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La casa? Si compra con lo sconto
Secondo quanto rilevato dall’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, nel primo semestre del 2024 si è attestata all’8%, quota non lontana dall’8,3% del secondo trimestre 2023 e dall’8,1% della prima metà dello stesso anno. Un dato non distante da quanto rilevato in precedenza.

Chi è alla ricerca di una casa da comprare si sarà posto sicuramente la seguente domanda: quanto posso offrire in meno rispetto al prezzo richiesto dal venditore? Perché il desiderio di risparmiare il più possibile (soprattutto quando sono in ballo somme ingenti come quelle richieste da un acquisto immobiliare) è alto, ma al contempo c’è sempre il rischio di lasciarsi sfuggire l’occasione, in quanto nel frattempo può arrivare un’altra offerta più allettante.
Il livello di sconto resta stabile nel tempo
Fermo restando che non esiste una risposta valida per tutti i casi, sta di fatto che conoscere la scontistica media può aiutare a fare scelte consapevoli. Secondo quanto rilevato dall’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, nel primo semestre del 2024 si è attestata all’8%, quota non distante dall’8,3% del secondo trimestre 2023 e dall’8,1% della prima metà dello stesso anno. Andando ancora più indietro nell’analisi, il 2022 ha registrato uno scontro medio del 7,8% tra gennaio e giugno e del 7,9% tra luglio e dicembre, mentre nel 2021 il prezzo finale è stato più basso rispetto all’annuncio rispettivamente dell’8,2 e del 7,9%. Quanto basta per affermare che mediamente la transazione va in porto all’8% in meno di quanto richiesto inizialmente. Per avere un’idea più chiara, può essere utile qualche esempio: un appartamento da 150 mila euro nell’annuncio, di solito passa di mano a 138 mila euro, uno da 250 mila euro di richiesta a 230 mila euro, da una richiesta iniziale di 400 mila euro, si incassano solitamente intorno a 368 mila euro.
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Sconti più elevati per l’usato
La scontistica cambia a seconda delle tipologie immobiliari. Sull’usato lo sconto medio nel primo trimestre dello scorso anno è stato dell’8,1%, ma con il livello che cresce ulteriormente in caso di immobili con almeno 30 anni o più. Se l’appartamento è ristrutturato, la scontistica media si ferma al 7,2%, mentre nel caso del nuovo si limita al 4,7%. La ragione è nel fatto che gli immobili vecchi quasi sempre necessitano di interventi di riqualificazione e, di conseguenza, si tratta maggiormente sul prezzo alla luce anche degli ulteriori costi che si dovranno poi sostenere per rimodernare l’abitazione. Mentre i nuovi costituiscono sostanzialmente un pacchetto pronto all’uso.
Indicazioni interessanti arrivano dai ribassi praticati a seconda delle classi energetiche dell’immobile: si va da -4,7% per gli immobili in classe A e -8,7% per quelli in classe G. In questo caso valgono le medesime considerazioni fatte a proposito del nuovo e dell’usato, con un occhio alla Direttiva europea Case Green, che nei prossimi anni entrerà nel vivo imponendo pesanti ristrutturazioni agli immobili meno efficienti sul fronte dei consumi.
Risparmi maggiori sui monolocali
Ribassi più importanti, in media nell’ordine del 10,9%, si evidenziano sulle case acquistate per investimento, che contano sul potere di acquisto dell’acquirente. In base alle tipologie compravendute si registra una contrazione superiore alla media per i monolocali (-10,5%) e per le soluzioni popolari (-9,9%). Sale la scontistica per le soluzioni seminterrate (-11,3%), per quelle disposte su più livelli (-9,2%) e per quelle posizionate a piano terra (-8,5%) che scende a -7,1% se il piano terra è dotato di giardino. I piani alti e gli ultimi piani hanno ribassi più contenuti (-7,6% e -7,4%). Risultato abbastanza prevedibile visto che si tratta di tipologie sempre piuttosto ambite e poco presenti sul mercato.
Genova e Palermo a doppia cifra
A livello di grandi città si registra una riduzione della scontistica dall’8,7% del primo semestre del 2023 all’8,3% del primo semestre del 2024, a causa di una bassa offerta e della preferenza accordata da parte dei potenziali acquirenti a immobili in buono stato o ristrutturati. La scontistica più elevata si registra a Palermo (-12,3%), seguono Genova (-10%) e Bari (-9,4%). Lo sconto medio più basso spetta invece a Bologna (-6,1%), seguita da Verona (-6,3%).
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