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Immobiliare: investimenti in forte crescita nel 2021

Nel 2021 gli investimenti nell’immobiliare sono aumentati del 13 per cento. Boom per i settori della logistica, del residenziale e degli hotel. Le operazioni in pipeline e il buon andamento degli ultimi mesi fanno pensare, secondo le stime CBRE, al proseguimento della crescita anche nel 2022.

10/02/2022
condominio residenziale con auto parcheggiate in strada
Investimenti sul mercato immobiliare italiano nel 2021

Il mercato immobiliare italiano viaggia a gonfie vele: i tassi d’interesse rimangono bassi (benché ci sia un loro primo accenno di rimbalzo dai minimi) e le quotazioni sono ancora allettanti, nonostante la fine delle restrizioni decise per contenere i contagi da Covid-19 abbiano risvegliato un’imperiosa domanda (rimasta a lungo soppressa proprio a causa della pandemia).

L’attività di compravendita è inoltre stimolata dalle agevolazioni introdotte dallo Stato per aiutare un settore, come quello delle costruzioni, il cui peso specifico nella nostra economia non può essere ignorato: dal Superbonus 110% ai bonus riconosciuti ai giovani che vogliono acquistare la prima casa.

Senza contare la spinta che arriva dai mutui green. Sulla piazza, inoltre, sono tornati i compratori stranieri, sia privati sia istituzionali. Insomma, è un mercato che - come emerge da un’analisi della società CBRE - fa pensare a un 2022 di forte crescita, grazie alla sua pipeline e ai trend visti finora.

Buone prospettive anche per il 2022

Lo scorso anno gli investimenti nel real estate sono aumentati del 13% annuo a 10,3 miliardi di euro. Particolarmente significativo è stato il balzo visto nell’ultimo trimestre del 2021: 4,6 miliardi di euro di investimenti, pari a una crescita del 52% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

La riduzione delle restrizioni nella seconda metà dell’anno, in particolare, ha favorito la ripresa degli investimenti, sebbene alcune operazioni abbiano subito ritardi. Secondo gli esperti di CBRE il robusto interesse manifestato dai compratori negli ultimi mesi in tutte le asset class lascia ben sperare in un’ulteriore accelerazione della ripresa nel primo trimestre del 2022.

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Sono tornati i compratori stranieri

L’ultimo trimestre del 2020 ha visto anche il riallineamento alla media storica dei flussi di capitali stranieri (a oltre il 70% nel 2021), dopo il lieve calo del 2020. È la diretta conseguenza delle politiche monetarie espansive della BCE che hanno alimentato la liquidità in tutti i mercati europei: i rendimenti immobiliari italiani, molto competitivi, hanno così riportato l’attività degli investitori stranieri ai livelli precedenti alla pandemia.

Ci sono sicuramente anche aspetti endogeni che hanno contribuito ad alimentare l’interesse degli investitori stranieri verso il nostro Paese: la loro fiducia è stata risollevata dalla crescita dell’economia italiana e dalla maggiore stabilità politica.

È un anno record per gli investimenti nel residenziale

Nel settore residential gli investimenti hanno toccato un nuovo massimo: 700 milioni di euro, con un aumento di quasi il 17% rispetto al 2020. L’80% del totale, secondo l’analisi di CBRE, ha interessato il segmento multifamily. Gli investimenti si sono concentrati soprattutto su Milano, anche spicca l’attrattiva esercitata anche da città come Roma, Firenze e Bologna. In questo mercato, il segmento student housing ha registrato numerose operazioni principalmente value add e iniziative di acquisti a termine nelle principali città italiane.

Il mercato avrà sempre più spazio nel totale degli investimenti. Il 2022, secondo le stime di CBRE, data la pipeline di operazioni previste in chiusura, potrebbe portare per la prima volta il settore non lontano dal miliardo di euro di investimenti.

Il boom della logistica e il rimbalzo record degli hotel

Il 2021, come previsto, sulla scorta del boom dell’e-commerce, è stato l’anno della logistica: i volumi d’investimento realizzati in questo asset hanno toccato un nuovo massimo storico, circa 2,7 miliardi di euro, con un aumento dell’88% sull’anno precedente. È stato un anno record anche per il settore degli hotel, che nel 2020 era stato messo a tappeto dalla pandemia: +82% a 1,9 miliardi. Ancora in sofferenza invece – nonostante lo spunto registrato negli ultimi mesi dell’anno - il comparto degli uffici, penalizzato dagli effetti pandemici (smart working) e da una limitata disponibilità di offerta core.

A cura di: Fernando Mancini

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