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Contribuenti con il forfettario. Come scaricare i bonus edilizi

I bonus edilizi non possono essere portati in detrazione nella dichiarazione Irpef dai contribuenti in regime agevolato. Una limitazione non da poco per oltre 2 milioni di italiani, anche se non manca una possibile soluzione. Intanto il Superbonus sta per cambiare volto.

22/09/2023
salvadanaio pieno di monete e scritta bonus
Regime forfettario e bonus edilizi

La “capienza” è un concetto cruciale in materia di bonus fiscali. Perché detrazioni e deduzioni sono possibili nella misura in cui vi sia un ammontare dal quale “scontare” la somma spesa. Il ragionamento vale per chi non percepisce redditi elevati, ma per certi versi riguarda anche i contribuenti nel regime forfettario, che offre una serie di agevolazioni in cambio di margini ridotti proprio in materia di detrazioni e deduzioni.

Caratteristiche e limiti del forfettario

Iniziamo con una breve premessa. Il forfettario è un regime fiscale agevolato: il contribuente è soggetto a un’aliquota del 15% sull’imponibile, ridotta al 5% per i primi cinque anni per chi avvia una nuova attività.

La principale novità per il 2023 è l'aumento del limite di compensi e ricavi, che passa dai 65 mila euro fin qui in vigore a quota 85 mila. Un’altra novità è l'introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica, come già accadeva per i contribuenti nel regime ordinario. Da luglio di quest’anno devono emettere fattura elettronica tutti i forfettari che nell’anno precedente hanno registrato ricavi o compensi superiori a 25 mila euro e da gennaio 2024 l’obbligo si estenderà a tutti i titolari di partite Iva nel regime agevolato.

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L’applicazione dei bonus ai forfettari

Fino al 2020, i contribuenti presenti nel regime agevolato non potevano in alcun modo recuperare parte della spesa sostenuta per i lavori in ambito edilizio. Da quel momento, invece, la possibilità è prevista a patto che si sia fatto ricorso alla cessione del credito d’imposta o allo sconto in fattura. Vale per il bonus ristrutturazioni, così come per il Superbonus, l’Econbonus, il Sismabonus e il Bonus Facciate.

Come cambia il Superbonus

Intanto si appresta a finire in soffitta il Superbonus, quanto meno nella modalità che abbiamo conosciuto fino a questo momento. “Non è intenzione del governo procedere alla proroga delle misure relative al Superbonus nelle forme fino ad ora conosciute”, è il concetto espresso dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, rispondendo alla Camera a un’interrogazione sulla proroga al 2024 dell’incentivo, dopo che già nelle scorse settimane il titolare del Tesoro aveva manifestato un giudizio negativo verso il provvedimento non tanto in sé, quanto per l’impatto negativo che ha avuto sui conti pubblici.

Giorgetti ha rincarato la dose sottolineando che l’incentivo ha fin qui riguardato il “3% degli immobili, compresi anche sei castelli”. Se da una parte la stima dell’impatto economico del Superbonus è incerta, ha aggiunto Giorgetti, dall’altro la quantificazione del peso per le finanze pubbliche è certa e se ne dovrà tenere conto anche nella prossima nota di aggiornamento al Def”. Come ogni politica pubblica, ha quindi aggiunto, deve essere sottoposta ad un’analisi costi benefici. Anche se, a questo proposito, un’analisi di Bankitalia ha già evidenziato che “l’effetto espansivo non è stato tale da rendere lo strumento ad impatto nullo” per i conti pubblici.

La sensazione è che gli incentivi legati al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici proseguiranno, ma concentrandosi su una platea ristretta di beneficiari, a cominciare dalle case popolari.

Secondo quanto fin qui trapelato, probabilmente si andrà verso un intervento finanziato dai fondi comunitari di Repower Eu, il piano europeo di ripresa post-pandemica incentrato sulla transizione energetica. Si darà vita, dunque, a una graduatoria non più basata sul tempismo nella presentazione delle domande (approccio che fin qui ha premiato soprattutto le villette), quanto piuttosto sul disagio economico e sul possibile miglioramento delle prestazioni energetiche degli immobili. Un approccio che sposa la proposta di direttiva sulle Case Green, che è stata contestata dal governo italiano, ma che intanto si fa sempre più strada nel contesto comunitario.

A cura di: Luigi dell'Olio

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