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Mutui, crescono importi finanziati e durata dei contratti

I continui rialzi dei tassi decisi dalla Banca centrale europea pesano sulle erogazioni dei mutui in Italia, anche se la voglia di casa resta elevata e anche l'atteggiamento degli istituti di credito si conferma propositivo nei confronti dei richiedenti.

07/08/2023
casetta con pila di monete
Crescono gli importi di mutuo e le rate

Nonostante i venti contrari, costituiti da tassi in forte progresso e crescita economica in rallentamento, la casa continua a essere in cima agli obiettivi degli italiani e questo spiega la tenuta del settore dei mutui nel nostro Paese. È quanto emerge dalla Regional Bank Lending Survey, pubblicata dalla Banca d'Italia, che fornisce una serie di indicazioni relative alla dinamica e alle caratteristiche dei prestiti bancari concessi alle famiglie per l'acquisto di abitazioni nel corso del 2022.

Pesano le decisioni della Bce

I risultati dell’indagine mostrano che, dopo l'espansione nella prima parte del 2022, le erogazioni di finanziamenti legati all’acquisto di abitazioni hanno subito l’impatto dei tassi in rialzo. Questi ultimi sono una conseguenza delle decisioni di politica monetaria assunte dalla Banca centrale europea per contrastare l’iperinflazione.

Nonostante il quadro di difficoltà e di rischiosità crescente, per le nuove erogazioni di mutui residenziali risulta tuttavia in marcato aumento sia il rapporto tra il valore del finanziamento e quello dell’immobile sia la durata media dei prestiti.

Segnali di tenuta del mercato

Dunque, nonostante lo scenario macro in deterioramento, il quadro di fondo resta robusto. Infatti, il rapporto tra l’ammontare del finanziamento e il valore dell’immobile posto a garanzia al momento della concessione del mutuo, nel corso del 2022 ha raggiunto in media il 72%, crescendo di quasi quattro punti percentuali rispetto al 2021. Il che sta a indicare anche una buona predisposizione da parte delle banche, che evidentemente sono confortate da tassi di insolvenza molto contenuti in questo settore.

Tornando alla ricerca, la quota dei mutui residenziali per cui il rapporto tra l’ammontare del finanziamento e il valore dell’immobile posto a garanzia è superiore all’80% cresce di tre punti percentuali, al 21,8%, dal 18,8% rilevato nel 2021.

Contestualmente, anche la durata media dei nuovi mutui ha continuato a crescere significativamente, superando i 24 anni in media nel 2022. La quota di mutui residenziali con una scadenza pari o superiore ai 30 anni supera di circa dieci punti il dato del 2021, collocandosi al 42,1% dal 32,2% nel 2021.

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La rete protettiva del Fondo di garanzia

Le dinamiche descritte sono in parte anche connesse al potenziamento attuato nel biennio 2021-2022 dell’operatività del Fondo di garanzia per la prima casa, di cui ha beneficiato soprattutto la clientela più giovane. “I dati indicati riflettono il supporto del mondo bancario in Italia a sostegno delle famiglie”, aggiunge lo studio. Che in proposito cita la recente iniziativa dell’Abi per promuovere l’adozione da parte dei propri Associati di ulteriori misure in favore delle famiglie con mutui a tasso variabile senza cap, “al fine di attenuare gli impatti dell’incremento dei tassi d’interesse sull’importo delle rate, quali: l’allungamento del piano di ammortamento dei finanziamenti per l’acquisto della prima casa; l’ampliamento della platea dei beneficiari della rinegoziazione dei contratti di mutuo ipotecario, introdotta dall’art.1, comma 322, della Legge 29 dicembre 2022, n. 197 (ad esempio, ammettendo alla misura anche soggetti con reddito Isee o con mutui di importo più elevato rispetto a quanto previsto dalla legge); l’ulteriore diffusione della conoscenza presso la propria clientela della possibilità di ricorrere Fondo di solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa (cosiddetto Fondo Gasparrini), al fine di sospendere – al verificarsi di specifici eventi - il pagamento delle rate del finanziamento”.

Condizioni che promettono di sostenere il mercato anche a fronte di un rallentamento del ciclo economico sempre più evidente. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat, nel secondo trimestre il Pil è calato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente (quando era cresciuto dello 0,6%) ed è aumentato dello 0,6% in termini tendenziali.

Alla luce di questi risultati, la crescita acquisita del Pil per il 2023 è pari allo 0,8%. Lo comunica l'Istat diffondendo la stima preliminare del Pil. Poco, ma comunque meglio delle previsioni di fine 2022 che davano per molto probabile una caduta in recessione dell’economia italiana nel corso di quest’anno. Un’ipotesi che non si può escludere del tutto, ma che a questo punto appare poco probabile.

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Banca Tasso Rata Taeg
Crédit Agricole Italia 3,49% € 448,49 3,77%
Intesa Sanpaolo 3,70% € 460,28 3,91%
BPER Banca 3,80% € 465,96 4,00%
A cura di: Luigi dell'Olio

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