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Coronavirus, via al piano di rinegoziazione dei mutui per gli enti territoriali
Aggiornato il 19/05/2020

È previsto per il 6 maggio il via libera al nuovo piano di rinegoziazione dei mutui lanciato da Cassa Depositi e Prestiti per supportare Comuni, Province, Città metropolitane, Unioni di Comuni, Comunità Montane, Regioni e Province Autonome ad affrontare l’emergenza Coronavirus.
Quella che partirà nei prossimi giorni è la più grande operazione di rinegoziazione dei mutui messa in campo negli ultimi anni da CDP. L’operazione riguarderà infatti circa 7.200 enti territoriali per complessivi 135.000 mutui rinegoziabili; tale intervento andrà a liberare risorse fino a 1,4 miliardi di euro.
Cassa Depositi e Prestiti, attraverso la circolare n.1.300, ha reso pubbliche le modalità operative per procedere alla rinegoziazione da parte degli enti locali. "CDP metterà a disposizione di ciascun ente locale - nel periodo di adesione che va dal 6 al 27 maggio 2020 - l’elenco dei prestiti originari, rendendo note le relative condizioni economiche di rinegoziazione in una sezione del Portale Enti Locali e PA del proprio sito internet, nella quale potrà essere interamente finalizzato l’iter istruttorio e contrattuale", si legge in una nota.
Seminari via web per supportare gli amministratori
L’operazione, che prenderà il via a maggio, permetterà agli enti di liberare risorse immediatamente utilizzabili sul territorio, che potranno essere destinate anche agli interventi necessari a far fronte all’emergenza epidemiologica da Covid-19, da settimane ormai presenta come sfondo il nostro Paese.
In vista dell’avvio della rinegoziazione dei mutui, CDP, ANCI, IFEL e UPI hanno organizzato un ciclo di seminari via web, suddivisi su base territoriale, che partiranno dal prossimo 30 aprile. I webinar saranno finalizzati a fornire supporto agli amministratori e ai servizi finanziari degli enti locali sull’iter, sugli aspetti documentali e sui termini di adesione all’operazione.
"La rinegoziazione dei mutui approvata da CDP, anche su richiesta di ANCI e UPI, nell’ambito delle iniziative di supporto per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19 – si legge in una nota congiunta - prevede, per tutti i prestiti che saranno rinegoziati dagli enti locali, una pressoché totale riduzione delle quote capitale da corrispondere nel 2020, consentendo così di liberare ingenti risorse finanziarie per un ammontare fino a 1,1 miliardi di euro".
Come funziona
L’iniziativa, rivolta ai Comuni, alle Province, alle Città metropolitane, alle Unioni di Comuni, alle Comunità montane, alle Regioni e alle Province autonome, nasce per sostenere le amministrazioni in questo periodo di emergenza. Tre sono gli step principali di questa operazione:
- Scegli i mutui che vuoi rinegoziare: visiona le condizioni di rinegoziazione e seleziona i mutui che intendi rinegoziare;
- Conferma le proposte di Cdp, genera la domanda e gli altri documenti necessari e infine carica la documentazione richiesta;
- Ricevuto l’esito dell’operazione, va inviata la proposta contrattuale. Verrà inviata poi via Pec la conferma del perfezionamento entro il 19 giugno.
Possono essere rinegoziati i prestiti ordinari a tasso fisso, variabile e flessibili; oneri di ammortamento interamente a carico dell’Ente beneficiario; in ammortamento dal primo gennaio 2020 con debito residuo pari o superiore a 10mila euro e scadenza successiva al 31 dicembre 2020.
Sono inclusi - si legge nella circolare diffusa da Cdp - nella rinegoziazione, anche i prestiti oggetto di precedenti operazioni di rinegoziazione attivate dalla Cassa Depositi e Prestiti successivamente alla trasformazione in società per azioni, nonché quelli rinegoziati ai sensi del Decreto del ministro dell’Economia e delle Finanze del 20 giugno 2003. Inoltre sono rinegoziabili i prestiti intestati ad Enti in procedura di dissesto, purché, al momento della domanda di rinegoziazione, risulti approvata l’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato.
Non possono essere invece rinegoziati i prestiti intestati agli Enti colpiti dagli eventi sismici del 2012 (che hanno interessato le regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto), del 2016 e 2017 (che hanno interessato le regioni Lazio, Abruzzo, Marche, Umbria), e del 2017 (Isola di Ischia), per i quali la CDP ha autorizzato il differimento del pagamento delle rate in scadenza nel 2020.
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