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Case, cresce l'interesse per le zone di periferia
Con l'emergenza Coronavirus sono cambiate le esigenze abitative degli italiani. Si è sviluppato un interesse maggiore per le zone periferiche soprattutto in chi sentiva il bisogno di abitazioni più ampie o comunque dotate di spazi esterni. Ricercate in particolare le soluzioni indipendenti.

Oggi c’è un interesse maggiore per le zone di periferia quando si decide di acquistare casa. Una tendenza che sembra aver preso il sopravvento soprattutto dopo la fase più acuta dell’emergenza Coronavirus. I gusti degli italiani in ambito abitativo sono cambiati perché sono mutate le esigenze: ora si dà più peso ad avere una camera in più o spazi esterni, come terrazzi, balconi o giardini. In quel periodo, non a caso, sono state soprattutto le soluzioni indipendenti a conquistare la classifica tra le tipologie abitative più ricercate, ma il trilocale è sempre rimasto al primo posto.
A incoraggiare questo andamento è stato, in particolare nelle grandi città come Milano, anche l’aumento dei prezzi delle case in centro. Inoltre in queste zone più esterne ultimamente sono anche in corso opere di riqualificazione e potenziamento delle linee della metropolitana che le rende ancor più appetibili. Non a caso anche in periferia i prezzi delle abitazioni sono saliti del 30,9% nella città meneghina. Lo rivela l’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa che ha esaminato i valori immobiliari in centro, semicentro e in periferia, constatando una maggiore predilezione per le zone di periferia, ma anche ottime performance per le zone centrali grazie anche agli investitori che stanno puntando tutto sugli affitti turistici.
A registrare un calo dei prezzi sono invece le zone periferiche di Genova: qui lo studio svela un crollo di oltre il 50 per cento, complice un’offerta abitativa popolare e un maggior numero di clienti che ricorre a mutui di un certo peso. Perdite sul fronte dei valori anche nelle zone esterne di Torino e Roma, che presentano rispettivamente una diminuzione dei prezzi pari a -32,8% e -29,1%. Un fenomeno legato in questo caso a una minore disponibilità di spesa dei possibili acquirenti e a tante abitazioni presenti sul mercato che necessitano di interventi di ristrutturazione.
Gli investitori puntano sulle zone centrali
Nonostante il recedente andamento, il centro cittadino non demorde. Queste zone risultano, infatti, molto gettonate da chi decide di investire ed è proprio il turismo la chiave del successo. A piazzarsi ai primi posti in questa classifica sono le città di Bari, Napoli e Palermo, dove l’afflusso dei visitatori è forte. Bene anche Verona, Bologna e Milano dove gli investitori risultano attivi nel mercato immobiliare.
Compravendite a gonfie vele nei piccoli centri
Un altro aspetto interessante del mercato immobiliare in Italia viene fuori dagli ultimi dati diffusi dall’Agenzia delle Entrate che mostrano un calo delle compravendite a livello nazionale dell’8,3%. Il primo trimestre si è chiuso infatti con 166.745 compravendite contro 181.766 compravendite dei primi tre mesi del 2022; ma non è l’unico elemento rilevante: si registra, infatti, un andamento migliore nei Comuni non capoluogo rispetto ai capoluoghi. Sono i piccoli centri ad avere la meglio rispetto alle grandi città.
Bologna, ad esempio, è, tra le grandi città, quella che presenta un calo delle compravendite più importante: -23,9%. In seconda posizione c’è la città di Milano con una contrazione pari a -22,9%. Sia nel capoluogo emiliano che lombardo negli ultimi anni sono aumentati molto i prezzi delle abitazioni; fattore che può aver influito sul calo delle transazioni. A Roma la diminuzione delle compravendite è invece del -10,3%. I dintorni di Milano mettono a segno un -10,5%, mentre l’hinterland di Roma -12,2%. Bene invece l’hinterland di Palermo che chiude il primo trimestre con +1,0% e di Napoli con -6,1%, complici anche le località turistiche presenti in queste zone.
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