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Mercato immobiliare: 5 priorità da superare
La rivalutazione del mercato immobiliare passa, secondo Confedilizia, attraverso il superamento di 5 scogli: le riforme dell’Imu e affitti commerciali, la riqualificazione in chiave anti sisma e risparmio energetico, la proprietà diffusa incentivando il turismo e più tutele per i locatori.

Il patrimonio edilizio italiano, che costituisce una ricchezza fondamentale per l’economia del Paese (l’Italia vanta uno dei tassi più elevati al mondo di proprietari di immobili), necessita di cura, manutenzione e – soprattutto – di superare alcuni scogli che ne limitano le potenzialità di crescita (e di difesa del valore). Confedilizia, in una nota che ha spedito a tutte le forze politiche, ne ha individuate cinque: tutte, direttamente e indirettamente, interessano le famiglie che già hanno una casa di proprietà e i potenziali acquirenti che stanno, magari, anche studiando l’accensione di un mutuo per realizzare il loro sogno.
Superare il sistema fiscale fondato sull’Imu
L’associazione, in primis, auspica il superamento dell’Imu: una tassazione che, dal 2012, grava ogni anno per circa 21/22 miliardi di euro su milioni di famiglie. Occorre iniziare a ridurre questo carico che è, per definizione, progressivamente espropriativo del bene colpito. Cinque le ipotesi suggerite:
- riduzione dei ‘moltiplicatori Monti’;
- deducibilità dell’imposta dal reddito;
- eliminazione dell’imposta, per un quinquennio, per gli immobili nei piccoli centri;
- eliminazione dell’imposta per gli immobili non usati;
- eliminazione dell’imposta per gli immobili inagibili.
Inoltre, considera opportuno adottare un tributo legato ai servizi forniti dai Comuni (commisurato al beneficio apportato da tali servizi agli immobili) al posto del sistema fondato sull’Imu.
Necessaria una riforma degli affitti commerciali
Occorre rilanciare gli affitti commerciali, che soffrono di almeno sei imposte: Irpef, addizionale comunale Irpef, addizionale regionale Irpef, Imu, imposta di registro e imposta di bollo. È un carico che – combinato con la lunga durata obbligatoria dei contratti (12-18 anni) e con altri vincoli di una regolamentazione vecchia di 40 anni - è da superare perché è un forte ostacolo all’incontro fra domanda e offerta. Il problema, secondo Confedilizia, sarebbe attenuato dall’introduzione di un regime di imposizione del reddito da locazione sostitutivo dell’Irpef, in linea con quanto previsto (dal 2011) per gli affitti residenziali. Appare inoltre indispensabile la cancellazione della regola che impone di sottoporre a Irpef persino i canoni non percepiti.
Riqualificazione tra misure anti-sisma e risparmio energetico
Alla riqualificazione del patrimonio immobiliare c’è massima attenzione, poiché occorre renderlo sicuro a livello sismico ed efficiente sul piano energetico. Gli interventi legislativi per soddisfare tali obiettivi si sono affastellati nell’arco di 25 anni (nel 1997 l’introduzione della detrazione Irpef del 36% per le ristrutturazioni). È giunta l’ora, secondo l’associazione, di riorganizzare questa normativa, al fine di impostare un sistema stabile ed equilibrato di sostegno agli interventi finalizzati a riqualificare il settore, anche in vista dell’approvazione della direttiva Ue sul rendimento energetico delle case. C’è, inoltre, il problema dei molti immobili non utilizzati, spesso abbandonati, il cui recupero non può essere ottenuto attraverso miopi misure punitive, bensì con adeguate politiche di incentivazione.
Dal mercato del turismo nuova linfa con la proprietà diffusa
Confedilizia ritiene una priorità anche lo sviluppo del mercato turistico italiano e suggerisce provvedimenti che favoriscano la proprietà diffusa. L’Italia, sostiene, è un Paese vocato al turismo ed è quindi necessario sfruttare tutte le potenzialità, per il bene dell’intera economia nazionale e per la rinascita di aree o singoli borghi altrimenti senza futuro. In questo quadro, occorre incentivare lo sviluppo – accanto ai modi più tradizionali di ricettività turistica – di forme di ospitalità che si stanno affermando in risposta a specifiche esigenze emerse nell’ultimo periodo, a partire da quelle (come le locazioni brevi) che vedono protagonista la proprietà immobiliare diffusa, anche attraverso il nostro esteso patrimonio di interesse storico-artistico.
Più tutele per i locatori
Secondo l’associazione, infine, bisogna arrivare a una maggiore tutela dell’affitto: occorre infatti assicurare più protezione al proprietario che concede in locazione gli immobili, il locatore, in specie di tipo residenziale, che in tal modo svolgono una funzione economica e sociale fondamentale. Nella consapevolezza che molta parte del problema dell’insufficiente tutela non risiede nella normativa, bensì in prassi affermatesi negli anni, alcune modifiche legislative – come, ad esempio, l’affidamento delle esecuzioni anche a soggetti diversi dagli ufficiali giudiziari e la possibilità di avvalersi dell’assistenza delle guardie giurate – potrebbero agevolare il raggiungimento dell’obiettivo, con effetti benefici in termini di allargamento dell’offerta abitativa.
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