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Tassi sui mutui: ecco le previsioni di medio termine

Il cambio di rotta potrebbe avvenire a fine anno o, con maggiore probabilità, nei primi mesi del 2024. La Bce pare intenzionata ad alzare ancora i tassi per contrastare l'elevata inflazione, ma gli spazi di manovra si vanno progressivamente esaurendo.

Pubblicato il 30/03/2023

Aggiornato il 29/05/2023

cubi di legno con percentuali e frecce su
Previsione andamento tassi nei prossimi mesi

Quando si fermerà la corsa al rialzo dei tassi? Si tratta di un quesito molto gettonato per chi ha in corso un mutuo a tasso variabile e quanti prendono in considerazione questa eventualità. Perché, con il ciclo economico in rallentamento, gli spazi di manovra per la Bce si vanno riducendo, e di conseguenza si prospetta un possibile ritorno di appeal per i contratti che non hanno la rata fissa.

Le mosse della Bce

“In presenza di un’elevata incertezza, è ancora più importante che il percorso dei tassi dipenda dai dati”, ha sottolineato nei giorni scorsi Christine Lagarde, mostrandosi per la prima volta da molti mesi meno aggressiva sulle prospettive di politica monetaria. “Ciò significa che, ex ante, non ci impegniamo ad aumentare ulteriormente i tassi di interesse ma non abbiamo finito di farlo”, ha aggiunto la numero uno della Bce. “I cittadini possono essere certi di una cosa: garantiremo la stabilità dei prezzi e il ritorno dell’inflazione al 2% nel medio termine non è negoziabile”.

Queste parole sono state lette da alcuni analisti come un cambio di prospettiva da parte dell’Eurotower. Dopo una serie di rialzi consistenti dalla scorsa estate in avanti, per la prossima riunione in programma a maggio potrebbe esserci una pausa di riflessione. I dati sull’inflazione nell’Eurozona indicano che il rallentamento della crescita c’è, ma è ancora molto lento, e in ogni caso il +7,0% di aprile resta molto lontano dal già citato 2%, che è il livello auspicato dalla Bce. Alla fine, dunque, l’istituto di Francoforte dovrebbe decidere di star fermo un giro o, al massimo, di alzare i tassi di un modesto 0,25%.

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Cosa dicono i futures

Intanto, guardando all’andamento dei futures è possibile farsi un’idea delle aspettative di mercato per il medio termine.

Fino a circa una settimana fa, il future sull’Euribor si aggirava in area 4%, ma poi la crisi della banca statunitense Svb ha fatto arretrare il rendimento di qualche decimale, nella considerazione che la crisi di alcuni istituti potrebbe spingere la Banca centrale europea ad un atteggiamento più prudente da qui in avanti.

È il momento, dunque, di riconsiderare il variabile rispetto al fisso? Come al solito la risposta è soggettiva: c’è chi preferisce pagare qualcosa in più per garantirsi la rata fissa durante tutta la durata del contratto (non molto ultimamente) e chi punta sul risparmio, scommettendo per altro sui tagli ai tassi, che potrebbero partire entro fine anno, al massimo l’inizio del 2024. Chi avrà avuto ragione? Lo si saprà solo a posteriori.

Le tendenze emergenti

Lo stesso Osservatorio di MutuiOnline.it offre anche altre indicazioni sull’evoluzione del settore. In particolare, i rialzi dei tassi negli ultimi trimestri hanno ridato fiato alle surroghe da parte di coloro che in passato avevano acceso un mutuo a tasso variabile. Ad aprile il passaggio dal variabile al fisso ha riguardato oltre il 30% di tutte le richieste di mutui, erodendo l’incidenza dei mutui accesi per acquistare la prima casa, che comunque restano la componente più rilevante del mercato con poco meno del 60% del totale.

Con i prestiti che diventano più cari, si restringe la platea di chi sottoscrive un finanziamento a lungo termine come quello immobiliare. Ad aprile si è arrivati ad un reddito medio di 2.529 euro contro i 2.239 del primo trimestre 2022.

Inoltre, l’incertezza sul futuro spinge a limitare l’esborso, con il loan to value (cioè la quota finanziata rispetto al prezzo d’acquisto) che scende di un punto e mezzo rispetto all’ultimo trimestre 2022 a quota 66,8%.

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A cura di: Luigi dell'Olio

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