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Immobiliare: compravendite ancora in crescita nel II trimestre
Il mercato immobiliare sforna dati che confermano una sua buona resilienza ai venti contrari che stanno soffiando. Nel secondo trimestre le compravendite sono aumentate dell’8,6 per cento, trainate dall’attività dei comuni capoluogo. Gli scambi nelle grandi città sono cresciuti del 7,2 per cento.

Il mercato immobiliare italiano registra sempre segnali positivi, anche se sono meno brillanti rispetto al passo di carica che lo ha caratterizzato negli ultimi mesi del 2021 e nei primi del 2022. L’atmosfera, infatti, è cambiata a causa di molti fattori i cui sviluppi sono avvolti nell’incertezza e questo sta raffreddando (o rinviando) le intenzioni d’acquisto delle famiglie.
Il freno, in particolare, è rappresentato dalla corsa dell’inflazione e dai suoi molteplici effetti: da una parte riduce il potere d’acquisto e, dall’altra, spinge al rialzo i tassi e, di riflesso, il costo dei mutui. La cautela è inoltre dettata da un quadro di fondo tutt’altro che sereno, che comprende la guerra, il rallentamento dell’economia globale, la precarietà delle forniture energetiche e, più sul fronte interno, dall’arrivo del nuovo Governo.
+8,6% le compravendite tra aprile e giugno
Nel secondo trimestre del 2022, come rileva una ricerca dell’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, il settore prosegue sì la sua corsa ma a un ritmo meno sostenuto rispetto a quanto visto nel primo trimestre: le compravendite tra aprile e giugno sono aumentate di un corposo +8,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, performance che si confronta con il +12% di transazioni registrate tra gennaio e marzo. A fare da locomotiva questa volta non sono le grandi città, che mettono a segno un rialzo del 7,2%, inferiore al dato nazionale. Nel periodo spiccano comunque i progressi di Bologna (+11,8%) e Roma (+11,1%). Queste due città e Genova (+6,5% dopo +3,6% nei primi tre mesi) fanno meglio rispetto al primo trimestre (rispettivamente +11,3% e +6,4%), le altre mostrano una decelerazione della crescita.
L’effetto locomotiva passa ai comuni capoluogo
In questo trimestre la crescita dei comuni capoluogo è risultata superiore a quella dei comuni non capoluogo: i primi chiudono con un aumento del 10,4%, i secondi con +7,7%. Si inverte quindi una tendenza che si era registrata fino al trimestre precedente.
Per le altre principali piazze immobiliari del Paese si segnala una frenata di carattere tecnico (dopo i massicci miglioramenti segnati nell’ultimo periodo) per Firenze (+2,4% nel secondo trimestre dopo +10,2% nei primi tre mesi), Napoli (+3,4% dopo +9,2%) e, soprattutto, Milano (+3,8% dopo +36%). Il capoluogo lombardo conserva, tuttavia, una nota di merito importante: si conferma tra i mercati più dinamici del Paese, subito dietro quello della capitale (rispettivamente con 7.919 e 11.642 transazioni registrate nel corso del secondo trimestre).
Il mercato tiene testa ai venti contrari
I dati registrati tra aprile e giugno, seppur in consolidamento, rivelano che il mercato immobiliare sta tenendo testa a tutto ciò che accade, che la casa resta prioritaria e che il mattone si conferma per gli italiani il bene rifugio per eccellenza, ancora di più in questi periodi di incertezza e di inflazione elevata.
È quanto sostiene Fabiana Megliola, responsabile dell’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa, secondo cui meritano essere sottolineati due aspetti. Da una parte il rallentamento della crescita rispetto al primo trimestre del 2021 può essere dovuto soprattutto alla carenza di offerta di case - che tanti operatori del settore lamentano - e non tanto a una diminuita domanda. Il secondo aspetto è che i comuni capoluogo hanno mostrato risultati migliori di quelli non capoluogo, invertendo il trend dei mesi precedenti.
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