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Casa: l’offerta non tiene il ritmo sostenuto della domanda

L’offerta di case in vendite si è rarefatta nell’ultimo periodo a causa della velocità dei tempi di vendita, dei bonus per la ristrutturazione, dei ritardi nel settore delle costruzioni e del rincaro delle materie prime. Per questi motivi, secondo una ricerca, sul mercato si trova ben poco.

19/10/2022
casetta attorniata da pile di monete
Carenza di offerta di immobili a fronte di una forte domanda

Mercato immobiliare a passo di carica, come evidenzia il diffuso calo dell’offerta nel territorio, soprattutto nelle grandi città e nei capoluoghi di provincia. La corsa al mattone che si è generata nel post-pandemia ha contribuito infatti all’assorbimento delle abitazioni sul mercato da molto tempo, molte delle quali sono state vendute in tempi molto brevi: in particolare, le case che potevano vantare caratteristiche in linea con i nuovi desideri abitativi delineatisi post Covid (spazio, luce, verde, servizi, etc.). A comprimere l’offerta ha contribuito il ritorno degli investitori, che ha consentito - dopo una svalutazione generalizzata - di vendere anche quelle soluzioni con una qualità non proprio elevata.

I fattori che frenano l’offerta

Questa fase si è esaurita e, rilevano in Tecnocasa, l’offerta non è all’altezza della domanda. Diverse le cause di questa carenza di prodotto:

  • la velocità dei tempi di vendita;
  • gli interventi col 110% (che portano molti a rinviare la vendita);
  • il prolungamento dei tempi di realizzazione delle nuove case (col settore edile che fa i conti con la difficoltà di approvvigionamento di materiali);
  • il rincaro delle materie prime e la carenza di personale.

A questi si aggiungono i potenziali venditori che procrastinano la vendita non trovando impieghi alternativi per la liquidità ottenuta. Il mattone, ricordiamolo, nei periodi di incertezza come quello attuale recupera il suo tradizionale ruolo di ‘bene rifugio’.

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Attesa per le nuove costruzioni

L’attenzione dei potenziali compratori, al netto degli effetti dell’inflazione e dei problemi incontrati nelle supply chain, si stanno dunque concentrando sulle nuove costruzioni che arriveranno sul mercato, anche perché i dati relativi ai permessi di costruzione sono molto positivi.

Nei primi tre mesi dell’anno (dati Istat), sulla base delle autorizzazioni riguardanti il comparto residenziale, si stima una crescita congiunturale del 4% per il numero di abitazioni e del 3,7% per quanto riguarda la superficie utile abitabile. In particolare, il settore residenziale presenta, per il primo trimestre e al netto della stagionalità, il valore più alto dal quarto trimestre 2012.

La ricerca si concentra sul tre locali

Le preferenze di chi è interessato a comprare casa, secondo quanto emerge dall’analisi dei dati raccolti dalle agenzie del Gruppo Tecnocasa, si concentrano in questa fase sul trilocale, con una percentuale pari al 32,7% delle tipologie presenti sul mercato. Al secondo posto c’è il quattro locali con il 25%, in aumento (assieme alla quota relativa al cinque locali) rispetto alla precedente rilevazione, mentre sono in diminuzione le altre tipologie. In questo contesto fanno eccezione Milano, dove è maggiormente presente il bilocale (42,7%), e Firenze che vede uno spostamento sui quattro e cinque locali che hanno percentuali molto vicine (28,7% e 28,1%).

In diminuzione la disponibilità dei 3-4 locali

Trova conferma la contrazione dell’offerta, anche se non ci sono grandi scostamenti rispetto alle rilevazioni precedenti (eccetto a Bari, dove l’offerta di bilocali è scesa al 21,8% dal 27,9%). Anche i capoluoghi che non sono grandi città registrano una maggiore concentrazione dell’offerta sui trilocali (32,9%) e una flessione dei tre e quattro locali, molto probabilmente perché sono i più compravenduti o non immessi sul mercato al fine di conservarne la proprietà alla luce dei nuovi bisogni abitativi.

Tra i capoluoghi si segnalano i trend dei bilocali a Trieste (da 43,2% a 34,2%), come conseguenza della forte domanda di investimento che interessa la città, e il calo dei trilocali a Cagliari (da 37,7% a 26,8%).

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A cura di: Fernando Mancini

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