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La surroga? Ci sono ancora margini di convenienza
La salita dei tassi nel corso dell'ultimo anno sta creando crescenti difficoltà a carico dei detentori di mutui a tasso variabile. Secondo uno studio, nel 18% dei casi è ancora conveniente passare alla modalità a tasso fisso. Ecco lo scenario e la convienza della surroga.

La pausa vacanziera ha distolto l’attenzione dal tema mutui, destinato tuttavia a riprendersi la scena a breve. Perché il 14 settembre è in programma la prossima riunione della Banca centrale europea e per la prima volta da oltre un anno non è certo che si procederà ad alzare ancora i tassi ufficiali. Anche se, parola della presidente Christine Lagarde, l’orientamento è di proseguire con la politica restrittiva fino a che l’inflazione non risulterà chiaramente orientata verso l’obiettivo del 2% annuo.
Cosa fare con i finanziamenti in corso
Quanto ai mutui già in essere, nell’ultimo semestre vi è stata un’accelerazione delle surroghe, dato che il rialzo della rata mensile ha suggerito a molti di mettersi al riparo da ulteriori futuri incrementi.
Dalla lettura dell’ultimo Osservatorio di MutuiOnline.it, relativo a luglio, emerge che l’incidenza delle surroghe sul totale dei mutui richiesti è arrivata al 32,7% del totale, vale a dire 1,4 punti in più rispetto al terzo trimestre.
Le richieste di finanziamento si orientano sempre più verso il mutuo a tasso fisso, che lo scorso mese è al 93,5% del totale (quasi due punti in più rispetto al secondo trimestre, ma la crescita rispetto al primo trimestre supera gli undici punti). Speculare la discesa dell’opzione variabile rispetto ad aprile-giugno, con l’ultima rilevazione che si ferma al 5,3% delle richieste, con misto e cap sempre più marginali nel mercato.
Convenienza in poco meno di un caso su cinque
Secondo uno studio realizzato da Prometeia e aggiornato alla situazione di maggio, il 18% dei mutui a tasso variabile erogati in Italia nel 2022, circa 14 miliardi su un ammontare di 79 miliardi, presentava le condizioni per rendere conveniente una surroga a tasso fisso, considerata la situazione eccezionale che ancora oggi vede il variabile costare più del fisso.
Dalla stessa analisi emerge che a fine il tasso variabile rappresentava circa il 40% dei mutui in essere. Secondo lo studio le famiglie che tendono a ricorrere all'indebitamento a tasso variabile solo in pochi casi sono a basso reddito, per cui questo riduce ulteriormente i timori su eventuali ricadute di sistema se persisterà la situazione di tassi elevati. “Le banche sono state in genere prudenti nell'erogare i mutui a tasso variabile, non concedendoli a famiglie con redditi molto bassi”, sottolinea in un’intervista con Il Sole 24 Ore Lea Zicchino, senior partner e responsabile practice analisi mercati e intermediari finanziari di Prometeia. “Riteniamo che il quadro non sia preoccupante; anche se è vero che, pur non andando in difficoltà, le famiglie si trovano a dover tagliare i consumi”.
Attesa per gli interventi delle banche
Con la ripresa di settembre sono attesi gli interventi delle banche per le situazioni più critiche (anche se limitatamente ai casi in cui i ritardi nei pagamenti non superano i 90 giorni), secondo gli impegni presi a luglio. In primis c’è la possibilità l’importo della rata a tasso variabile per un determinato numero di mesi, allungando la durata temporale del mutuo e spalmando nel tempo il costo del debito. Il prestito dura di più e questo comporta un esborso maggiore per il mutuatario, a considerare l’intero arco del rimborso.
Si punta, in aggiunta, a estendere la possibilità di passare dal variabile al fisso con la sola richiesta del mutuatario, senza libertà di scelta per la banca. Attualmente i criteri sono: un finanziamento non superiore a 200 mila euro e un Isee a 35 mila euro. Gli spazi di intervento dovrebbero riguardare soprattutto il secondo indicatore, con la possibilità di estensione a 45 mila o addirittura 50 mila euro.
Per la definizione in dettaglio delle misure potrebbe essere questione di poche settimane, ma poi ogni banca sarà libera se aderire o meno al protocollo Abi.
I migliori mutui a tasso fisso di oggi:
MUTUO BBVA | |
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TAN: | 3,05% |
Spese iniziali: | Istruttoria: € 150,00 Perizia: € 200,00 |
TAEG: | 3,24% (Indice Sintetico di Costo) |
Rata: | € 424,31 (mensile) |
MUTUO SPENSIERATO PLUS EDITION | |
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TAN: | 2,90% |
Spese iniziali: | Istruttoria: € 1.000,00 Perizia: € 350,00 |
TAEG: | 3,35% (Indice Sintetico di Costo) |
Rata: | € 416,23 (mensile) |
MUTUO TASSO FISSO | |
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TAN: | 3,02% |
Spese iniziali: | Istruttoria: € 1.200,00 Perizia: € 300,00 |
TAEG: | 3,40% (Indice Sintetico di Costo) |
Rata: | € 422,68 (mensile) |
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MUTUO GIOVANI | |
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TAN: | 3,21% |
Spese iniziali: | Istruttoria: € 750,00 Perizia: € 320,00 |
TAEG: | 3,40% (Indice Sintetico di Costo) |
Rata: | € 433,01 (mensile) |
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MUTUO FISSO IRS GREEN - ACQUISTO | |
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TAN: | 3,32% |
Spese iniziali: | Istruttoria: € 500,00 Perizia: € 0,00 |
TAEG: | 3,43% (Indice Sintetico di Costo) |
Rata: | € 439,06 (mensile) |
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