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Bce: i tassi saliranno ancora

Nella prossima riunione di politica monetaria, in calendario per il mese di marzo, la Bce innalzerà di 50 punti base i tre tassi riferimento. In agenda, inoltre, ci sono anche ulteriori incrementi. L'obiettivo è favorire un ritorno dell'inflazione al 2 per cento nel medio termine.

23/02/2023
simbolo dell'euro davanti la bce
Nuovo aumento dei tassi Bce

I tassi continueranno a salire. Ad annunciarlo è stata la Banca Centrale Europea nel suo bollettino ufficiale. Il provvedimento verrà messo in campo a partire dal prossimo mese, quando verranno innalzati di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della Bce. In calendario inoltre vi sono ancora altri rialzi. Una mossa che secondo la BCE servirà a far diminuire nel tempo l’inflazione.

A marzo, dunque, nel corso della prossima riunione di politica monetaria, il Consiglio direttivo aumenterà i tassi di interesse, valuterà l’andamento della sua politica monetaria e ridurrà il portafoglio del Programma di acquisto di attività (PAA). L’obiettivo, così come si legge nel bollettino ufficiale dell’Istituto di Francoforte, è “mantenere i tassi su livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2 per cento nel medio termine”.

Inoltre, il ritmo della riduzione del portafoglio del PAA sarà pari in media a 15 miliardi di euro al mese fino alla fine di giugno 2023 e verrà poi determinato con il passare del tempo. Il Consiglio direttivo ricontrollerà, infatti, con cadenza regolare il ritmo della riduzione del portafoglio del PAA in modo che resti in linea con la strategia e l ’orientamento complessivi della politica monetaria, che venga salvaguardato il funzionamento del mercato e che resti saldo il controllo sulle condizioni del mercato monetario nel breve periodo.

Nel corso del suo intervento al Parlamento Europeo, Christine Lagarde, presidente della Bce, ha fatto sapere che è necessario prestare attenzione alle preoccupazioni dei cittadini e valutare attentamente se e come rispondere a tali preoccupazioni nel corso mandato. “Il rafforzamento della fiducia nella nostra istituzione sostiene anche la nostra politica monetaria, ad esempio ancorando le aspettative di inflazione”, ha dichiarato il numero uno dell’Istituto bancario di Francoforte.

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L'economia nel mondo

Dai dati della Bce emerge un indebolimento dell’attività economica a livello mondiale. A remare contro soprattutto l’aumento e il peso dell’inflazione che a gennaio è arrivata all’8,5 per cento. Secondo una prima stima dell’Eurostat, l’economia dell’area dell’euro è cresciuta dello 0,1 per cento nel quarto trimestre del 2022. Un dato superiore rispetto alle stime di dicembre degli esperti dell’Eurosistema, ma che comunque evidenzia un marcato rallentamento dell’attività economica a partire dalla metà del 2022.

Dall’analisi risulta che il tasso di disoccupazione si è mantenuto al minimo storico del 6,6 per cento a dicembre 2022. Al contempo, però, il ritmo della creazione di posti di lavoro potrebbe rallentare e la disoccupazione potrebbe tornare a salire nei prossimi trimestri. Inoltre, nel bollettino ufficiale Bce si legge che le misure messe in campo dai Governi per sostenere le famiglie contro il caro-energia serviranno a frenare l’inflazione nel corso di quest’anno, ma una volta terminate dovrebbero farla aumentare. Si registrano, intanto, rincari soprattutto sul fronte dei servizi. E la guerra tra Ucraina e Russia potrebbe spingere nuovamente in alto i costi die beni energetici e alimentari.

A dicembre è tornata un po’ di tregua con i prezzi del gas naturale calati in maniera significativa per effetto del rallentamento della domanda a livello mondiale, delle temperature invernali miti e dell’efficacia delle misure adottate per il risparmio del gas

Sale il costo del credito

L’aumento dei tassi di interesse ha avuto un impatto di non poco conto anche sul credito bancario alle imprese, che negli ultimi tempi ha presentato un brusco rallentamento. Complici di questo indebolimento della domanda di prestiti per investimento sia il rialzo dei tassi che l’inasprimento dei criteri di concessione dei prestiti. Una situazione che si riflette anche sulle famiglie. Il nuovo anno è iniziato, infatti, con un calo delle richieste di mutui immobiliari.

Al contrario, invece, nel mese di gennaio è stata registrata una crescita record dei prestiti personali che hanno messo a segno un +31,4%. Stabili, secondo il Barometro Crif, i prestiti finalizzati all’acquisto di specifici beni e servizi (+1,1%).

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A cura di: Tiziana Casciaro

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