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Edilizia: le proposte per superare il blocco dei lavori

Le proposte sono tante e spesso in contrasto tra loro, ma sta di fatto che qualcosa dovrà essere fatto per sbloccare i cantieri che sono stati congelati dal divieto di cessione dei crediti deciso nei giorni scorsi dal governo a fronte di crediti incagliati per 110 miliardi di euro.

02/03/2023
cantiere di abitazioni in ristrutturazione
Come superare lo stop alla cessione dei crediti

Fornire una risposta ai cittadini che si sono già impegnati con i pagamenti e in molti casi hanno già fatto partire i lavori e salvare dal fallimento tante piccole realtà imprenditoriali, con tutto ciò che ne deriva in termini di occupazione e fiscalità per lo Stato. Sono gli obiettivi ai quali puntano le proposte avanzate da associazioni e organizzazioni varie negli ultimi giorni all’indirizzo del governo, dopo che quest’ultimo ha deciso per lo stop alla cessione dei crediti per i lavori nel campo immobiliare che evitavano l’esborso immediato.

Le perdite per il sistema

Come già accennato in passato, la proposta al momento che riscuote i maggiori consensi è quella relativa alla compensazione dei modelli F24 solitamente utilizzati per pagare tasse, imposte e Iva. Di solito il contribuente prenota il pagamento al Fisco a una data prestabilita attraverso questo modello; la banca prende in carico la richiesta e nel giro di pochi giorni effettua il versamento. L’idea sarebbe quella di lasciar versare all’istituto una piccola parte di questo versamento, compensando i crediti fiscali che ha in pancia. Così, a ogni pagamento di un F24, la banca potrebbe liberarsi di una piccola quota dei suoi crediti. Una misura che secondo Abi e Ance, promotori della proposta, consentirebbe di sbloccare subito almeno 15 miliardi incagliati.

Tuttavia le analisi realizzate dai tecnici del ministero dell’Economia avrebbero fatto emergere diverse criticità in merito, a cominciare dalla tempistica, dato che ci vorrebbe qualche mese per far dialogare i sistemi informatici delle banche e dell’amministrazione finanziaria in modo da assicurare una gestione ordinata del traffico di crediti e tasse, mentre la paralisi dei lavori è già realtà e molte piccole imprese impegnate sui cantieri non possono attendere a lungo.

Senza cambiare rotta in merito al blocco, spiegano dalla Cna, sono a rischio investimenti privati per oltre 50 miliardi annui già a partire dall’anno in corso con una drastica riduzione dell’attività per tutta la filiera, fatta soprattutto di piccole e piccolissime imprese, ma ad alto impatto occupazionale. La confederazione degli artigiani chiede che sia comunque mantenuto il meccanismo attuale delle cessioni almeno per gli interventi di riqualificazione energetica e di messa in sicurezza sismica.

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Verso lo sblocco per gli ordini in produzione?

Da Federlegno segnalano l’importanza di garantire quanto meno l’evasione degli ordini già avviati alla produzione. In caso contrario, infatti, le famiglie si troverebbero all’improvviso con un debito sulle spalle e le aziende del settore alle prese con il problema dei mancati pagamenti. Il tutto rendendo particolarmente arduo il “ricollocamento” dei medesimi prodotti, dato che in genere si tratta di prodotti fatti su misura.

Secondo Confartigianato occorre aumentare la capacità di assorbimento dei crediti da parte del sistema creditizio, individuando un acquirente pubblico di ultima istanza, soprattutto per i crediti fiscali incagliati di minore importo.

Mentre per Confprofessioni, la strada per riattivare il circuito dei crediti incagliati consiste nel trasformarli in prodotti finanziari da far acquistare a investitori istituzionali come Cdp o Sace.

Confcommercio chiede invece di agire in via prioritaria sui 20 miliardi di crediti fiscali incagliati per mancanza di cessionari.

I sindacati a tutela dei redditi più bassi

Quanto al fronte sindacale, la Cgil chiede di dare la priorità agli incapienti e all’edilizia residenziale pubblica. Due categorie per le quali si reclama la reintroduzione del sistema di cessione del credito e sconto in fattura per il sismabonus, l’ecobonus e il bonus barriere architettoniche. Simile la richiesta della Uil, per la quale occorre in via prioritaria modificare il blocco delle cessioni dei crediti derivanti dai bonus edilizi e gli sconti in fattura, nonché assicurare per il futuro strumenti finanziari ai redditi più bassi e per i condomini di edilizia popolare.

A cura di: Luigi dell'Olio

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