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Fabi: le rate dei mutui e dei prestiti non pagate valgono 15 miliardi
A marzo le rate di mutui e prestiti non pagate da circa un milione di nuclei familiari italiani valgono 14,9 miliardi di euro. A causare l'insolvenza, secondo la Federazione autonoma bancari italiani, ci sarebbero l'aumento del costo del denaro, l'incremento dei tassi e la corsa dell'inflazione.

L’aumento dei tassi di interesse e la corsa dell’inflazione osteggiano i clienti delle banche, che molto spesso non riescono a rispettare le scadenze dei propri finanziamenti.
Nel mese di marzo i crediti deteriorati dalle famiglie italiane hanno raggiunto, infatti, la quota di 14,9 miliardi. Lo rivela la Federazione Autonoma Bancari Italiani (FABI), che entra ancor di più nel dettaglio e denuncia 6,8 miliardi di mutui non pagati; 3,7 miliardi di credito al consumo non restituiti e 4,3 miliardi relativi ad arretrati di altri prestiti. In particolare, dei quasi 15 miliardi di euro di rate non pagate da un milione di famiglie italiane, 5,7 miliardi sono sofferenze e non verranno più rimborsati.
I riflettori sono puntati sui mutui casa: 6,8 miliardi non rimborsati, di cui 2,7 miliardi sono sofferenze; 3,4 miliardi sono inadempienze probabili (credito che può trasformarsi in sofferenza) e 621 milioni sono le rate scadute.
In difficoltà le famiglie con mutui a tasso variabile
L’analisi di Fabi, realizzata su statistiche della Banca d’Italia, rivela che sono soprattutto coloro che hanno contratto un mutuo a tasso variabile ad essere in maggiore difficoltà, complice l’aumento del costo del denaro e il rialzo dei tassi di interesse. Questa forma di finanziamento vale 140 miliardi in totale e copre un terzo del totale di 425 miliardi concessi.
Rispetto alla fine del 2017 si registra un aumento del valore complessivo dei mutui casa di circa 50 milioni (+13,4%). Su 25,7 milioni di famiglie italiane se ne contano 3,5 che hanno contratto un mutuo.
Lombardia e Lazio con oltre 2 miliardi di rate non pagate
Sono in particolare la Lombardia e il Lazio le regioni a piazzarsi al primo posto in questa particolare classifica, rispettivamente con 2,6 miliardi e 2 miliardi di rate non pagate. È qui che si concentra il più alto numero di finanziamenti non rimborsati. A seguire vi sono Campania con 1,4 miliardi non restituiti; la Sicilia con 1,2 miliardi di euro; Puglia e Basilicata insieme con 1 miliardo e 654 milioni; Veneto con 1 miliardo e 27 milioni. Scendono sotto un miliardo di euro: Piemonte e Valle d’Aosta 984 milioni; Emilia Romagna 983 milioni; Toscana 973 milioni; Calabria 418 milioni; Marche 90 milioni; Abruzzo e Molise insieme 372 milioni. In Liguria gli arretrati valgono, invece, 361 milioni; in Sardegna 318 milioni; in Trentino Alto Adige 239 milioni; in Umbria 226 milioni; in Friuli Venezia Giulia 222 milioni.
Dei 2 miliardi e 654 milioni di rate non pagate in Lombardia, i mutui coprono 1,4 miliardi, di cui 618 milioni sono sofferenze, 707 milioni sono inadempienze probabili e 124 milioni sono le rate scadute. Nel Lazio, invece, gli arretrati relativi ai mutui ammontano a 934 milioni, di cui 327 milioni sono sofferenze, 503milioni sono inadempienze probabili e 104milioni sono rate scadute.
L'appello della Fabi: "Più cautela da parte della BCE"
I numeri dei crediti deteriorati delle banche, riconducibili a nuclei familiari italiani, mettono in allarme la Fabi, che lancia un appello alla Banca Centrale Europea perché si agisca con maggiore cautela. L’aumento del costo del denaro e il rialzo dei tassi di interesse su prestiti e mutui stanno infatti inevitabilmente mettendo in difficoltà famiglie e imprese, che non riescono a rispettare le scadenze.
La Federazione Autonoma Bancari Italiani chiede allora di riflettere sull’operazione spalma-mutui, di cui si parla ultimamente, ma che a detta del sodalizio non è priva di rischi, né è a costo zero. Allungare il piano di rimborso di un mutuo a tasso variabile – secondo la Fabi – causa un aumento di interessi da pagare alla banca e non consente di poter fruire nel medio-lungo periodo di una desiderabile diminuzione dei tassi d’interesse.
Oggi le proposte delle banche a favore dei clienti in difficoltà si moltiplicano: si va dall’allungamento dei tempi di rimborso dei mutui a tasso variabile alla sospensione momentanea del pagamento della quota capitale delle rate e così via. Si tratta di opzioni che vanno però a modificare il piano di ammortamento del prestito e che secondo la Fabi vanno valutate con cautela, tenendo in considerazione anche quelle che sono le caratteristiche originarie del mutuo. La Fabi suggerisce di chiedere sempre consigli ai consulenti in banca prima di prendere decisioni affrettate.
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MUTUO FACILE - TASSO FISSO | |
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TAN: | 3,80% |
Spese iniziali: | Istruttoria: € 900,00 Perizia: € 280,00 |
TAEG: | 4,04% (Indice Sintetico di Costo) |
Rata: | € 465,96 (mensile) |
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