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Più prestiti e meno mutui: la crisi ridisegna i comportamenti degli italiani
La crisi penalizza la richiesta di mutui, che a ottobre registrano -24,5 per cento rispetto all’anno precedente. A contribuire al crollo della domanda anche il calo delle surroghe che fanno registrare -58,3 per cento. Cresce invece la domanda di prestiti del 10 per cento.

Inflazione, caroprezzi e crisi energetica hanno messo in crisi molte famiglie italiane, che hanno trovato una soluzione temporanea con il ricorso a un prestito. I dati di Crif danno ad ottobre una crescita della domanda dei prestiti, personali e finalizzati, del 10% rispetto al 2021.
A segnare cifre da record sono soprattutto i prestiti personali, credito al consumo non finalizzato da destinare a scopi differenti: l’acquisto di un’auto, una ristrutturazione, le spese mediche o il ricorso alla liquidità. Il Barometro CRIF, sempre a ottobre, rileva +19,5%.
Se si guarda il dato complessivo, l’importo medio dei prestiti personali e finalizzati registra dopo nove mesi di calo continuo un aumento dell’1,6%, per un valore di 8.127 euro.
Nel dettaglio, i prestiti personali fanno registrare un importo medio di 12.041 euro, in calo del 5,8% rispetto al 2021, mentre i prestiti finalizzati segnano +5,4% con un importo medio di 5.950 euro (+5,3 % rispetto a ottobre 2021).
Mutui al ribasso
Andamento esattamente inverso rispetto ai prestiti seguono i mutui, le cui condizioni profondamente mutate con l’aumento dei tassi di interesse e la stretta delle banche, hanno determinato una contrazione della domanda da parte delle famiglie.
Il costo praticamente raddoppiato del credito costituisce adesso un forte deterrente alla crescita dei mutui, senza considerare che quella fetta importante di domanda dei giovani under 36 ha subìto una forte battuta di arresto con l’aumento dei tassi e la decisione delle banche di sospendere le condizioni agevolate, in quanto antieconomiche.
Il risultato è che da Crif l’evidenza è di una crisi che penalizza appieno la richiesta di mutui, che a ottobre registrano -24,5% rispetto all’anno precedente. Molto differente il dato delle erogazioni, che riguarda una domanda del periodo precedente e segna solo una lieve riduzione pari a -1,5%.
A contribuire al crollo della domanda, anche il calo delle surroghe, un tempo prima fonte di crescita, ma che adesso fanno registrare -58,3%.
Tasso fisso e giovani ancora protagonisti
Le somme richieste si mantengono pressocché stabili, con un valore di 142.660 euro, mentre la risalita degli indici Euribor (quello a 3 mesi è passato da -0,50% a marzo 2022 a +1,3% a settembre 2022) induce a orientarsi verso il tasso fisso o il tasso variabile con CAP.
Nonostante il fermo della banche, i giovani continuano ad essere responsabili di un terzo della domanda dei mutui, specialmente quando le offerte di mutuo consentono di accedere al Fondo di garanzia mutui prima casa.
Una situazione che ritornerà alla normalità a partire dal primo dicembre prossimo, grazie a un emendamento al decreto Aiuti che reintroduce il limite entro il quale le banche dovranno contenere i tassi dei mutui dedicati ai più giovani: più bassi del Tegm, il Tasso Effettivo Globale Medio (tasso di riferimento per calcolare la soglia di usura oltre la quale un finanziamento è illegale).
Il pretesto per ristabilire la regola sono le vicende degli ultimi mesi che avevano visto le banche abbandonare i tassi agevolati sui mutui a tasso fisso concessi agli under 36 a causa dell’evidente rincaro dei valori in seguito agli aumenti dei tassi indetti dalla Bce.
Adesso quella misura di contenimento dei tassi è stata ristabilita e le condizioni riservate ai giovani torneranno a essere protette, grazie anche al ricorso al Fondo di garanzia mutui prima casa di Consap.
La disposizione sarà valida fino al 31 dicembre 2022, termine già stabilito della fine dell’agevolazione concessa ai più giovani che desiderano diventare padroni di casa ricorrendo a un mutuo.
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