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La Bce taglia i tassi. Quanto si risparmia su mutui e prestiti
"I recenti dati sull'inflazione sono stati sostanzialmente in linea con le attese e le ultime proiezioni dei servizi della Bce confermano le precedenti prospettive sull'inflazione". Con queste parole la Bce ha motivato la decisione di tagliare i tassi.

L’inflazione che viaggia verso livelli sostenibili, ma anche la crescita economica anemica. Sono le due ragioni che hanno spinto la Banca Centrale Europa a tagliare – come ampiamente previsto – i tassi ufficiali di 25 punti base, come già fatto a giugno, di fatto avviando l’allentamento monetario, dopo i dieci rialzi tra 2021 e 2023 e una seguente pausa di riflessione.
Questa decisione apre le porte a un ulteriore calo dei tassi praticati tanto sui mutui, quanto sui prestiti. Già nelle ultime settimane le condizioni di mercato erano migliorate sensibilmente, ma resta ancora dello spazio da recuperare, soprattutto se – come previsto – i tagli proseguiranno anche nel corso dei prossimi mesi.
I nuovi tassi di riferimento dopo il taglio della Bce
Alla luce della decisione del 12 settembre, il tasso sui depositi passa dal 3,75% al 3,50%, mentre quello sui rifinanziamenti principali - per l'aggiustamento tecnico causato dal nuovo quadro operativo - scende al 3,65% dal 4,25% e per lo stesso motivo il tasso sui prestiti marginali cala a 3,90% dal 4,50%.
Nella nota che accompagna l’annuncio del taglio, l’Eurotower spiega che “i recenti dati sull'inflazione sono stati sostanzialmente in linea con le attese e le ultime proiezioni dei servizi della Bce confermano le precedenti prospettive sull'inflazione”. Secondo i servizi della Bce, l'indicatore del carovita dovrebbe attestarsi in media al 2,5% nel 2024 (ad agosto il dato è stato del 2,2%, con l’Italia all’1,1%), al 2,2% nel 2025 e all'1,9% nel 2026, come nelle proiezioni di giugno.
Confronta le offerte di mutuo prima casa a tasso fisso:
MUTUO BBVA | |
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TAN: | 3,05% |
Spese iniziali: | Istruttoria: € 150,00 Perizia: € 200,00 |
TAEG: | 3,24% (Indice Sintetico di Costo) |
Rata: | € 424,31 (mensile) |
MUTUO SPENSIERATO PLUS EDITION | |
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TAN: | 2,90% |
Spese iniziali: | Istruttoria: € 1.000,00 Perizia: € 350,00 |
TAEG: | 3,35% (Indice Sintetico di Costo) |
Rata: | € 416,23 (mensile) |
MUTUO TASSO FISSO | |
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TAN: | 3,00% |
Spese iniziali: | Istruttoria: € 1.200,00 Perizia: € 300,00 |
TAEG: | 3,38% (Indice Sintetico di Costo) |
Rata: | € 421,60 (mensile) |
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Non si torna indietro
C’è un passaggio che merita attenzione nella nota dell’istituto di Francoforte ed è il seguente: “Si prevede che l'inflazione torni a salire nell'ultima parte dell'anno, in parte perché i precedenti forti cali dei prezzi dell'energia si esauriranno nei tassi annuali”. Dunque quanto basta per stare all’erta e non dare per scontato che il ritmo dei tagli possa accelerare nei mesi a venire. Senza dirlo esplicitamente, la Bce sembra sottolineare che difficilmente si tornerà ai livelli visti per quasi tre lustri, fino cioè alla forte ripresa post-Covid.
“L'inflazione dovrebbe scendere verso il nostro obiettivo (per statuto la Bce deve puntare a un’inflazione nelle vicinanze del 2%, ndr) nella seconda metà del prossimo anno”.
Per quanto riguarda l'inflazione di fondo, le proiezioni per il 2024 e il 2025 sono state riviste leggermente al rialzo, poiché la componente dei servizi negli ultimi mesi è stata più alta del previsto.
Non c’è recessione, ma stagnazione
Nei mesi scorsi alcuni analisti hanno prospettato l’arrivo di una recessione, a causa da una parte del rallentamento della domanda in Cina, dall’altro dal forte rallentamento della Germania. Invece, fin qui la crescita 2024 è stata sì debole, ma senza cedimenti. E le cose non dovrebbero andare diversamente nel prossimo futuro. Gli analisti dell’Eurotower hanno limato le stime di crescita rispetto alle proiezioni di giugno: il PIL crescerà di 0,8% nel 2024, dell'1,3% nel 2025 e dell'1,5% nel 2026, “principalmente per effetto del minore contributo della domanda interna nei prossimi trimestri”.
Dunque, tutto come previsto alla vigilia. Adesso l’attenzione si sposta sull’altra sponda dell’Atlantico, con la Fed che si riunirà il 18 settembre e nell’occasione dovrebbe dare il via – a sua volta – all’allentamento monetario, fin qui rinviato non tanto per l’andamento dell’inflazione, quanto per le notizie provenienti dal fronte occupazionale, quanto mai dinamico. Ad agosto il carovita si è fermato al 2,5%, ma sono emerse alcune tensioni nell’inflazione di fondo, quella al netto delle componenti più volatili. Al momento la maggior parte degli analisti si attende per la prossima settimana un taglio nell’ordine di un quarto di punto, anche se non mancano coloro che considerano più probabile una sforbiciata nell’ordine dello 0,5%.
I migliori mutui prima casa a tasso fisso:
Banca | Tasso | Rata | Taeg |
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BBVA | 3,05% | € 424,31 | 3,24% |
BNL - Gruppo BNP Paribas | 2,90% | € 416,23 | 3,35% |
Credem | 3,00% | € 421,60 | 3,38% |
Intesa Sanpaolo | 3,21% | € 433,01 | 3,40% |
Webank | 3,32% | € 439,06 | 3,43% |
Crédit Agricole Italia | 3,12% | € 428,10 | 3,46% |
Banco BPM | 3,22% | € 433,56 | 3,49% |
Banca Monte dei Paschi di Siena | 3,27% | € 436,30 | 3,58% |
Banco di Desio e della Brianza | 3,41% | € 444,04 | 3,63% |
BPER Banca | 3,40% | € 443,48 | 3,66% |