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Tassi in calo per i mutui a marzo 2025

A marzo 2025, il tasso medio sulle nuove operazioni per l’acquisto di abitazioni è sceso al 3,14%, in calo rispetto al 3,18% di febbraio. Per avere un termine di paragone di medio periodo, basti pensare che a dicembre del 2023 il tasso medio era arrivato al 4,42%.

23/04/2025
simbolo percentuale su foglio e uomo che fa conti con calcolatrice
Scende il costo medio di chi richiede un finanziamento

Buone notizie per chi sta pensando di accendere un mutuo casa. A marzo 2025, il tasso medio sulle nuove operazioni per l’acquisto di abitazioni è sceso al 3,14%, in calo rispetto al 3,18% di febbraio. Ma, più che l’importo, si rileva la tendenza che si conferma in calo (tranne qualche pausa) ormai da diversi trimestri.

Per avere un termine di paragone di medio periodo, basti pensare che a dicembre del 2023 il tasso medio era arrivato al 4,42%. I dati emergono dal Rapporto mensile dell’Abi (Associazione Bancaria Italiana), che segnala anche una discesa del tasso medio complessivo sui prestiti, passato dal 4,28% al 4,22%.

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Decisiva la spinta della BCE sul taglio dei tassi

Questo rallentamento del costo del denaro per le famiglie arriva dopo mesi di politica monetaria restrittiva da parte della Banca Centrale Europea. A partire dalla scorsa estate, la BCE ha infatti avviato un progressivo taglio dei tassi di interesse, nel tentativo di stimolare la ripresa economica e ridare slancio alla domanda interna. Un’inversione di rotta che ha cominciato a mostrare i suoi effetti in maniera importante dall’inizio di quest’anno.

Famiglie più propense a investire, ma con prudenza

Il calo dei tassi ha subito un’accelerazione soprattutto sui finanziamenti a breve termine, che risultano particolarmente sensibili alle manovre della BCE. Nei primi dieci giorni di aprile, il tasso Euribor a tre mesi – parametro di riferimento per molti mutui a tasso variabile – è sceso al 2,32%, in calo rispetto al 2,44% di marzo e ben al di sotto del 2,84% registrato a dicembre 2024. Anche il rendimento lordo dei BoT a sei mesi ha seguito lo stesso trend, attestandosi al 2,15%, in diminuzione rispetto al 2,29% del mese precedente.

Tuttavia, il calo dei tassi non riguarda in modo uniforme tutte le scadenze. I tassi a lungo termine, che influenzano in particolare i mutui a tasso fisso, hanno mostrato una tendenza più altalenante. L’indice IRS a 10 anni – spesso utilizzato come base per il calcolo dei mutui fissi – si è attestato a inizio aprile al 2,59%, in calo di 8 punti base rispetto a marzo, ma comunque in crescita rispetto al 2,23% registrato a dicembre scorso. Un andamento che, secondo l’Abi, riflette l’incertezza che ancora aleggia sui mercati finanziari, tra timori geopolitici, tensioni internazionali e previsioni economiche poco incoraggianti.

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Rallenta la domanda di prestiti, ma si arresta la contrazione

Nonostante il miglioramento delle condizioni di accesso al credito, la domanda di prestiti da parte di famiglie e imprese resta nel complesso debole. A marzo, per la prima volta da due anni, il volume complessivo dei finanziamenti non ha registrato una variazione negativa rispetto all’anno precedente, mantenendosi stabile dopo mesi di contrazione. A febbraio, infatti, i prestiti alle imprese erano diminuiti del 2,1%, mentre quelli alle famiglie crescevano dello 0,7%.

La cautela è dovuta al contesto macroeconomico fragile. Il rallentamento della crescita, unito alla persistente inflazione in alcuni settori chiave, continua a incidere sulle scelte delle famiglie che, pur godendo di tassi più bassi, si mostrano ancora prudenti nell’indebitarsi a lungo termine.

La raccolta cresce: famiglie e imprese investono di più

Se da un lato la domanda di prestiti rallenta, dall’altro cresce la raccolta. Secondo l’Associazione bancaria italiana, a marzo la raccolta complessiva – che include depositi e obbligazioni – è aumentata dell’1,5% su base annua. I soli depositi sono cresciuti dell’1,2%, mentre la raccolta a medio-lungo termine tramite obbligazioni è aumentata del 4,0%. In forte crescita anche la raccolta indiretta, ovvero gli investimenti in titoli custoditi presso le banche, che tra febbraio 2024 e febbraio di quest’anno è salita di ben 153 miliardi di euro.

Le prospettive restano positive anche per i prossimi mesi, considerato che l’allentamento monetario da parte della Bce sembra destinato a proseguire. Secondo le analisi di MutuiOnline.it, il differenziale in favore dei tassi fissi continuerà a ridursi nei prossimi mesi, con un possibile sorpasso dei TAN entro la fine dell'estate. A quel punto, si dovrebbe tornare alla condizione che di solito caratterizza il mercato dei mutui, con il fisso più caro del variabile, dato che il primo incorpora “l’assicurazione” che la rata non muterà nel corso di tutto il piano di rimborso.

A cura di: Luigi Dell'Olio

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