- Altri marchi del Gruppo:
- Trovaprezzi
- Prestitionline.it
- Segugio.it
Superbonus: l’interesse delle famiglie resta alto
Nel corso del 2023, ben 2,4 di famiglie italiane dovrebbero accedere al Superbonus. La stima è di Nomisma e conferma come vi sia un interesse diffuso verso lo strumento, nonostante la riduzione della detrazione dal 110 al 90%, ma a fronte di alcune semplificazioni.
Nonostante tutto, il Superbonus per chi effettua lavori di ristrutturazione in campo immobiliare, ottenendo almeno due salti nella pagella energetica, continua a suscitare grande interesse tra le famiglie. Questo nonostante il calo della detrazione dal 110% previsto fino alla fine di quest’anno al 90% che scatterà il 1° gennaio prossimo.
Le previsioni 2023
Secondo l’ultima stima di Nomisma, sono 2,4 milioni le famiglie italiane che nel 2023 accederanno al Superbonus. Questo ovviamente a bocce ferme, senza cioè considerare eventuali nuovi ritocchi della normativa come tanti ce ne sono stati nell’ultimo anno e mezzo.
Rispetto all’anno in corso, i dati evidenziano un tasso di abbandono del 12% per la domanda che intende usufruire della nuova misura. Una riduzione che riguarderà quindi circa un terzo delle famiglie interessate rispetto alle previsioni di 3,6 milioni di nuclei che erano state fatte considerando la normativa in vigore fino a pochi giorni fa.
Cosa cambia
Il decreto Aiuti quater ha stabilito che dall’inizio del prossimo anno il beneficio scenderà dal 110% (quindi più di quanto speso per i lavori) al 90%, per poi passare al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025.
Diverso è lo scenario per le abitazioni unifamiliari. C’è, anzitutto, il caso di chi ha completato il 30% dei lavori al 30 settembre scorso, presentando una dichiarazione del direttore lavori che abbia attestato questo requisito. In questo caso c’è tempo fino al prossimo 31 marzo per le spese, accedendo comunque al 110%, con la scadenza spostata dunque di tre mesi rispetto al 31 dicembre fin qui previsto. Per questi lavori, l’agevolazione varrà solo per le prime case e solo per chi, in base al nuovo quoziente familiare, non supera il tetto di 15mila euro. Restano fuori, comunque, le spese effettuate da comodatari, locatari e, con ogni probabilità, anche conviventi (anche se su questo l’agenzia delle Entrate dovrà pronunciarsi).
Fin qui le norme, ma ci sono lavori in corso per una serie di ritocchi. Fratelli d’Italia si prepara a depositare un pacchetto di emendamenti alla legge di conversione del Decreto Aiuti quater, che tra le altre cose estende il termine per la presentazione della Cilas al 31 dicembre prossimo per poter ottenere il 110% anche nel 2023.
Pronti a contribuire ai costi
“L’aliquota al 90% non determinerà un abbandono di interesse da parte delle famiglie italiane verso la misura” sottolinea Marco Marcatili, responsabile sviluppo di Nomisma. “Dall’indagine del nostro 110% Monitor emerge come le famiglie abbiano incorporato la consapevolezza che il Superbonus non sarà totalmente gratuito. Per recuperare parte delle famiglie rinunciatarie occorre garantire una copertura economica della quota di incentivo mancante, attraverso ad esempio prodotti finanziari dedicati o attraverso sistemi di remunerazione dell’investimento in modalità Esco, vale a dire attingendo ai benefici economici garantiti dai risparmi in bolletta”. Per l’esperto, i tempi sono maturi per questo tipo di prodotto che “potrà fornire una maggiore stabilità e incentivare una domanda reale”. Anche se queste riflessioni, avverte, varrà “a condizione che venga reso nuovamente operativo il meccanismo dello sconto in fattura”.
C’è voglia di conoscenza
I dati rilevati dal Monitor Nomisma di novembre confermano il crescente interesse da parte delle famiglie rispetto alla misura. Sono 10,3 milioni le famiglie che, dopo una fase di scoramento o di apprendimento di funzionamento della norma, sono intenzionate ad aderire al Superbonus rispetto ai 7,3 milioni dello scorso luglio. A questo proposito gli esperti sottolineano che sebbene l’aumento riscontrato nella domanda sia dettato principalmente dalle famiglie attendiste che non hanno messo in pratica alcuna azione, la sensazione è che ci sia un ritorno di interesse per spuntare condizioni più vantaggiose visto il cambio dell’aliquota al 90%.