- Altri marchi del Gruppo:
- Trovaprezzi
- Prestitionline.it
- Segugio.it
Superbonus, verso lo sblocco della cessione crediti
Adesso il sistema delle cessioni dei crediti, fondamentale per riattivare il Superbonus, può tornare a funzionare. Questa è la convinzione che tecnici che negli ultimi giorni hanno affiancato il governo per mettere a punto l'ennesima modifica al settore.

La possibilità di arrivare fino a cinque cessioni e l’intervento di Sace come garante. Gli ultimi ritocchi normativi puntano a sbloccare le cessioni dei crediti, un passaggio cruciale per rendere effettivo (e non solo teorico) il ricorso al Superbonus in campo edilizio.
Cosa cambia
Il tema è stato oggetto di numerosi interventi normativi nel corso dell’ultimo anno con il complicato obiettivo di contrastare da una parte le truffe e i raggiri, ma senza compromettere l’operatività delle banche nelle cessioni. Anche se sul secondo aspetto i risultati sono stati carenti. Da qui un nuovo intervento normativo, con un emendamento al Dl Aiuti Quater approvato in commissione Bilancio al Senato, che fa salire da quattro a cinque il numero massimo di cessioni da parte di soggetti qualificati, cioè banche e assicurazioni. Nel regime iniziale del Superbonus era consentito un numero illimitato di cessioni, poi in ottica anti-raggiri erano state portate a tre, salvo salire a quattro in caso di coinvolgimento di soggetti qualificati.
Dopo l’ultimo ritocco, la prima cessione sarà libera, poi ce ne saranno tre (e non più due) verso banche, intermediari finanziari, società appartenenti a gruppi bancari e assicurazioni e, alla fine, avverrà il trasferimento da banca a correntista partita Iva.
Il ruolo della garanzia pubblica
Sempre nell’ottica di favorire l’accesso al bonus, che negli ultimi due anni ha svolto un ruolo cruciale nella crescita economica del Paese, è stato previsto che la Sace (società facente capo al ministero dell’Economia, specializzata nel sostegno alle imprese e al tessuto economico nazionale) possa concedere garanzie in favore delle banche, delle istituzioni finanziarie e degli altri soggetti abilitati all'esercizio del credito in Italia che concederanno alle imprese impegnate in interventi di edilizia finanziamenti “strumentali a sopperire alle esigenze di liquidità”, a causa della mancata monetizzazione dei crediti fiscali. Una misura che accoglie le richieste provenienti dal mondo finanziario.
Proroga del 110%
Queste misure si aggiungono alla proroga del 110% (rispetto al 90% che entrerà in vigore dal 1° gennaio prossimo) per i condomini che presenteranno la Cilas (la Comunicazione di inizio lavori) entro il 31 dicembre, a patto che le assemblee abbiano deliberato i lavori entro il 18 novembre, data dell’entrata in vigore del Dl.
A questo proposito si è cercato di definire i punti oscuri, a cominciare dalla risposta al quesito su come accertare la data dell’assemblea condominiale. A questo proposito occorrerà l’asseverazione della data dell’assemblea, con una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà. La responsabilità ricade sull’amministratore di condominio o, nei casi in cui non c’è obbligo di avere un amministratore, sul condòmino che ha presieduto l’assemblea. Il soggetto interessato, in caso di dichiarazione mendace, sarà perseguibile penalmente per falso, con il rischio di una condanna fino a due anni.
I contenuti della delibera
Per evitare rischi, è importante che la delibera sia inattaccabile, ma sul punto la normativa non appare del tutto chiara, dato che si parla genericamente di “delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori”. Gli avvocati di settore, interpellati dai giornali e dai siti internet specializzati, suggeriscono di richiamare nella delibera di esecuzione integralmente il dispositivo di legge e il dettaglio degli interventi. Non può trattarsi di una delibera generica, ma deve contenere una serie di elementi, dall’indicazione del quorum e del soggetto che si occuperà di lavori all’importo e al dettaglio dei lavori, fino alla ripartizione delle spese.
Come valuti questa pagina?
Grazie del tuo voto!