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Mercato immobiliare commerciale: buoni segnali di ripresa
Nei primi sei mesi gli investimenti sul mercato immobiliare commerciale italiano sono diminuiti del 22 per cento a 3,2 miliardi. Il settore, pur scontando ancora l’effetto pandemia, mostra incoraggianti segni di ripresa come nel residenziale e nella logistica. Ancora deboli gli uffici.

Il mercato immobiliare commerciale italiano in questa prima parte dell’anno ha continuato a soffrire della crisi generata nel 2020 dalla pandemia, anche se in alcuni segmenti mostra chiari segni di ripresa con buone prospettive. È quanto emerge da un’analisi pubblicata da CBRE, la maggiore società al mondo attiva nei servizi e investimenti del real estate. Nei primi sei mesi di quest’anno il settore sconta ancora la coda della crisi legata al Covid-19, come evidenzia l’allungamento dei tempi necessari alle transazioni, che poi si riflette sul volume degli investimenti: in calo del 22% rispetto al 2020 a 3,2 miliardi di euro.
Volumi in crescendo nel primo semestre
Nonostante questo contesto, ha osservato Silvia Gandellini, head of capital markets di CBRE Italia, nel primo semestre spicca una vivacità nei volumi scambiati nel residenziale e nella logistica, che magnetizzano l’attenzione. Molto interessante, ha aggiunto, è anche la ripartenza registrata nel secondo trimestre nel settore hotel, per il quale gli investitori più avvezzi al rischio stanno attivamente concludendo deal value-add, in previsione di una ripresa del settore a medio termine. Più lenta invece è la ripresa per le asset class che da sempre trainano il nostro mercato, ma con buone prospettive per il futuro a breve-medio termine.
Il periodo preso in esame è stato caratterizzato dall’attiva presenza sul territorio degli investitori stranieri, tornata alle percentuali medie registrate nella pre-emergenza sanitaria, con il 68% sul totale degli investimenti. Quota che segnala una chiara inversione di tendenza dopo il calo accusato lo scorso anno a causa dell’esplosione della pandemia da coronavirus. In questo semestre, secondo l’analisi di CBRE, si registra inoltre una stratificazione degli investimenti sulle diverse asset class, molto più varia rispetto alla media degli ultimi anni.
Il residenziale consolida la crescita
Tra gennaio e giugno il settore residenziale consolida la sua posizione con investimenti pari a 300 milioni di euro. Questa asset class – secondo gli esperti - potrebbe nei prossimi anni assumere una posizione di rilievo sino a competere con i settori che da sempre trainano gli investimenti real estate in Italia. Il mercato è per ora concentrato quasi esclusivamente su Milano, dove la mancanza di prodotto spinge gli investitori verso attività di sviluppo sia nei grandi comparti di rigenerazione urbana, sia tramite iniziative più granulari nel tessuto urbano consolidato, sconfinando a volte anche nel primo hinterland se ben collegato.
Buone prospettive per i rendimenti dell’immobiliare
Comprare un’abitazione oggi, anche accendendo ad un mutuo per approfittare dei tassi bassi, può dunque essere una valida opportunità d’investimento. I valori prospettici dei rendimenti sulla piazza immobiliare milanese, per esempio, sono buoni: sono infatti più alti rispetto ad altri mercati europei, elemento attrattivo per gli investitori stranieri. Gli altri segmenti del living, come lo student housing e il senior living, continuano a richiamare gli investitori più specializzati, che propendono per iniziative value-add, anche se restano molto selettivi per quanto riguarda il luogo.
Ancora in sofferenza gli uffici, bene logistica e hotel
Il settore uffici chiude il semestre con un volume pari a 740 milioni di euro investiti, in forte calo rispetto allo stesso periodo del 2020. Molto buona la ripresa a Milano, dove l’attività è tornata ai livelli pre-Covid, ma gli investitori sono molto cauti in attesa di capire quale sarà il futuro degli uffici, anche alla luce del fenomeno home working. La logistica continua invece a crescere: qui i volumi di investimento sono più che raddoppiati rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, attestandosi a quota 620 milioni di euro. La pipeline per i prossimi mesi, inoltre, è molto ricca. Si conferma anche l’interesse per il settore hotel, che chiude il semestre a quota 510 milioni, in linea con lo stesso periodo del 2020. Le performance alberghiere mostrano segni di ripresa in città come Venezia e Milano. Più lento invece il recupero a Roma e Firenze, fortemente trainati dalla domanda americana e ancora assente. Il settore Retail, con un totale di 250 milioni di investimenti, mostra ancora un’attività piuttosto lenta con transazioni di dimensioni più contenute e principalmente nel settore high street.
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