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Panetta (Bankitalia) alla BCE: avanti con il taglio dei tassi
La BCE deve andare avanti con i tagli dei tassi di interesse. Non ha dubbi il governatore di Bankitalia: perché il rischio è di avere un’inflazione troppo bassa, sotto l’obiettivo del 2%. I nuovi ribassi del costo del denaro farebbero scendere i tassi per mutui casa e surroghe. Le rate sarebbero più convenienti.

La BCE deve andare avanti nella riduzione dei tassi di interesse, altrimenti l’inflazione rischia di abbassarsi troppo, scendendo sotto il target del 2% nell’Eurozona.
È questa, in sintesi, la posizione di Fabio Panetta. Il Governatore della Banca d’Italia, nel suo intervento al congresso Assiom Forex, ha confermato la sua visione sulla traiettoria della Banca centrale europea in materia di politica monetaria.
Un quadro che è un’iniezione di fiducia per il mercato dei mutui. Infatti, spinti da una probabile striscia di ribassi dei tassi, i prestiti per l’acquisto di una casa dovrebbero accelerare la loro corsa nel 2025, portando sempre più consumatori verso le offerte più convenienti per mutui casa, mutui green e surroghe.
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Dribblare il rischio di un’inflazione troppo bassa nell’Eurozona
Stando alle proiezioni dell’Eurosistema rese note a dicembre, l’obiettivo di inflazione al 2% nell’Eurozona sarebbe raggiunto con una diminuzione dei tassi ufficiali dalla metà del 2025. Ma sulla base di questo scenario, “un allentamento monetario meno deciso potrebbe comportare un’inflazione troppo bassa nel medio periodo”, ha detto Panetta.
Guardando al contesto macroeconomico di questo primo scorcio del 2025, il governatore di Bankitalia ha sottolineato che “i rischi più insidiosi per l’inflazione provengono dai mercati energetici, che stanno registrando una forte volatilità e un aumento dei prezzi, in particolare del gas”.
Per questo motivo, il numero uno della Banca d’Italia, ha spiegato che “nel complesso, gli indicatori disponibili sembrano suggerire che il rischio prevalente sia ancora quello di un’inflazione inferiore al 2 per cento nel medio termine”.
Da qui il suo invito al Consiglio direttivo della BCE affinché “il processo di normalizzazione della politica monetaria” prosegua anche nei prossimi mesi, “accompagnando le decisioni con una comunicazione orientata alle prospettive dell’economia reale e dell’inflazione nel medio termine”.
L’invito a non generare incertezza e volatilità nei mercati
Panetta non nasconde il timore che “in questa fase, un’eccessiva attenzione ai dati di volta in volta disponibili rischia di generare incertezza e volatilità nei mercati, riducendo l’efficacia della politica monetaria”.
Alla luce di queste considerazioni espresse da Panetta si può intuire che i tagli dei tassi di interesse da parte della BCE continueranno nel corso del 2025. Ha scandito infatti che “il percorso di normalizzazione della politica monetaria non è concluso”.
Cominciata a giugno 2024, l’inversione di rotta dell’Eurotower si è prolungata lungo tutta la seconda parte dello scorso anno, con i tassi che sono stati ridotti cinque volte, portando quello di riferimento della BCE, ovvero il tasso sui depositi presso la banca centrale, al 2,75%.
Il tasso al 2,75% è al di sopra delle stime del tasso neutrale
Questo è il livello più basso da quando i progressi sul fronte dell’inflazione hanno consentito all’Istituto di Francoforte non solo di concludere la fase di rialzo dei tassi ufficiali avviata oltre due anni fa, ma di avviare la stagione dei tagli del costo del denaro.
“Il tasso di riferimento rimane superiore alle stime del tasso neutrale, ossia il livello compatibile con l’assenza di pressioni inflazionistiche e con la crescita potenziale dell’economia - ha aggiunto Panetta -. Di conseguenza, la politica monetaria continua a esercitare una pressione al ribasso sull’attività produttiva e sulla dinamica dei prezzi al consumo, un effetto sempre meno necessario in un contesto in cui l’inflazione è vicina all’obiettivo e la domanda interna resta debole. Da qui in avanti, peraltro, il concetto di tasso neutrale perderà progressivamente rilevanza”.
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