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Nuovo Euribor: più affidabile per mutui a tasso variabile

20/01/2020
Nuovo Euribor: più affidabile per mutui a tasso variabile

Novità per il mercato del credito europeo e, soprattutto, per chi ha un mutuo a tasso variabile: all’inizio del 2020 ha debuttato il nuovo Euribor. Si tratta di una forma ibrida del suo predecessore ma, a suo vantaggio, c’è il fatto che viene determinato dalle transazioni effettivamente avvenute sul mercato interbancario in un preciso giorno o, nel caso riscontri insufficienti, nell’arco in un ben preciso range temporale. Il ‘vecchio’ Euribor, fino allo scorso dicembre, scaturiva da un semplice confronto telefonico che avveniva – su basi informali e di fiducia - tra le circa venti banche del panel. Nella nuova ‘versione’, invece, gli istituti che partecipano alla composizione dell’indicatore dovranno produrre informazioni precise e dettagliate, in qualche modo oggettive, al fine di rendere difficile un’eventuale manipolazione dei valori. 

È il parametro delle banche per agganciare il ‘ricarico’ 

Perché questa novità è importante sia per chi ha già un mutuo sia per chi ha intenzione di accendere un mutuo nuovo? L’indice, come sempre, rappresenta il costo/tasso con cui le banche si ‘prestano’ denaro a breve termine. La curva di riferimento è compresa tra una settimana a un anno, con la scadenza a tre mesi che è quella maggiormente utilizzata nei contratti ipotecari. Si tratta di un parametro che deve essere tenuto sotto stretta osservazione, soprattutto da parte di chi sta rimborsando un mutuo a tasso  indicizzato, perché rappresenta il costo che la banca (che ha preso in prestito moneta da un altro istituto) trasferisce - verosimilmente con l’aggiunta di interessi - al mutuatario.  

Nessuna sostanziale ripercussione per i mutuatari

Formalmente per i mutuatari non ci sarà alcuna ripercussione, mentre potrebbero incontrare una certa volatilità nella ‘fissazione’ del nuovo Euribor nel caso di un irrigidimento degli scambi tra banche. Questa, tuttavia, è un’eventualità considerata molto improbabile: l’ultima volta che è avvenuta è stato nel 2008 (anno in cui l’Euribor ha toccato il suo massimo storico, al 5,39% in ottobre, mentre oggi viaggia sui minimi, attorno allo 0,38%), quando – a causa della crisi - è bruscamente mancata la fiducia tra gli istituti di credito che – di riflesso – non si sono più scambiati denaro. Oggi alle banche, che non hanno problemi di liquidità, conviene più prestare denaro che lasciarlo in deposito presso la Bce (alla quale devono pagare interessi). 

I future indicano l’Euribor in calo fino a marzo 2021

Nel frattempo chi ha già un mutuo con un tasso indicizzato può continuare a beneficare di un orizzonte positivo. I contratti a termine sull’andamento dell’Euribor a tre mesi suggeriscono, infatti, che l’indice sarà in ulteriore calo almeno fino ai primi mesi del 2021. In particolare l’Euribor a tre mesi, il tasso al quale le banche prendono solitamente in prestito dal mercato (e cui vengono agganciati in prevalenza i saggi sui mutui) è indicato attorno a -0,39% fino a marzo del prossimo anno (per poi risalire a -0,37%). I contratti future sono effettivamente un indicatore di come il mercato ‘percepisca’ la direzione dei tassi delle Banche centrali e – al momento – vede un possib ile restringimento delle politiche monetarie solo dalla primavera del prossimo anno.  

Anedda: l’adozione del nuovo calcolo sarà progressivo

Il nuovo Euribor è entrato in vigore al primo di gennaio, ma la sua adozione effettiva da parte dei mercati sarà graduale “per evitare che ci possano essere eccessivi stravolgimenti per i prodotti finanziari, come i mutui a tasso variabile”. Lo ha detto Roberto Anedda, direttore marketing del gruppo MutuiOnline.it, precisando che “il passaggio completo al nuovo tipo di calcolo è previsto entro due anni, e il nuovo indice dovrebbe sostituire definitivamente l’attuale Euribor a partire dal 2022”. Nel frattempo le due tipologie di tasso convivranno. “Il vecchio Euribor – ha spiegato - sarà usato per le operazioni già esistenti, mentre per le nuove operazioni le banche potranno iniziare a utilizzare il nuovo Euribor, una volta che i vari sistemi informatici saranno in grado di gestire il nuovo dato. La differenza tra il vecchio e il nuovo Euribor dovrebbe essere nell’ordine di pochi centesimi di punto percentuale”.  

Questa operazione, ha concluso, “nasce per rendere la misurazione dell’Euribor più precisa e verificabile: coloro che hanno sottoscritto o sottoscriveranno un mutuo a tasso variabile potranno così contare su valori dei tassi ancora più affidabili e controllati”.

A cura di: Fernando Mancini

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