- Altri marchi del Gruppo:
- Trovaprezzi
- Prestitionline.it
- Segugio.it
Arriva la stretta contro gli affitti brevi?
Il caro-locazioni spinge i sindaci dei Comuni a maggiore vocazione turistica a chiedere una stretta contro gli affitti brevi, con il governo nazionale orientato ad appoggiare la loro richiesta. Ecco le possibili misure e la posizione dei proprietari di casa.
Il boom degli affitti brevi sta spingendo numerosi amministratori locali ad auspicare normative che possano porre un freno al fenomeno, nella convinzione che questo possa calmierare i canoni d’affitto. Così, dopo anni di sollevazioni da parte degli albergatori, chi concede in locazione una stanza o un intero immobile per brevi periodi e senza continuità, deve fare i conti con una nuova minaccia. Che non considera, tuttavia, le ragioni che spingono alcuni proprietari verso questa scelta, a cominciare dalla possibilità di far valere tempestivamente i propri diritti in caso di morosità da parte degli inquilini (con contratto di affitto tradizionale).
Le proposte in campo per frenare la proliferazione di B&B
Sul tema è intervenuta di recente la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, sottolineando la volontà di fissare nuove regole, perché “il far west deve finire”. Una presa di posizione che non è stata accompagnata da indicazioni sui provvedimenti che l’esecutivo intende adottare, anche se da subito hanno cominciato a circolare bozze di possibili interventi, che partono dalle proposte messe a punto dai sindaci delle principali città. Considerato che invece i piccoli centri (cioè circa 5.500 sugli 8mila totali) devono fare i conti con la carenza, e in alcuni casi la totale assenza, di strutture alberghiere.
Matteo Lepore, sindaco di Bologna, ha lanciato l’idea di autorizzare gli affitti brevi sopra i 90 giorni l’anno con delle licenze da rinnovare ogni cinque anni. Tutto ciò considerando le zone delle città per cui emettere queste autorizzazioni. Un pensiero condiviso dal primo cittadino di Milano, Beppe Sala: “Noi non vogliamo metterci contro il piccolo proprietario che ha un singolo appartamento in affitto da 50 metri quadrati, però un po’ di regolamentazione va fatta”. Per Sala, “in questo momento sono troppi gli appartamenti che vengono tolti a chi invece a Milano vuole abitare”. Dichiarazioni rilasciate nel corso di un convegno nel quale sono stati presentati i trend degli affitti, il cui prezzo è cresciuto 43% nell’arco di sette anni, arrivando a una media di 21,38 euro al metro quadrato al mese (1.390 di canone per un bilocale da 65 metri quadrati), mentre i salari sono cresciuti soltanto del 5%.
Intanto Dario Nardella, sindaco di Firenze, chiede di “non vivere il turismo come un problema”, ma imparare “a governarlo”. In sostanza, i primi cittadini dei centri a maggiore vocazione turistica non vogliono di certo rinunciare agli arrivi in massa, ma al contempo tengono in considerazioni le richieste degli elettori che soffrono il caro-affitti e degli albergatori che soffrono la concorrenza dei Bed & Breakfast.
La difesa dei proprietari di casa
Sull’altra sponda ci sono le organizzazioni dell’edilizia, che oppongono il loro rifiuto verso ulteriori regole. Anzi chiedono la rimozione di due norme già esistenti: quella che permette al comune di Venezia di limitare gli affitti brevi nel centro storico a un massimo di quattro mesi all’anno, mentre la seconda è quella che trasforma il proprietario che ricorre agli affitti brevi per più di quattro appartamenti in imprenditore.
Non solo. Le associazioni dei proprietari rifiutano anche la chiave di lettura che vorrebbe il caro-affitti legato proprio alla concorrenza dei B&B per i turisti. Il vero problema, sottolineano, è che in Italia manca una tutela adeguata per i proprietari contro gli inquilini morosi. In sostanza, chi tarda con il pagamento dell’affitto mensile, può essere cacciato solo dopo una procedura particolarmente lunga e costosa. Di fronte a questo rischio, tanti proprietari scelgono di affittare per pochi giorni ai turisti, che poi vanno via non mettendo a rischio la tutela della proprietà privata. Una questione che andrebbe risolta per via legislativa se davvero si vuole affrontare in maniera organica la questione. Così come occorre evitare che norme molto stringenti finiscano con il favorire il proliferare del mercato nero degli affitti.