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Mutui: le rate si fanno più care col rialzo dei tassi
Calcolo Federconsumatori su come la stretta della Bce impatta sui mutui. Oggi un mutuo a tasso fisso ha una rata più onerosa del 24 per cento rispetto a quella di un analogo mutuo stipulato a dicembre 2021. Per un mutuo a tasso variabile la rata mensile subisce un aumento medio del 14 per cento.
La morsa dell’inflazione ha attivato un vortice di tensioni i cui effetti si stanno facendo sentire, a raggiera e sempre di più, nelle tasche degli italiani. Le spinte dei prezzi (generate soprattutto dal comparto energetico) hanno messo in moto la Bce, che ha alzato i tassi di riferimento a due riprese, a luglio (di 50 punti base) e poche settimane fa (di 75 punti base), portandoli - per ora - all’1,25%. I responsabili della Bce, infatti, non hanno fatto mistero di essere pronti ad alzare di nuovo il costo del denaro se il quadro inflattivo non dovesse riprendere la strada verso l’obiettivo ufficiale del 2%. Un target che, al momento, appare alquanto azzardato se si considera che in agosto in Europa l’indice dei prezzi si è portato al livello record del 9,1%.
Quadro destinato a peggiorare a causa dell’inflazione
La stretta del credito adottata dalla Bce, nel tentativo di riportare sotto controllo l’inflazione, è destinata ad avere pesanti ripercussioni su tutti i cittadini e le attività economiche. I principali effetti si vedranno, sulle rate dei prestiti e dei finanziamenti, ma soprattutto su quelle ben più onerose dei mutui, che già hanno imboccato la strada del rialzo.
Lo ha segnalato anche la stessa Banca d’Italia: in luglio i tassi d’interesse applicati ai mutui immobiliari si sono attestati al 2,45% (erano all’1,74% lo scorso dicembre), ovvero ai massimi dal giugno 2017. Federconsumatori ha monitorato i costi dei mutui, a tasso variabile e a tasso fisso, nel 2021 e nel 2022, rilevando preoccupanti tendenze al rialzo, destinate purtroppo a peggiorare.
L’effetto Bce su un mutuo a tasso fisso
Secondo quanto emerge dal rapporto dell’O.N.F, se una famiglia accendesse oggi un mutuo a tasso fisso avrebbe una rata più onerosa in media del 24% rispetto a quella che richiederebbe un analogo mutuo a tasso fisso stipulato appena nel dicembre 2021. Per esempio, il relativo costo di un mutuo a tasso fisso di 115mila euro per 25 anni aumenta quest’anno in media di 31.769,40 euro. Una somma, secondo l’analisi, impressionante, se si pensa che equivarrebbe a circa 57 rate mensili di un mutuo stipulato ai tassi odierni. Uno sviluppo che riguarda molti italiani visto che, come ha rilevato negli ultimi due anni l’Osservatorio mutui di MutuiOnline, le scelte a favore del tasso fisso (grazie a tassi di mercato ai minimi storici) sono arrivate a sfiorare il 100%.
Il mutuo a tasso variabile è il più penalizzato
Il quadro però risulta nettamente peggiore per chi ha scelto di finanziare la compravendita accendendo un mutuo a tasso variabile. Infatti, se nel caso sopra descritto la differenza di costo è solo ipotetica, considerando la stipula effettuata a diverse condizioni contrattuali in momenti diversi, nel caso di un mutuo a tasso indicizzato, invece, l’aumento incide direttamente sui pagamenti in corso e, quindi, direttamente sulle tasche dei cittadini. Un esempio specifico: nel caso di un mutuo a tasso variabile di 115mila euro, della durata di 25 anni, la rata mensile subisce un aumento medio del 14%. Questo si traduce in un aggravio di +59,45 euro al mese, ovvero +713,38 euro annui. Di fatto, una rata, oggi, è pari a circa 1,7 volte il valore della rata del dicembre 2021.
Potrebbe ripartire il mercato delle surroghe
Sono cifre che, sottolinea l’analisi dell’O.N.F, viste le attuali prospettive economiche, sono destinate con tutta probabilità ad aumentare. Per questo l’associazione chiede al Governo e anche a Banca d’Italia di vigilare attentamente la dinamica dei tassi d’interesse applicati sui mutui, affinché, oltre ai ‘normali’ aumenti, non si aggiungano fenomeni speculativi da parte delle banche. Inoltre, Federconsumatori ritiene indispensabile, in una fase delicata e complessa come quella attuale, prevedere un ampliamento del fondo di solidarietà per i mutui sulla prima casa (c.d. Gasparrini, 2007). Il terremoto sul mercato dei mutui, secondo gli esperti, potrebbe riaccendere l’interesse per le surroghe, mettendo in competizione le offerte dei vari istituti.
I migliori mutui a tasso variabile di oggi:
MUTUO BBVA | |
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TAN: | 2,96% |
Spese iniziali: | Istruttoria: € 150,00 Perizia: € 200,00 |
TAEG: | 3,15% (Indice Sintetico di Costo) |
Rata: | € 419,66 (mensile) |
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MUTUO ARANCIO A TASSO VARIABILE | |
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TAN: | 3,40% |
Spese iniziali: | Istruttoria: € 950,00 Perizia: € 0,00 |
TAEG: | 3,55% (Indice Sintetico di Costo) |
Rata: | € 443,48 (mensile) |
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MUTUO UNICREDIT SOSTENIBILITÀ ENERGETICA | |
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TAN: | 3,30% |
Spese iniziali: | Istruttoria: € 1.000,00 Perizia: € 350,00 |
TAEG: | 3,59% (Indice Sintetico di Costo) |
Rata: | € 438,07 (mensile) |