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Crif: boom dei mutui, tornati ai livelli pre Covid
Il bilancio del primo trimestre delle richieste di mutui è positivo per il 9,6 pct, grazie all’accelerazione del 55,8 pct registra nel mese di marzo. Intanto, secondo il report di Crif, l’importo medio è salito ai massimi dal 2013 e si allungano le durate dei finanziamenti.
Il mercato del credito è in salute: le richieste dei mutui sono tornate sui livelli pre-Covid, crescono l’importo medio e la domanda dei giovani. In sostanza, il primo trimestre segna un’inversione di tendenza per le domande di mutui e surroghe delle famiglie italiane: secondo Crif c’è un aumento complessivo del +9,6% sullo stesso periodo del 2020.
Dopo un inizio col freno tirato, sulla scia dell’andamento negativo del quarto trimestre, la performance positiva del trimestre è totalmente ascrivibile all’impetuosa crescita vista a marzo (+55,8%), condizionata però dal confronto col corrispondente mese dello scorso anno, che aveva visto la sostanziale paralisi a causa del lockdown. Tuttavia, quello del primo trimestre è in assoluto il numero di richieste complessivamente rilevate più elevato degli ultimi 9 anni.
L’importo medio sale ai massimi dal 2013
Come accennato, questo inizio d’anno si caratterizza anche per un altro segnale incoraggiante: l’incremento dell’importo medio richiesto (+2,6% sul corrispondente periodo 2020), che si è attestato a 136.656 euro.
Anche in questo caso, secondo il report di Crif - si tratta del valore più elevato a partire dal 2013. Per quanto riguarda la distribuzione per fascia di importo, nel primo trimestre del 2021 le richieste per importi tra 100.000 e 150.000 euro rappresentano la soluzione preferita dagli italiani, con circa il 30% del totale, un dato sostanzialmente in linea con il corrispondente periodo del 2020. Al secondo posto (con il 25%) permane la classe di importo tra 150.000 e 300.000 euro.
Durate più lunghe per gravare meno sui bilanci
Dall’analisi della distribuzione delle richieste per durata, emerge un leggero cambiamento di preferenza da parte delle famiglie italiane rispetto al primo trimestre 2020: la classe più richiesta risulta essere quella tra i 26 e i 30 anni, con il 26,4% del totale (+3,9%). Si registra invece una lieve contrazione (-2,8% nel 2020) per la classe di durata tra i 16 e i 20 anni, che corrisponde al 24,2% del totale. Nel complesso, circa 8 richieste su 10 prevedono piani di rimborso superiori ai 15 anni, a conferma della propensione delle famiglie a privilegiare soluzioni che pesino il meno possibile sul bilancio.
La domanda di mutui dei giovani incide per il 29,3%
Osservando, la distribuzione delle interrogazioni in relazione all’età del richiedente, l’ultimo aggiornamento del Barometro Crif evidenzia come nel primo trimestre sia stata la fascia compresa tra i 35-44 anni quella maggioritaria, con una quota pari al 33,5%, seguita da quella tra i 25-34 anni, con il 26,8%.
Complessivamente le richieste degli under 35 arrivano a incidere per il 29,3% sul totale. L’attivismo dei giovani è stato rilevato anche dall’Osservatorio mutui di MutuiOnline.it, che nel trimestre a marzo ha rilevato un sensibile aumento delle richieste di finanziamento sia dai millennial sia da parte della Generazione Z.
I finanziamenti già molto sopra i livelli pre crisi
Malgrado la situazione di incertezza che ancora regna a causa dell’andamento dei contagi, a marzo – afferma Simone Capecchi, executive director di Crif – gli italiani sono tornati prepotentemente a rivolgersi agli istituti di credito per finanziare l’investimento sulla casa e questo ha trascinato la performance complessiva dell’intero trimestre dopo una prolungata fase di debolezza. Se la rilevazione è sicuramente condizionata dal confronto con il mese di marzo 2020, va però sottolineato, secondo Capecchi, come nel primo trimestre dell’anno le richieste di mutui e surroghe abbiano abbondantemente superato non solo i volumi pre-Covid, ma anche quelli degli 8 anni precedenti.