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Mutuo fisso o variabile? Quale scegliere a luglio?
Il tasso variabile risulta più conveniente del fisso in una prima fase, ma può subire cambiamenti nel tempo a seconda delle fluttuazioni dei mercati finanziari. Le rate possono aumentare o diminuire. Con il tasso fisso il mutuatario non riceverà alcuna sorpresa inaspettata.

È la domanda che si pongono tutti coloro che optano per l’accensione di un mutuo. Meglio il tasso fisso o il tasso variabile? A scegliere la prima strada sono soprattutto i mutuatari che non intendono ricevere spiacevoli sorprese durante il periodo di rimborso e che al contempo rinunciano anche ai possibili vantaggi legati alle fluttuazioni dei mercati finanziari. Si tratta di persone che vogliono pianificare le spese e preferiscono una rata fissa che non cambi nel tempo, pur sostenendo un costo maggiore rispetto al tasso variabile. Ad optare per quest’ultimo sono, invece, soggetti che hanno solitamente redditi medio-alti e non temono le oscillazioni dei mercati finanziari.
Chi ha una maggiore capacità economica, può far fronte ad una rata più alta rispetto al previsto senza andare in difficoltà. Situazione che, invece, andrebbe a danneggiare chi ha un budget inferiore. Il tasso variabile è infatti più economico del fisso in una prima fase, ma può subire variazioni nel tempo a seconda delle fluttuazioni dei tassi. Le rate possono andare incontro a costanti cambiamenti: in questi casi non si può avere un’idea precisa del costo totale del mutuo.
Giù l’Eurirs, fermo l’Euribor
L’Osservatorio di MutuiOnline.it ha rilevato nel mese di giugno una battuta d’arresto per la risalita del tasso fisso e una certa stabilità per quello variabile. Il quadro è dunque variato rispetto ai mesi passati. L’Eurirs risulta, infatti, in discesa: per un mutuo di 30 anni il tasso è passato da 0,53% a 0,49%. Complici i tassi di interesse ai minimi storici, quello che stiamo vivendo resta sicuramente un periodo ottimale per sottoscrivere un mutuo. La scelta tra tasso fisso e variabile è molto spesso soggettiva e legata alle singole necessità e esigenze di ciascun richiedente mutuo.
Tassi a confronto
Passiamo ora al confronto vero e proprio per avere un’idea più chiara. Partiamo da una simulazione di mutuo a tasso fisso per l’acquisto di prima casa. Ipotizziamo che il richiedente sia un impiegato di 35 anni residente a Milano che percepisce un reddito di 2.600 euro mensili, che l’importo del mutuo sia di 100.000 euro e che il valore dell’immobile sia di 200.000 euro. Supponiamo che la durata del finanziamento sia di 30 anni. La rilevazione è stata effettuata il 15 luglio.
La soluzione migliore è Mutuo UniCredit Tasso Finito con una rata mensile di 319,35 euro (Tan 0,95% e Taeg 1,07%). Chi sceglie questo prodotto, non dovrà sostenere le spese periodiche perché gratuite. Le spese di istruttoria sono inoltre ridotte. I richiedenti, alla scadenza del mutuo, non devono avere più di 80 anni. Sono previste condizioni promozionali per le domande di mutuo con pratica presentata in filiale entro 30 giorni dalla data del preventivo richiesto a MutuiOnline.
Vediamo ora cosa cambia se richiediamo un mutuo prima casa a tasso variabile. Il richiedente è sempre un impiegato di 35 anni, residente a Milano, che percepisce un reddito di 2.600 euro mensili. L’importo del mutuo è di 100.000 euro, il valore dell’immobile è pari a 200.000 euro e la durata del mutuo è di 30 anni.
La soluzione migliore è Mutuo Tasso Variabile di Credem con una rata mensile di 286,22 euro (Tan 0,20% e Taeg 0,48%). I mutuatari possono essere aggiornati in tempo reale grazie ad un’app. L’erogazione, inoltre, avviene al momento dell’atto. A richiedere questo mutuo prima casa a tasso variabile possono essere tutti coloro che hanno 18 anni e non superano i 75 anni di età alla scadenza. I clienti devono disporre di un reddito certo ottenuto in modo continuativo. La percentuale di finanziabilità massima è pari all’ 80% del valore di perizia. Quest’ultima viene redatta da periti indicati dalla banca. Obbligatoria l’assicurazione incendio e scoppio.
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