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La BCE congela i tassi: stop ai tagli e mutui su livelli storicamente più che accettabili

La Banca Centrale Europea mantiene i tassi fermi e il ciclo di tagli sembra essere giunto al termine. Il mercato dei mutui ritrova equilibrio con il variabile più conveniente del fisso, ma la prudenza prevale. Oltre il 92% degli italiani sceglie ancora la rata stabile. 

31/10/2025
christine lagarde, presidente della bce
BCE, tassi fermi: per i mutui si apre una fase di stabilità

La Banca Centrale Europea sceglie la prudenza e conferma la pausa nel percorso di riduzione del costo del denaro. Nella riunione del 30 ottobre — la penultima del 2025 — Francoforte ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse, dopo otto tagli consecutivi tra giugno 2024 e giugno 2025, che avevano portato a un calo complessivo di 200 punti base. Il tasso sui depositi resta al 2,00%, quello sulle operazioni di rifinanziamento principali al 2,15% e quello sui prestiti marginali al 2,40%.

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Prudenza e divergenze tra Banche Centrali

Il ciclo di tagli al costo del denaro, che tra la seconda parte del 2024 e la prima del 2025 ha permesso ai tassi sui mutui casa di scendere sensibilmente, sembra essere giunto al termine. La decisione della BCE, ampiamente prevista dai mercati, conferma la volontà di Christine Lagarde e colleghi di operare con prudenza sui tassi di riferimento in un contesto geopolitico incerto, tenendo sotto controllo i dati riguardo a inflazione e crescita economica nell’Eurozona.

Una decisione largamente attesa dai mercati: l’inflazione è ormai prossima all’obiettivo del 2% e la crescita dell’Eurozona procede in linea con le aspettative, pur in un contesto reso fragile dalle tensioni geopolitiche e commerciali.

Differente la posizione oltreoceano della FED, che ha tagliato i tassi di 25 punti base mercoledì 29 ottobre, dando seguito al primo taglio di settembre e segnando l’inizio di una fase di politica monetaria più espansiva.

La BCE mantiene un approccio più cauto guidato dai dati e valutando di volta in volta la rotta più adatta per la politica monetaria, molto simile a quello della Bank of England che resta attendista, aspettando conferme sull’andamento dell’inflazione. Si prevede quindi stabilità nel mercato dei mutui, che rimarranno a livelli storicamente più che accettabili per i prossimi mesi.

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Mutui stabili: variabile più conveniente, ma il fisso domina

La stabilità della politica monetaria europea si riflette sul mercato dei mutui, dove il tasso variabile torna più conveniente rispetto al fisso. Secondo l’Osservatorio di MutuiOnline.it, a ottobre il TAN medio dei mutui a tasso variabile si attesta al 2,69%, contro il 3,27% del mutuo a tasso fisso, con valori pressoché invariati rispetto a settembre. La differenza di circa 60 punti base genera un concreto vantaggio per chi sceglie l’indicizzato.

Su un mutuo ventennale da 180.000 euro, la rata mensile è di 971 euro contro 1.023 euro del fisso, pari a un risparmio di 52 euro al mese e oltre 12.500 euro in vent’anni. Su un mutuo trentennale, la rata scende a 729 euro per il variabile contro 785 euro per il fisso, con un vantaggio di 56 euro mensili e più di 20.200 euro sull’intera durata.

Eppure, nonostante la convenienza economica, la stragrande maggioranza degli italiani continua a preferire la sicurezza del tasso fisso. Nel terzo trimestre del 2025, il 92,5% delle richieste di mutuo riguarda questa formula, contro appena il 5,5% per il variabile. Si tratta del valore più alto dal 2023, ma resta lontano dai livelli del 2022, quando il 27,7% dei richiedenti optava per il tasso indicizzato, favorito allora da una forbice di 150 punti base a favore del variabile (1,70% contro 3,17%).

Il quadro di calma è confermato anche dagli indici di riferimento. L’Euribor a uno e tre mesi, che guida i mutui variabili, resta vicino alla soglia del 2%, con valori rispettivamente di 1,89% e 2,07%. Per i mutui a tasso fisso, l’IRS a 20 e 30 anni si mantiene attorno al 2,89%, dopo aver superato di poco il 3% nel mese precedente.

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Mutui green: il risparmio migliore è sostenibile

Tra le varie tipologie di finanziamento, si confermano protagonisti i mutui green, dedicati all’acquisto o alla ristrutturazione di immobili ad alta efficienza energetica. Le banche continuano a premiare questa formula con tassi agevolati inferiori di 40-50 punti base rispetto ai mutui tradizionali.

Dalle rilevazioni del 29 ottobre emerge che, sullo stesso mutuo ventennale da 180.000 euro, la migliore offerta green a tasso fisso ha un TAN del 2,80% e una rata di 980 euro, cioè 43 euro in meno rispetto alla media di mercato, con un risparmio complessivo di 10.200 euro.

Ancora più vantaggioso il caso del variabile green, con un TAN del 2,19%, una rata di 927 euro e un risparmio mensile di 44 euro rispetto alla media, per un totale di oltre 10.500 euro lungo la durata del finanziamento.

Queste offerte confermano che la sostenibilità non è solo un valore ambientale ma anche una leva economica concreta, capace di offrire migliori condizioni a chi investe in efficienza.

Le offerte di mutuo prima casa a tasso variabile:

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Crédit Agricole Italia 2,73% € 407,18 3,06%
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A cura di: Nicoletta Papucci

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