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Mutui: cresce la convenienza del variabile, ma gli italiani preferiscono il fisso
La prospettata ripresa dei mutui a tasso variabile non c'è stata, almeno per ora. Secondo le rilevazioni di MutuiOnline.it, la stragrande maggioranza dei mutuatari italiani continua a preferire il tasso fisso. Anche se lo scenario è diversificato a livello territoriale.

I tagli al costo del denaro, realizzati dalla Banca Centrale Europea nel corso dell’ultimo anno e mezzo, hanno reso progressivamente più conveniente il tasso variabile rispetto a quello fisso, ma per il momento le preferenze dei mutuatari italiani continuano ad andare verso il fisso. Cerchiamo allora di capire perché e quale scenario si prospetta per i prossimi mesi.
Il tasso fisso domina nelle richieste di mutuo
L'ultimo studio di MutuiOnline.it, relativo al terzo trimestre 2025, conferma la preferenza del mutuo a tasso fisso, con percentuali superiori al 90% in tutte le città analizzate. Bari si distingue per la quota più alta, con oltre il 95% delle richieste orientate al fisso, seguita da Genova (94,8%) e Napoli e Palermo (94,4%). Al contrario, il tasso variabile raggiunge le percentuali più elevate a Trieste (6,8%), Firenze (6,4%) e Trento (6,3%).
Dunque, nonostante il TAN medio del mutuo a tasso variabile a settembre 2025 si sia attestato al 2,69% rispetto al 3,24% del fisso, la maggior parte degli utenti preferisce la sicurezza della rata costante, soprattutto in un contesto di tassi di interesse tendenzialmente stabili ma con prospettive incerte sul medio termine.
Il risparmio medio sul variabile rispetto al fisso è comunque contenuto: circa 33 euro al mese su una rata di mutuo di 120 mila euro, cioè meno di 8 mila euro nell'intera durata ventennale del mutuo. Questo spiega anche la bassa diffusione di questa scelta, sebbene in alcune città si stia osservando un lieve aumento delle richieste.
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TAEG: | 3,48% (Indice Sintetico di Costo) |
Rata: | € 433,01 (mensile) |
Finalità di finanziamento e profilo dei mutuatari
L'acquisto della prima casa rappresenta la motivazione più comune del ricorso al mutuo, superando in tutte le città il 55% delle finalità di finanziamento. Genova registra la quota più alta, con il 72,6% dei consumatori che accende un mutuo per finanziare l’acquisto dell’abitazione principale, seguita da Trieste (70,1%) e Verona (67,8%), mentre Bari mostra la percentuale più contenuta (55,8%).
Per i mutui finalizzati all'acquisto della seconda casa, Cagliari guida con il 13,6% delle richieste, seguono Napoli (13,0%) e Milano (11,1%), mentre Trieste registra il dato più basso (8,2%). Trento, invece, registra la quota più alta di surroga del mutuo, superando il 30%, mentre Genova è la città con il dato più basso (14,0%).
Sul fronte dei profili demografici, i mutuatari più giovani sono a Trieste, con un'età media di 37 anni e sette mesi, inferiore di quasi 2 anni e mezzo rispetto alla media nazionale di 40 anni. Anche Verona, Milano, Bologna e Trento si collocano sotto la media, mentre città come Cagliari, Reggio Calabria, Napoli e Roma mostrano popolazioni di mutuatari più mature, con età medie superiori ai 41 anni.
Per quanto riguarda la durata media dei finanziamenti, Verona e Trieste sono in cima alla classifica con una durata media di 25 anni e 4 mesi, mentre Reggio Calabria registra preferenze per periodi più brevi, attorno ai 23 anni.
Mutui: importi medi richiesti e valori immobiliari
Milano si conferma la città con il valore medio più alto sia per l'importo del mutuo richiesto (177.163 euro) sia per il valore medio degli immobili (290.755 euro). Seguono Trento e Bologna con valori inferiori. Alle estremità opposte, Reggio Calabria fa registrare i valori più bassi sia per gli importi richiesti (109.588 euro) sia per i prezzi delle abitazioni (168.045 euro).
Il rapporto Loan-to-Value (LTV) - che esprime il rapporto tra la somma richiesta e il valore dell'immobile - raggiunge il massimo a Palermo (73,6%), mentre il valore minimo viene registrato a Firenze (66,8%). Questo dato è influenzato dal prezzo relativo degli immobili e dall'età dei mutuatari: i più giovani tendono a versare anticipi più bassi, aumentando la percentuale di LTV, mentre i mutuatari più maturi hanno spesso risparmi maggiori da destinare all'anticipo.
Il valore della stabilità nel contesto attuale
Nel panorama attuale del mercato creditizio, caratterizzato da una relativa stabilità dei tassi ma con incertezze a medio termine, la preferenza per il tasso fisso si lega a una maggiore tranquillità finanziaria nella gestione delle rate. Infatti, il tasso fisso rappresenta una protezione contro le oscillazioni future del mercato e un elemento di certezza per i bilanci familiari.
D'altro canto, il tasso variabile resta un'opzione per un segmento di mutuatari disposto a correre un rischio maggiore per ottenere un risparmio immediato, anche se questo segmento al momento sfiora il 7% del totale delle richieste.