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Mutui: la resilienza dei giovani contro il caro tassi
In un contesto di rialzo dei valori, i presupposti su cui si basavano le agevolazioni e le garanzie concesse ai giovani che desiderano acquistare una prima casa pur non disponendo di anticipo, rischiano di sgretolarsi minacciate da una situazione di inflazione alle stelle e di impennata dei tassi.
Mancano ancora tre mesi alla scadenza delle misure a favore dei giovani che hanno di fatto segnato uno dei periodi più fervidi del mercato dei mutui. Il 31 dicembre è il termine ultimo per approfittare della garanzia statale rafforzata sancita dal Decreto Sostegni bis dello scorso giugno 2021: fino all’80% della quota capitale del mutuo coperta con il Fondo di garanzia prima casa per un finanziamento che non superi i 250.000 euro, ma a condizione di avere meno di 36 anni e un Isee inferiore ai 40.000 euro.
Il sogno di diventare proprietari di una prima casa anche se non si dispone di budget iniziale e se non si ha un impiego a tempo indeterminato (o anche se si è disoccupati) rischia infatti di infrangersi contro l’evidenza di una condizione critica.
Perché i mutui per i giovani non sono più convenienti
In un contesto di rialzo dei valori, i presupposti su cui si basavano le agevolazioni e le garanzie concesse ai giovani rischiano di sgretolarsi, minacciate da una situazione di inflazione alle stelle e di impennata dei tassi.
È stato prima di tutto l’aumento dell’Eurirs, il parametro al quale si agganciano i tassi fissi dei mutui, a far saltare le condizioni base che consentivano alle banche di concedere tassi agevolati. L’agevolazione per gli under 36 non riguarda solo la garanzia sul capitale, ma anche i tassi di interesse, che non devono superare il Teg medio che Banca d’Italia rileva ogni tre mesi. La disposizione di legge definisce di fatto un tasso calmierato del finanziamento ovvero “il tasso effettivo globale (TEG) non può essere superiore al tasso effettivo globale medio (TEGM), pubblicato trimestralmente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze ai sensi della legge 7 marzo 1996, n.108”.
A oggi l’Eurirs a 20 anni segna 2,38% (dati Osservatorio MutuiOnline.it del 30 agosto), quello a 30 anni il 2,08%. Valori che non consentono di rispettare le condizioni imposte per i mutui agevolati, che fanno invece riferimento ai tassi minimi rilevati nel periodo tra ottobre e dicembre 2021.
Miraggio tasso fisso a condizioni agevolate
Le banche limitano l’offerta di mutui giovani a tasso fisso, perché non sono più in grado di sostenerne le condizioni. La criticità di questa chiusura sembra aggravarsi quando si pensa che il nuovo decreto Aiuti bis attualmente in approvazione non contiene alcun riferimento ai mutui under 36, lasciando credere che nessun rinnovo seguirà alla scadenza fissata dal Decreto precedente.
La situazione è dunque critica per chi cerca un mutuo a tasso fisso agevolato, oltre che per i giovani che hanno chiesto la garanzia statale su un mutuo a tasso variabile, visto che si sta compiendo la scalata anche dell’Euribor, che non è escluso riservi ulteriori aumenti per gli anni a venire.
Al di là di tutto, un giovane intenzionato ad acquistare casa non deve arrendersi, ma può verificare sul mercato le migliori offerte di mutui giovani, visto che ogni banca ha la sua politica e ogni richiesta di mutuo è una storia a sé.
Cosa riserva il futuro per i giovani
La difficile condizione in cui versa il nostro Paese e l’economia europea in generale suggerisce cautela, ma è anche vero che l’andamento dell’Eurirs inizia a registrare un rallentamento, e che in futuro potrebbe portare a un assestamento dei tassi. Questo porterebbe a una nuova apertura delle banche, che nell’ultimo anno hanno potuto beneficiare di una domanda crescente come non si assisteva dal lontano 2010, proprio dovuta all’incremento della richiesta dei giovani desiderosi di raggiungere la chimera della prima casa.
Una soluzione alternativa importante è adesso rappresentata dal variabile con CAP, formula che consente di porre un tetto alla crescita del tasso, definito nel contratto: oltre quel livello, il tasso variabile non potrà salire. Una sorta di piccola assicurazione che tutela dai possibili rincari della rata ma che ha un costo più elevato, visto che lo spread da corrispondere alla banca è in questo caso più alto di quello pagato per un semplice tasso variabile.