di SienaMPS Mio Acquisto): TAN 2,19%, TAEG 2,45%, rata mensile €378,99. Tra i vantaggi: condizioni promozionali, istruttoria e Garanzia CONSAP per le categorie beneficiarie.

Il risparmio è di circa 58 euro al mese per il variabile, che in un anno equivale a un risparmio di quasi 700 euro. Tuttavia, chi sceglie il variabile deve considerare che, in caso di rialzo dei tassi, la rata potrebbe aumentare. Viceversa, il fisso tutela dalla volatilità e rappresenta una scelta più prudente in ottica di lungo periodo.

A cura di: Nicoletta Papucci

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