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Imu, il 16 giugno scade la prima rata
C'è ancora qualche giorno di tempo per pagare l'Imu: la prima rata va versata entro il 16 giugno. La seconda rata, invece, a dicembre. In totale saranno versati 11 miliardi di euro per l'acconto, mentre il gettito totale annuo sarà di oltre 22 miliardi di euro.

Mancano ormai pochi giorni al 16 giugno. È questa la data stabilita entro cui versare l’acconto Imu per il 2023. L’imposta municipale propria (IMU), introdotta nel 2012 al posto dell’Imposta comunale sugli immobili (ICI), è un tributo dovuto per il possesso di fabbricati, delle aree fabbricabili e dei terreni agricoli. Questa imposta non è dovuta per l’abitazione principale, a meno che non rientri nelle categorie catastali di lusso: A/1, A/8 e A/9.
Il tributo tocca anche a chi è titolare di altro diritto reale, come usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie, e al concessionario nel caso di concessione di aree demaniali o al locatario in caso di leasing. La rata di acconto corrisponde al 50% dell’imposta versata l’anno scorso. La seconda rata va versata entro il 16 dicembre.
Le modalità di versamento
Il versamento dell’Imu, così come illustrato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, può essere effettuato mediante modello F24; bollettino di conto corrente postale; piattaforma PagoPa.
Circa 11 miliardi di gettito per lo Stato
Sono circa 11 miliardi di euro quelli che verranno versati dagli italiani entro il 16 giugno per l’acconto Imu. Lo rivela il Rapporto IMU 2023 (primo semestre) elaborato dal Servizio UIL Lavoro, Coesione e Territorio. Il gettito complessivo annuo ammonterà a 22,1 miliardi di euro (18,1 miliardi di euro ai Comuni e 4 miliardi allo Stato). Ad occuparsi dei versamenti più di 25,3 milioni di proprietari. Di questi, il 41% è composto da lavoratori dipendenti e pensionati che possiedono immobili diversi dall’abitazione principale: seconde case, seconde pertinenze, negozi, capannoni, alberghi.
Dal report emerge che l’importo medio complessivo dell’Imu su una seconda casa, situata in un capoluogo di provincia, sarà di 1.074 euro medi, di cui 537 euro per l’acconto previsto per il 16 giugno. Si arrivano anche a superare i 2 mila euro nelle grandi città. Chi possiede, invece, l’abitazione principale considerata di lusso, pagherà in un capoluogo di provincia complessivamente 2.623 euro, di cui 1.307 per l’acconto di giugno. Si andrà oltre i 6 mila euro nelle grandi città.
Quanto costa l'Imu seconda casa nelle grandi città?
Il Rapporto accende i riflettori anche sul costo dell’Imu per le seconde case nelle città capoluogo. In questi casi è Roma a piazzarsi al primo posto con una spesa di 2.064 euro medi, di cui 1.032 da versare per l’acconto di giugno. A seguire c’è Milano con un costo di 2.040 euro medi, di cui 1.020 per l’acconto. E poi ancora Bologna (2.038 euro in totale, di cui 1.019 per la prima rata); Genova (1.775 euro in totale, di cui 888 euro per l’acconto) e Torino (1.745 euro in totale, di cui 872 euro per l’acconto). Non sono da meno Bari, Siena e Foggia dove il costo totale annuo Imu è pari rispettivamente a 1.702 euro, 1.663 euro e 1.487 euro.
Tra le città meno care vi sono Asti dove il costo totale annuo medio per l’Imu è di 580 euro (290 euro per l’acconto); Gorizia con una spesa totale che ammonta a 585 euro (292 euro per la prima rata di giugno); Catanzaro con 659 euro (330 per l’acconto); Crotone dove si spendono per l’Imu 672 euro (336 euro a giugno); Sondrio con 674 euro (337 la prima rata) e Cuneo dove si spendono 698 euro (349 entro il 16 giugno).
Il discorso cambia se si considera l’abitazione principale considerata di lusso. A Roma, ad esempio, la spesa totale per l’Imu è in questo caso di 6.419 euro annui. Costi elevati anche a Grosseto (6.402 euro); a Milano (6.244 euro); a Venezia (6.037 euro). Versamenti di importo inferiore a Cremona, 963 euro annui; a Caltanissetta, 990 euro; a Crotone, 1.089 euro; a Messina, 1.141 euro e a Catanzaro, 1.149 euro.
Le aliquote Imu seconde casa nelle città capoluogo
A Roma, Milano, Ascoli Piceno, Brescia, Brindisi, Matera, Modena, Potenza, Rieti, Savona e Verona l’aliquota è all’11,4 per mille. A Terni e a Siena è all’11,2 per mille; a Lecce, Massa e Venezia all’11 per mille; ad Agrigento al 10,9 per mille. In altre 75 città capoluogo, in relazione alle seconde case, viene applicata l’aliquota del 10,6 per mille. È il caso di Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Palermo, Bari.
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