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Affitti: posto letto addio, ora si punta al monolocale
L’emergenza sanitaria sta cambiando il mercato degli affitti nelle grandi città, sia perché la mancanza di turisti ha reso più convenienti i monolocali a scapito dei posti letto, sia perché c’è maggiore attenzione alla sicurezza. È quanto emerge da una ricerca di ZappyRent.
Oggi conviene più andare in affitto o comprare una prima casa? Sicuramente il coronavirus sta ridefinendo il mercato immobiliare, per quanto riguarda sia il settore delle locazioni sia, nel senso più stretto, l’investimento nel ‘mattone’. Altrettanto vero è che oggi il mix favorevole composto da tassi ai minimi storici e quotazioni ancora abbordabili spinge per l’acquisto. Tuttavia, quello che sta avvenendo è una modifica strutturale degli equilibri fin qui conosciuti e che non possiamo trascurare, sia che decidiamo di andare in affitto o di comprare un’abitazione. E tutto a causa degli effetti della pandemia da Covid-19. In poche parole il posto letto non va più di moda: percepito come più rischioso già durante il picco dell’emergenza sanitaria.
In un anno la domanda di monolocali è quasi triplicata
In primo luogo al mercato degli affitti a medio termine sono mancati i turisti e ciò, oltre a cambiare il volto ai centri storici con la crisi dei bed & breakfast, sta rendendo sempre meno appetibili i posti letto e gli appartamenti in condivisione. In pratica ‘l’indipendenza’ sta tornando più a buon mercato. Secondo i dati di ZappyRent, startup tecnologica italiana operante nel mercato degli affitti a medio-lungo termine, in un anno la domanda di monolocali è passata dall’8% al 22% del totale delle richieste di prenotazione. Di riflesso, a calare drasticamente è stata la domanda di stanze in appartamenti condivisi – che solo nel 2019 rappresentava il 59% delle richieste di affitto a medio termine e che ora invece raccoglie solo il 34% delle domande.
Il posto letto rimane la soluzione più risparmiosa
Il posto letto in doppia o tripla, anche per brevi periodi, è dunque sempre meno amato, nonostante presenti costi ben più bassi, e questo aspetto comunque rimane una variabile determinante e in molti casi è anche l’unica possibilità per risparmiare. Per questo motivo il calo della domanda per questo tipo di offerta è più contenuto: si passa dal 10% all’8%.
L’affitto dell’intero appartamento per ‘congiunti’
Ma c’è un altro motivo a indirizzare la domanda verso il monolocale: la sicurezza. Infatti, nonostante la narrazione che con il lockdown molti italiani hanno iniziato a sognare giardini, balconi e terrazzi, per chi punta ad affitti di breve e medio termine il monolocale rappresenta una sicurezza ben maggiore rispetto alla condivisione di spazio con altre persone non congiunte. Non a caso, secondo ZappyTrend, cresce il trend dell'affitto dell'intero appartamento diviso con persone che si conoscono già in modo da garantirsi maggiore tranquillità: l’affitto di appartamenti è così passato dal 23% al 36% del totale delle richieste.
Il crollo del mercato delle stanze singole a Milano
Per quanto riguarda posti letto e stanze singole è Milano a soffrire di più: in un anno si è passati dall’80% di occupazione di posti letto al 29%. Si tratta di un vero e proprio crollo, per lo più legato al fenomeno dello smart working e della didattica a distanza, che hanno incentivato la permanenza di molti lavoratori e studenti. Va meglio a Bologna, in cui studenti e lavoratori alla ricerca di alloggi tornano a respirare dopo anni di vera penuria immobiliare: qui si è passati dall’83 al 70% di occupazione per i posti letto e dal 97% al 71% per le stanze singole. Dati più critici quelli registrati nelle città d'arte per eccellenza, Roma e Firenze, particolarmente penalizzate dalla scomparsa pressoché totale dei turisti: il tasso di occupazione delle stanze singole nella Capitale è passato dal 71% al 48% in un anno, mentre nel capoluogo toscano si è calati dall’82% addirittura al 35%.
Comprare in un periodo favorevole
Un’altra ripercussione sul mercato immobiliare della crisi innescata dal coronavirus è la decisione di molti investitori di reimmettere sul mercato, in mancanza di redditività (sul cui ritorno pochi azzardano previsioni), le abitazioni che avevano comprato per farne B&B. La conseguenza è un’inflazione dell’offerta con quotazioni che tendono al ribasso, mentre il mercato del credito – per il ricorso a un eventuale mutuo - è reso più accessibile grazie a tassi di interesse bassi e che, stando alla politica monetaria della Bce, dovrebbero rimanere sui minimi ancora a lungo termine. Non sono poche infatti le famiglie che, piuttosto che optare per l’affitto, decidono in questo periodo di comprare una casa ai loro figli nelle città che ospitano l’università che scelgono.