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Bonus casa, cosa cambia con lo stop alla cessione dei crediti

Stop alla cessione dei crediti relativi ai bonus edilizi. Con una mossa a sorpresa, il governo ha preso questa decisione drastica per consentire da una parte di smaltire i crediti accumulati con il Superbonus e dall'altra di limitare l'impatto sul bilancio dello Stato.

24/02/2023
giovane donna su poltrona e scritta bonus
Stop alla cessione dei crediti relativi ai bonus edilizi

Probabilmente non sarà la fine dei bonus edilizi, come paventato da più parti, ma sta di fatto che la decisione del Governo di mettere la parola fine alla cessione dei crediti darà una bella botta soprattutto al Superbonus, incentivo per chi ristruttura un immobile con benefici di almeno due classi energetiche. Una misura già colpita dalla riduzione della detrazione dal 110 al 90% entrata in vigore all’inizio di quest’anno.

Le novità

Con una mossa a sorpresa, l’esecutivo ha deciso lo stop per lo sconto in fattura e la cessione dei crediti sui bonus fiscali, con il divieto di acquisto per gli enti locali dei crediti già in circolazione. La decisione, assunta tramite decreto legge, è stata motivata in due modi: la volontà di risolvere il problema dei crediti incagliati (stimati in circa 110 miliardi ei euro), cioè quelli che molte Pmi hanno in pancia, senza riuscire a disfarsene per mancanza di acquirenti; la necessità di mettere in sicurezza i conti pubblici, dato che il Superbonus costituisce un costo enorme per lo Stato.

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Proteste di imprese e cittadini

Inutile dire che la misura ha causato una pronta reazione degli operatori di settore, a cominciare dall’Ance (l’associazione dei costruttori), che lamenta la tempistica e il metodo adottato, considerato che da tempo era in corso un dialogo tra il governo e tutte le categorie interessate per cercare un punto d’incontro.

A essere spiazzati sono anche i cittadini, soprattutto quelli che hanno avviato i lavori e ora non sanno come fare per completarli. “Tutto quello che si è iniziato non si può portare a termine: ci sono 90mila cantieri fermi e oltre 150mila lavoratori bloccati”, lamentano dall’Anaci, l’associazione degli amministratori dei condomini.

Con il decreto legge arriva anche il divieto per le pubbliche amministrazioni ad acquistare crediti derivanti dai bonus edilizi, come avevano iniziato a fare alcune regioni proprio per alleviare il disagio crescente di famiglie e imprese.

Cosa cambia

Tornando ai contenuti del provvedimento, per i nuovi interventi edilizi (non quelli già avviati) resta solo la strada della detrazione d’imposta e questo riduce sensibilmente la platea dei potenziali interessati. Infatti, occorre avere un reddito consistente per evitare l’incapienza fiscale e riuscire a ottenere la detrazione anno dopo anno. Il che va a cozzare con il quoziente familiare introdotto per le villette, con l’intento dichiarato di agevolare i nuclei a basso reddito.

Il decreto chiarisce poi la questione della responsabilità solidale dei cessionari, escludendola per chi è in possesso di tutta la documentazione relativa alle opere. Questo per eliminare le incertezze che hanno frenato tanti intermediari dall’assorbire questi crediti.

Intanto è stato stabilito che i condomini che hanno adottato la delibera assembleare sull’esecuzione dei lavori entro il 25 novembre scorso e hanno presentato la Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata (Cila) potranno ancora cedere all’impresa il credito di imposta, e quindi effettuare le opere senza sopportare costi. Anche per le villette il decreto del governo salva lo sconto in fattura, ma solo per chi ha presentato la Cila.

Lo stop alla cessione dei crediti riguarda anche le somme spese per la riqualificazione energetica e la ristrutturazione di primo livello relativa alle parti comuni degli edifici condominiali, con un importo dei lavori non inferiore ai 200mila euro. Stesso discorso per gli interventi di riduzione del rischio sismico realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali o realizzati nei comuni ricadenti nelle zone classificate a rischio sismico 1, 2 e 3, mediante demolizione e ricostruzione di interi edifici, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare, che provvedano alla successiva alienazione dell’immobile.

A cura di: Luigi dell'Olio

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