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Ecco come funziona la proposta salva bonus edilizi

Una soluzione che ha qualche criticità, ma meno delle altre al vaglio di tecnici e governo. La compensazione tramite F24 pare al momento la strada più praticabile per superare la paralisi che si è venuta a creare nei lavori relativi all'ambito immobiliare dopo lo stop alla cessione dei crediti.

28/02/2023
scritta bonus esce dal taschino di un abito maschile
La proposta per salvare i bonus edilizi

Compensazione fiscale dei crediti. È la proposta avanzata dall’Abi (Associazione bancaria italiana) e dall’Ance (Associazione nazionale costruttori edili), che si è fatta rapidamente strada sia tra gli operatori del settore, sia ai piani alti dell’esecutivo. Cerchiamo di capire come funziona.

Stop alla cessione dei crediti

Tutto parte dalla decisione del governo di bloccare le cessioni del credito relativamente ai bonus edilizi dopo le contestazioni di Eurostat basate essenzialmente su due ragionamenti: i crediti passavano di mano senza mai essere contabilizzati alla voce debiti dallo Stato, con il risultato che si stavano trasformando in una moneta parallela all’euro, cosa vietata dai trattati; i medesimi crediti hanno ormai raggiunto la somma stratosferica di 110 miliardi di euro, che nessuno sa più come smaltire, dato che le banche hanno esaurito la capienza e non vi sono altri soggetti in grado di partecipare al meccanismo.

Il risultato è stato uno stop immediato a molti dei lavori avviati proprio sul presupposto di poter fare affidamento sui bonus, a cominciare dal Superbonus, per altro già fiaccato dalla riduzione della detrazione dal 110 al 90% entrata in vigore all’inizio di quest’anno. “Tutto quello che si è iniziato non si può portare a termine: ci sono 90mila cantieri fermi e oltre 150mila lavoratori bloccati”, lamentano dall’Anaci, l’associazione degli amministratori dei condomini.

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La proposta in pillole

La prima proposta a farsi strada è stata quella di cartolarizzare i crediti, in sostanza impacchettarli in prodotti finanziarli e venderli sul mercato. Operazione complessa e dagli esiti incerti.

Più fattibile appare invece la strada di compensazione tramite i modelli F24, quelli cioè utilizzati per il pagamento di tasse, imposte, Iva e contributi. Di solito il contribuente prenota il pagamento al Fisco a una data prestabilita attraverso il modello F24. La banca prende in carico la richiesta e nel giro di pochi giorni effettua il versamento. L’idea sarebbe quella di lasciar versare all’istituto una piccola parte di questo versamento, compensando i crediti fiscali che ha in pancia. Così, a ogni pagamento di F24, la banca potrebbe liberarsi di una piccola quota dei suoi crediti.

Le criticità

Così facendo, secondo le stime, si potrebbero sbloccare quasi 15 miliardi, anche se andrebbe poi definita una piattaforma di incontro tra domanda e offerta e risolto il problema degli incapienti, coloro cioè che non pagano l’Irpef perché non raggiungono la soglia minima e per questa ragione non avrebbero qualcosa da compensare. Per i clienti non ci sarebbero sostanziali differenze: le banche compenserebbero le quote di crediti anche mensilmente. Né verrebbero a crearsi scompensi in merito alla gestione della liquidità, dato che i crediti già ora vengono usati in compensazione dei contributi dovuti per il personale.

È evidente perché gli istituti di credito spingono in questa direzione, che tuttavia per lo Stato significherebbe contabilizzare immediatamente le spese relative al finanziamento dei bonus immobiliari.

Per quanto utile ad affrontare la montagna di crediti incagliati, questa misura non sarebbe comunque sufficiente. Per questo si ragiona su come agire anche in altre direzioni. La Cna-Confederazione nazionale dell’artigianato chiede lo sblocco immediato dei bonus minori, vale a dire quelli che riguardano gli infissi e gli impianti di casa, bloccati dall’incertezza su come certificare la fine dei lavori, alla luce del decreto dei giorni scorsi. Anche in questo caso toccherebbe allo Stato mettere da subito le somme a passivo e non è un approdo semplice alla luce dello stato dei conti pubblici.

A cura di: Luigi dell'Olio

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