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Il mattone si conferma in salute

Prosegue la marcia del mercato immobiliare. L’Osservatorio immobiliare di MutuiOnline.it segnala che a giugno il prezzo medio in Italia si è attestato a quota 2.060 euro al metro quadro, 43 euro in più rispetto a maggio e 223 se il confronto viene fatto con il dato di gennaio.

08/08/2022
freccia che punta in alto oltre i palazzi
Mercato immobiliare in salute

Il mercato immobiliare italiano si conferma in salute nonostante le turbolenze del quadro macro, anzi probabilmente anche a causa dell’incertezza diffusa tra le altre classi di investimento. I prezzi delle abitazioni sono in crescita e viaggiano ai livelli del 2016, mentre i tassi dei mutui sono su livelli contenuti rispetto alle medie di lungo periodo, anche se in crescita. Un aspetto, quest’ultimo, che suggerisce di affrettare la decisione sull’eventuale acquisto, complice l’atteggiamento accomodante delle banche.

Oltre quota 2mila

L’Osservatorio immobiliare di MutuiOnline.it segnala che a giugno il prezzo medio in Italia si è attestato a quota 2.060 euro, 43 euro in più rispetto a maggio e 223 se il confronto viene fatto con il dato di gennaio. Se si guarda, invece, alla media del secondo semestre, i 2.017 euro di costo medio sono il livello più elevato rispetto alle medie annuali dal 2017. Eppure, in questo arco di tempo l’economia nazionale non ha certo brillato, avendo affrontato una pesante recessione pandemica, dalla quale si stava riprendendo prima dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Il tutto a fronte di un ritorno su livelli importanti dell’inflazione, che erode il patrimonio delle famiglie. Si può dire, dunque, che le incertezze a livello macro hanno spinto un numero crescente di persone a rifugiarsi nel mattone, tradizionale asset rifugio e classe d’investimento che tende a fare meglio di quelle finanziarie nelle fasi in cui torna prepotente il carovita.

Cara Milano

Come sempre, lo scenario è molto diversificato a livello geografico, con prezzi più salati nei territori più dinamici dal punto di vista economico e caratterizzati da una maggiore pressione della domanda rispetto all’offerta. A livello regionale in testa c’è il Trentino Alto-Adige, con una media di 2.959 euro al metro quadro, davanti al Lazio con 2.669 e alla Lombardia a quota 2.202. Ai piedi del podio si piazza la Toscana, seguita dalla Liguria e dall’Emilia Romagna, mentre in coda c’è la Calabria con una media di 1.062 euro al metro quadro, preceduta da Umbria, Sicilia, Abruzzo e Puglia.

Le differenze sono evidenti anche all’interno di una medesima regione, con i capoluoghi che si confermano più cari della provincia. Milano è la più cara con una media di 2.870 euro al metro quadro, seguita da Roma, con Reggio Calabria in coda a 941 euro, preceduta da Perugia e Palermo.

In linea di massima il Nord è più caro del Centro, con Sud e Isole in coda, anche se proprio il Mezzogiorno è la macroarea cresciuta maggiormente nel corso dell’ultimo anno (+10%), mentre le Isole hanno ceduto il 6%.

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In cerca di spazi

L’esperienza pandemica ha fatto crescere la sensibilità verso l’ambito del benessere e rafforzato la centralità delle case nella vita quotidiana, complice la diffusione dello smartworking che nella maggior parte dei casi consiste nell’homeworking. Questa tendenza, già evidenziata nel corso del 2021 con il livello più elevato dell’ultimo decennio (122,43 metri quadri di media tra le case acquistate), è stata confermata a grandi linee nell’anno in corso (121,27 metri quadri).

La scelta è fortemente legata ai prezzi e dunque non sorprende che le abitazioni più grandi si trovino in Calabria (143,6 metri quadri di media), mentre quelle più piccole in Trentino Alto Adige (107,5). Quanto ai capoluoghi, il taglio ridotto è particolarmente diffuso a Milano, Roma e Trieste.

Momento propizio per comprare

La ripresa delle quotazioni è accompagnata da un incremento dei tassi applicati sui mutui, dopo che nei trimestri scorsi erano stati toccati i minimi storici. L’Irs (benchmark per i finanziamenti a tasso fisso) a 10 anni oggi si attesa al 2,28% e quello a 20 anni al 2,31%. Mentre l’Euribor è ancora in terreno negativo: quello a 1 mese si attesta a -0,52%, quello a tre mesi a -0,24%. I dati, che emergono dall’Osservatorio Mutui di MutuiOnline.it, indicano anche un incremento dello spread tra fisso e variabile: infatti, il Tan medio variabile è dell’1,25%, il fisso del 2,76%. Proprio questo spiega la ripresa nelle richieste dei tassi variabili, anche se i fissi restano ampiamente in maggioranza.

Per altro, comparando le diverse offerte è possibile imbattersi in condizioni molto differenti tra loro. Il miglior Tan del variabile a giugno si ferma allo 0,33%, quello del fisso all’1,70%.

In tutti i casi si tratta di livelli molto contenuti rispetto anche solo a qualche anno fa, per non dire dei tassi applicati a chi ha comprato casa 20 o 30 anni addietro.

Insomma, le condizioni d’accesso ai mutui restano estremamente favorevoli, complice anche l’atteggiamento accomodante da parte delle banche, ma è bene non rimandare a lungo la decisione dato che i tassi, sicuramente quelli variabili, sono destinati a salire sull’onda della stretta monetaria da parte delle banche centrali.

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A cura della Redazione

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